Magazine Diario personale

A Nord della scena

Da Cucinaedintorni

Mi chiederò cosa mi piace e proverò ad essere sincera nella risposta, e capirò (forse) che sono vaga e indefinita a ben vedere, ma precisissima e cavillosa se del caso. Capirò che ho bisogno di sentire distintamente troppo e male, poiché mi piace così, e non venite a raccontarmi storie ma fatemi ridere e nutritemi di intelligente ironia al limite, e abbiate cura di coinvolgermi in cose che mi annebbino almeno un po’ poiché chi non mangia è mangiato.

Confondo variopintamente  la banalità, vivo la modernità come sfida a qualcosa d’indistinto che oscilla tra solitudine, alienazione e senso ostentato di socialità che annega tra rumori assordanti, ritmi energizzanti e chiassose e colorate vie di passaggio senza sosta, evidentemente necessarie. Sono immersa con bulimica presenza e invento tendenze. Mi inorgoglisco del gradevole arrivismo di una lunatica e schizofrenica realtà che con complicità servile e perdente alimento, schiava di un impero che non mi appartiene ma di cui faccio parte, e d’altro canto non saprei dove altro stare, e riccamente vittima della mia indigente miseria, traballante nudo di anomalie e brutali sciocchezze. Ostinata e in fondo infelice.

What else?!

 


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