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A piccoli passi verso nuovi equilibri

Creato il 07 novembre 2013 da Bussola
Sto iniziando ad uscire dal tunnel di pappa – cacca – nanna –pappa –cacca –nanna elevato alla enne potenza. Nicolò ha un mese e mezzo ed io inizio a vedere la luce.
La notte riusciamo a dormire molto di più. Facendo una poppata intorno alle undici di sera il nanerottolo riesce a ronfare sereno e pacifico fino alle cinque del mattino, e dopo una successiva poppata riprende il sonno interrotto fino alle otto -  otto e mezza del mattino. Se lui dorme, noi dormiamo, e se noi dormiamo la qualità della vita migliora decisamente per tutti.
Le gambette del piccolo iniziano a diventare tornite, e questo oltre a fargli assumere un aspetto molto simpatico da polletto vallespluga morbidoso, porta l’immediato vantaggio che  il suo culetto nel pannolino non si trova più a sguazzarci dentro. Il pannolino diventa quindi più contenitivo, riesce a fare il suo lavoro, di pannolino appunto, e cacca e pipì non trasbordano fuori con un notevole risparmio di body e tutine da lavare a mano o in lavatrice.
Altra piccolina stellina raggiunta alla soglia del mese e mezzo, è che si riesce ad interpretare con maggior precisione i reali bisogni del bimbo e quindi i motivi del suo pianto. Con un po’ di attenzione, capiamo quando Nicolò piange per fame, per sonno, perché è in arrivo un mega caccone o  perché troppo annoiato o al contrario troppo stimolato.
Sono piccoli passi avanti ma abbastanza importanti da rendere la vita più semplice per tutti.
Sentendomi un po’ più fuori dal tunnel, ho iniziato a ritagliarmi un po’ di spazio per me stessa. Purtroppo la gravidanza lascia sempre qualche chiletto di più addosso e sfortunatamente tutto localizzato sul punto vita. Per quanto il sovrappeso non sia esagerato è sufficiente a mandarti in palla tutto il guardaroba dell’anno precedente. Se ci si aggiunge poi poco tempo per curare se stessi, il poco tempo per dormire, una vita sociale che subisce una drastica frenata, la panza che spanza, l’idea di avere solo due o tre indumenti a disposizione per far combaciare comodità nell’allattare e dignità umana, il baratro della depressione può non esser così lontano. Per non cedere a nessun tipo di malinconia ho deciso di riprendere un po’ di attività fisica. Poca roba, ovvio, ma sufficiente per farmi sentire meglio.
Vicino a casa c’è un parchetto molto ben curato in cui andavo spesso a correre prima della gravidanza, ho deciso quindi non potendo assicurare la continuità che richiede una palestra, di ritornare ad indossare le scarpe di footing su quello stesso parco come una volta. E’ ovvio i ritmi sono completamente diversi, adesso più che correre, alterno fasi di camminata a fasi di corsa secondo un programma molto easy per maratoneti, però è sufficiente a farmi sentire nuovamente bene con me stessa. Non ci riesco ogni giorno, e spesso nemmeno ogni due giorni ma diciamo che due o tre volte a settimana, riesco a mollare Nicolò al padre e schizzare via verso il parco. Anche Fab ha ripreso a correre, la gravidanza chissà per quale motivo porta chili di troppo anche ai papà, e anche loro una volta nato il piccolo decidono di mettersi a dieta.
Infine per brindare a questo nuovo equilibrio raggiunto ho deciso di andare dal parrucchiere. Ho mollato il pupo alla suocera che era emozionata e grata come una bambina per la gioia di avere il nipote in custodia e sono andata a farmi bella. Ho sperimentato un nuovo parrucchiere nel quartiere dei miei suoceri, quartiere noto perché ospita diverse ville di calciatori della Roma o di altri romani arricchiti. Così tra una donna scolpita con bisturi e botulino che faceva la sua tintura con sulle ginocchia uno yorkshire con fiocchetto e tutina rosa ed un uomo di mezza età con un fluttuante ciuffo di capelli brizzolati, ho perso sotto la forbice del parrucchiere alcuni centimetri di capelli secchi e sfibrati dal sole estivo, per uscirne alla fine fuori tutta boccolosa, felice, leggera nell’animo e nel portafoglio.
A piccoli passi verso nuovi equilibri

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