Non alla solitudine scrovegna,Padova cantata dal D'Annunzio, quale modo migliore per parlare della città veneta?Dalle poche righe di cui sopra tutti possono immaginare che Padova non è "solo" la città del Santo. E' la città di Giotto e del suo capolavoro assoluto! Il ciclo pittorico contenente il "giudizio universale" è considerato uno dei capolavori dell'arte mondiale! Quando si entra nella cappella si ha la sensazione di vuoto assoluto sotto i piedi, la parte destra del grande affresco è impressionante!! il diavolo è li che vi attende.....Padova è "anche" la città di Sant'Antonio, e della sua Basilica.
o Padova, in quel bianco april felice
venni cercando l’arte beatrice
di Giotto che gli spiriti disegna;
né la maschia virtù d’Andrea Mantegna,
che la Lupa di bronzo ebbe a nutrice,
mi scosse; né la forza imperatrice
del Condottier che il santo luogo regna.
Ma nel tuo prato molle, ombrato d’olmi
e di marmi, che cinge la riviera
e le rondini rigano di strida,
tutti i pensieri miei furono colmi
d’amore e i sensi miei di primavera,
come in un lembo del giardin d’Armida.
La Basilica è uno scrigno di opere d'arte. Il D'Annunzio nomina il Mantegna, ma non possiamo dimenticare le sculture del Donatello, i dipinti del Tiepolo e di Stefano da Ferrara, gli affreschi di Pietro Annigoni e molti altri.D'Annunzio nomina il condottiero che il santo luogo regna. Si riferisce al Gattamelata, cui il Donatello dedicò un monumento equestre posto di fronte all'ingresso della Basilica.
Non si può lasciare la Basilica senza una visita al vicino Chiostro del Convento, nel quale il Santo soggiornò per lungo tempo! I chiostri sono quattro! se riuscite a farvi spazio tra la folla di pellegrini e turisti che ogni periodo dell'anno affollano questi spazi, potrete godere di un piacevole e rilassante momento "spirituale".
Malgrado la Basilica del Santo sia uno dei luogo di culto più grandi e visitati del Mondo non ricopre il titolo di Cattedrale, che spetta al Duomo. Il nome esteso è Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta. E' sede vescovile dal IV° secolo. I lavori della chiesa attuale cominciarono verso la metà del 1500 e proseguirono (senza concludersi) per circa 200 anni. Alla destra del Duomo vi è il Battistero dedicato a San Giovanni Battista. Venne consacrato nel 1281. Il ciclo di affreschi all'interno, di Giusto de' Menabuoi, sono da vedere con calma e senza il rumore assordante dei turisti che si accalcano per fare qualche foto e poi scappano a vedere altri monumenti!!!! Sono un gioiello dell'arte italiana.
Lasciato alle nostre spalle il Duomo ci dirigiamo verso il Palazzo della Ragione. I lavori per la costruzione iniziarono nel 1218 e venne elevato circa un secolo dopo con la caratteristica copertura " a carena" di una nave rovesciata. Nel piano superiore si ha la più grande sala pensile al mondo!!Gli affreschi originali, attribuiti a Giotto e scuola, andarono distrutti completamente nel grande incendio del 1420.Il palazzo della Ragione divide piazza delle Erbe da piazza della Frutta.
Nella piazza dei Signori troverete il Palazzo dell'Orologio con annessa la Torre dell'Orologio. Si tratta di una ricostruzione dell'originale Orologio Astronomico andato perduto in un incendio. Una curiosità: tra i segni zodiacali non troverete la Bilancia. La mancanza dipende dal fatto che durante la costruzione si riprese il sistema zodiacale pre-romano nel quale la bilancia e lo scorpione erano uniti in un solo segno.
Lasciata la Piazza dei Signori ci si dirige verso Prato della Valle per riposare ed attendere ora di cena. Prato della valle è una delle piazze più grandi d'Europa, oltre ad essere una delle più belle e suggestive. I canali presenti nella piazza sono adornati da 78 statue; con editto venne deciso nel 1700 che non potevano essere ritratte persone in vita, non potevano essere ritratti santi e le statue dovevano rappresentare delle persone che avevano avuto un rapporto particolare con la città veneta. Tra le statue troverete Torquato Tasso (mi insegue dai tempi delle superiori....), il Mantegna, L'Ariosto, il Petrarca, Galileo, Canova ed il Savonarola.
Fabio Casalini.