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Ritrovamenti archeologici fanno risalire i primi insediamenti umani nel territorio di Pennabilli all'epoca etrusca e romana. Durante le scorrerie barbariche della metà del I millennio d.C., le due alture impervie su cui sorge il capoluogo (ora chiamate "Roccione" e "Rupe"), servirono da rifugio alle popolazioni stanziate nei dintorni e lungo il fiume Marecchia. Ebbero così origine le comunità di "Penna" e "Billi" i cui toponimi (l'uno derivante dal latino "Pinna", vetta, punta, l'altro da "Bilia", cima tra gli alberi) fanno riferimento alla caratteristica conformazione dei due colli. Secondo un'altra teoria "Billi" deriverebbe, invece, dal nome del dio etrusco del fuoco "Bel", venerato in un tempio divenuto, in era cristiana, chiesa di San Lorenzo (martire del fuoco).
Nel 1004 un discendente della famiglia Carpegna soprannominato "Malatesta", forse perché testardo e scapestrato, cominciò la costruzione della rocca sul Roccione: era la nascita del celebre casato che, sceso da Penna prima a Verucchio e poi a Rimini, avrebbe assoggettato tutta la Romagna. L'unione con il vicino castello di Billi avvenne solo nel 1350 con la posa della "pietra della pace" nella piazza del mercato sorta tra i due nuclei abitati. Il nuovo comune passò più volte sotto l'influenza dei Malatesta, dei Montefeltro, dei Medici e dello Stato Pontificio. Nel 1572, con il trasferimento della sede vescovile da San Leo, papa Gregorio XIII lo insignì del titolo di "Città". Pennabilli è tuttora sede della diocesi di San Marino-Montefeltro.
E' da ricordare la venuta, il 15 giugno 1994, del XIV Dalai Lamain occasione del 250° anniversario della morte del cappuccino Orazio Olivieri nativo di Pennabilli e missionario nel Tibet. Dal 1970, ogni anno nel mese di luglio, presso palazzo Olivieri si tiene la Mostra del Mercato d' Antiquariato una delle più qualificate rassegne italiane.
La Cattedrale, il Santuario di Sant'Agostino con il monumento della Madonna delle Grazie, il Convento delle Agostiniane, la Chiesa e l'Ospedale della Misericordia, sono beni culturali che ancor oggi possiamo ammirare.Ma ciò che rende unico il borgo arroccato nell' entroterra riminese è qualcosa di più attuale.
Pennabilli è intrisa dalla poetica di Tonino Guerra. Il Maestro ha creato angoli magici in cui si evoca la storia e la memoria, così possiamo trovare:
" L' Orto dei frutti dimenticati" che consiste in una "raccolta" di alberi da frutto appartenenti alla flora spontanea delle campagne appenniniche, presenti nei vecchi orti delle case contadine ma che oggi non sono più coltivati.
"IL Santuario dei Pensieri" è un luogo di meditazione vagamente orientale e molto suggestivo. E' stato realizzatocon sette enigmatiche sculture.
"La Strada delle Meridiane"dal 1991 il centro storico di Pennabilli si è arricchito di 7 meridiane artistiche collocate lungo un itinerario che attraversa tutto il borgo di Penna.Le sette meridiane rappresentano i diversi metodi con cui si è misurato il tempo nei vari secoli: quelle ad "ore europee o oltramontane" suddividono il tempo nello stesso modo che ancora oggi noi usiamo (ventiquattro ore di cui la dodicesima coincide con il mezzogiorno); quella ad "ore planetarie o ineguali" divide il giorno dall'alba al tramonto in dodici ore delle quali la sesta rappresenta il mezzogiorno (da cui il detto "fare la siesta", ovvero il riposino dopo il pasto), quella ad "ore italiche" (che conta le unità temporali a partire dal tramonto) ci permette di individuare con un semplice calcolo quante ore di luce restano dal momento in cui viene consultata.
"Il Giardino Pietrificato" alla base di una torre millenaria a base quadrata che domina la Valmarecchia, di Pennabilli, nel 1992 sono stati collocati sette "tappeti" in ceramica artistica, opera di Giovanni Urbinati, dedicati da Tonino Guerra ad altrettanti personaggi storici passati nella valle: fra cui Giotto, Dante ed Ezra Pound.
"L' Angelo coi Baffi" costituito da un'unica installazione multimediale, illustra la delicata storia di un angelo "che non era capace di far niente".
L' Angelo coi Baffi
C'era un angelo coi baffi
che non era capace di far niente
e invece di volare attorno al Signore
veniva giù nel Marecchia
dentro la casa di un cacciatore
che teneva gli uccelli impagliati
in piedi sul pavimento di un camerone.
E l'angelo gli buttava il granoturco
per vedere se lo mangiavano.
E dai, e dai
con tutti i Santi che ridevano dei suoi sbagli
una mattina gli uccelli impagliati
hanno aperto le ali
e hanno preso il volo
fuori dalle finestre dentro l'aria del cielo
e cantavano come non mai.
Tonino Guerra
immagine: Pennabilli di Teoderica
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