Un post sull’estate,sul mare e sul sole che ti brucia sarebbe scontato.
E allora,cerco di essere un poco diverso dagli altri ,e vi raccontero’ di quando,io solitario,nuoto e vedo,a pelo d’acqua,la mia citta’.
Noto subito una diversita’ che ha condannato Taranto.
E cioe’ la parte salva,quella del borgo e delle periferie,e quella ammazzata e sottomessa dall’industria.
Il ponte Girevole che divide tutto cio’,sembra quello di Mostar,nella ex Jugoslavia.
Anche se diverso,lo vedo cadere,venire giu’ sotto l’impotenza della ragione e del diritto di chi vuole avere una citta’ a misura di uomo.
Un simbolo,che divide chi ha perso e chi vuole resistere.
Poi la mia citta’ con la base navale in Mar Grande,a dirci che siamo una citta’ militare e che ha perso anche una sua caratteristica.
Quella delle barche che solcavano il mare,uniche nel lavoro delle braccia che tiravano su le reti dei pescatori.
A pelo d’acqua,annuso,odori e veleni.
Odori nauseabondi,quelli che sversa nell’aria l’Eni e l’Ilva e che il buon Ronchi dice di non sentirli….
Nuoto,vago in un territorio che ci deturpano e che amo.
Amo tutto cio’ che ci sta annientando,questa e’ la mia …pazzia estiva.