Amo camminare e, fino a quando la situazione delle manifestazioni non s’è fatta più seria, per tornare a casa dopo il lavoro mi concedevo volentieri una sana oretta di jogging a Lumphini Park. Ho sempre trovato piacevole costeggiare il Royal Bangkok Sports Club, entrare dentro il Parco Lumphini e passeggiare infine su Silom Road fino a casa.
Mappa con il percorso di 3,5 km da Central World a Chong Nonsi
Lungo il percorso anche la possibilità di vedere le danzatrici dell’Erawan Shrine o di fare un po’ di shopping lungo la sempre affollata Silom.
Poi ad agosto gli oppositori del governo attuale iniziarono ad occupare progressivamente sempre più numerosi la parte del parco che si affaccia su Silom Road. Sono arrivate le prime tende, le prime cucine da campo e il grande palco per i comizi. Finita la stagione delle piogge avevo preso l’abitudine di farmela in bici per non far vincere la fretta e il timore di trovarmi fra i manifestarti e riappropriarmi della voglia di vivere appieno questa città. A dicembre la situazione è degenerata e così ho smesso di farmi quella che era la mia passeggiata abituale.
Erawan Shrine praticamente deserto
Ieri e oggi, dopo i violenti scontri che martedì avevano portato alla morte di 5 persone e al ferimento di almeno altre 70, la situazione, tornata ad una calma apparente, mi ha fatto prendere la decisione: “oggi si torna a casa a piedi!”
Che tristezza…Se da un lato Bangkok sembra essersi trasformata in un immenso mercato festoso devo dire che la quel tragitto così piacevole è diventato un percorso ad ostacoli, una sorta di gincana fra gente che piscia dove gli capita, brutti ceffi autoproclamatisi “security” dei luoghi di manifestazione che controllano chi transita, bancarelle di cibo improvvisate, tende da campeggio di chi nei presidi ci dorme da mesi e venditori ambulanti spuntati un po’ ovunque come funghi.
Controlli per entrare nell’area dei manifestanti - gli stranieri sono solitamente risparmiati
L’incrocio fra Rama I e Ratchadamri Road all’altezza di Central World è uno dei punti nevralgici di queste interminabili proteste dove su un palco piazzato nel bel mezzo dell’incrocio si alternano politici di diverso spessore e spettacoli d’intrattenimento. Quando sono passato era da poco finito l’Inno Nazionale e i manifestanti stavano pregando per le 4 persone decedute martedì- esplicitamente una delle presenti ha tenuto a dirmi in inglese che non pregavano di certo per il poliziotto “giustamente morto”. Non c’era tantissima gente, devo dire, ma il fatto di avere al collo un badge e di essere lì a scattare delle foto ha attirato l’attenzione di un paio di gentiluomini dall’aspetto poco rassicurante. Attraversata la strada mi sono fermato all’Erawan Shrine: pochi turisti (ovviamente) e un’atmosfera sottotono per questo piccolo “tempio” schiacciato fra hotel e centri commerciali.
In preghiera senza perdere l’opportunità di fare affari
Ripreso il cammino per un momento mi sono detto che tutto sommato il resto del tragitto non era poi così diverso dal solito. Rispetto a lunedì la gente mi sembrava molta di meno in confronto a quanta ne potevo vedere dallo Skytrain passandogli sopra le teste.
Orchidee e giardino del Four Season Hotel
Arrivato all’ingresso del Parco Lumphini ho creduto di trovarmi in un campeggio attrezzato di una qualche località turistica in alta stagione: gran parte delle aiuole sono ora invase da tende a igloo e brandine, con fili per la biancheria tirati da un albero all’altro al bordo del lago. Sui viali la gente cerca di fare jogging come se niente fosse schivando manifestanti in ciabatte e mutandoni che fumano indisturbati nonostante il divieto.
Lumpini come un Camping
Invece di fare il mio solito giro ho optato per tagliare dritto e uscire…ma uscire per andare dove?
La piazza antistante il parco con il monumento a King Rama VI, che nel 1920 ne volle la realizzazione, è ora un parcheggio dove fra le macchine sono state montate altre tende. Autobus provenienti dalle provincie meridionali della Thailandia (da cui provengono gran parte degli attivisti delle manifestazioni) stavano arrivando per scaricare nuovi manifestanti e caricare chi provato dal soggiorno in capitale non vede l’ora di tornarsene a casa - anche se questo significa rinunciare al sussidio ricevuto per protestare. Con uno zig zag casuale sono finalmente arrivato davanti al palco e qui mi sono detto che avevo fatto una cazzata: nessuna possibilità di fuga, nessuna possibilità di mettersi al riparo nel caso in cui qualsiasi cosa dovesse accadere! Mi sono guardato intorno e, a parte l’indiscutibile effetto scenografico delle bandiere che sventolano, mi sono chiesto come potessero esserci anche bambini e anziani in quella piazza!
Manifestanti a Sala Daeng
L’atmosfera su Silom Road è molto festosa e anche vecchie conoscenze, venditori che sono su questa strada tutte le sere, me li sono ritrovati lì a vendere gadget con i colori della bandiera tailandese, oggi simbolo della contestazione al governo. Se non sapessi i retroscena penserei ad una pacifica Walking Street.
Blocchi stradali dei manifestanti
Oggi ho fatto un giro diverso, per molti versi più allucinante visto che gli altri versanti di Lumpini Park sembrano zone pronte alla guerriglia, così come lo erano 4 anni fa nel 2010 - sono cambiati i colori di chi manifesta ma non le sensazioni di noi che qui ci stiamo da ospiti e un po’ ci vergognamo anche di esprimere opinioni e pensieri sulla situazione.
Poi arrivi a casa e 2 fiori, tanto diversi ma entrambe belli come un’orchidea e la passiflora, sono sbocciati e sembrano guardarsi l’un l’altro cercando un compromesso: nel cuore la speranza che questa situazione di stallo finisca pacificamente presto!
Da domani tornero’ ad essere più prudente come consigliato un paio di mesi fa: Manifestazioni a Bangkok: viaggiare in un paese a rischio!
Non esistono soltanto Guerre tra Stati e Nazioni.
Ci sono anche quelle silenziose.
Guerre invisibili…. Ma vite distrutte.
Santy Giuliano
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