A pensar troppo, si finisce col pensare male.

Da Oliviabluebell
In pausa pranzo non avevo voglia di rimanere in ufficio.
I colleghi erano quasi tutti schiscettati oppure in altre faccende affaccendati, così io mi sono armata di borsa contente il libro del momento e mi sono avviata verso il parco.
Arrivo all'ingresso e mi attende un omone in completo nero che mi fa segno di girare al largo. Penso intendesse semplicemente dire di usare l'altro ingresso, ma io ci sono rimasta male comunque. Son troppo sensibile in sti giorni.
Sì perchè, a causa di questa manifestazione ortofrutticola presente proprio nel mio parco di fiducia, non ho potuto accedere alla mia panchina preferita.
Quella che sta proprio sotto una pianta non meglio identificata che mi lascia ricordini verdi in ogni dove. Quando torno in ufficio mi scambiano per una creazione vivente di qualche giardiniere futurista.
Mi ero già fatta tutto il mio programmino mentale, passare tre quarti d'ora di lettura, passare dal gelataio di fiducia e procacciarmi un bicchierone di frutta e gelato e tornare in ufficio con la voglia sotto le scarpe di essere lì. Anzi, non tornare proprio in ufficio e fingere un attacco di allergia.
Tutti i miei sogni si stavano infrangendo contro quel cenno scontroso del bodyguard, ma non mi sono arresa, ho circumnavigato e raggiunto l'altro ingresso. Ho inforcato i miei occhiali da sole e mi sono messa alla caccia di una panchina libera, che a me quelle che sono tre tutte attaccate non piacciono. Corri sempre il rischio che ti si sieda di fianco l'ucraina di turno che decide di urlare con la madre in patria proprio quando ci sei tu, per smettere all'istante quando te ne vai (storie di vita vissuta).
E niente. Non ho trovato una panchina che mi piaceva, perchè deve essere amore a prima vista anche con quella. Oddio, avrò gusti troppo difficili?
Mi è venuto in mente di un altro minuscolo giardinetto nelle vicinanze e mi ci dirigo, ma quando arrivo lo trovo affollato dagli impiegati in pausa pranzo.
Non era proprio destino e l'unica cosa che mi è rimasta da fare è stato rimediare un giro a piedi, fermarmi in panetteria e prendermi una focaccia con le olive, una coca cola e delle fragole.
Un pranzo da salutista pura. Stasera mi aspetta un'insalatina che, come si suol dire, lava via tutto. Rigorosamente senza olio che ho già dato per tutto il giorno.
Purtroppo per me, a camminare mi vengono pensieri e i pensieri mi fanno male alla salute.
Per non ritrovarmi di nuovo in una situazione simile ho riflettuto molto e preso questa decisione: mi devo trovare uno schiscetta boy!
Uno di quelli che avvisi all'ultimo e sono sempre pronti a uscire a pranzo con te, anche se gli proponessi una scalata sull'Everest andata e ritorno in un'ora. Per dire.
Altra ideona. Visto il bel tempo che sta facendo da queste parti, le mie regali chiappe stanno pensando di sedersi di nuovo su una bici di BikeMi.
E come non ricordare quella lontana mattina di Ottobre in cui mi adagiai su un fianco, con la mia solita grazia da ballerina del Bolshoi mancata, abbracciata alla bici proprio sotto l'ufficio ricavandone un ginocchio malandato!
Ma io sono masochista e adoro farmi male. Tentar non nuoce. O forse sì.

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