Blu Palazzo d’Arte e Cultura
Lungarno Gambacorti, 9
56125 - Pisa
14 ottobre 2011 – 29 gennaio 2012 Orari
lunedì - venerdì, ore 10.00-19.00 sabato e domenica, ore 10.00-20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima) tel. 050 916950, [email protected]
Quando ero bambino, mia madre mi diceva: “Se diventi soldato, sarai generale. Se diventi monaco, finirai papa.” Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso.
Pablo Picasso Le peintre au travail, 1964 Lavis sur papier Collezione privata © Succession Picasso, by SIAE 2011
Nel terzo grande appuntamento del ciclo dedicato ai maestri del ‘900, dopo la magia di Chagall e i colori di Miró, Palazzo Blu dedica una mostra a Picasso, l’emblema stesso dell’arte moderna. Fin dai primi anni della sua attività Picasso riesce a trasformare i soggetti delle sue opere in una sorta di stereotipi della pittura contemporanea. Il celeberrimo Pasto frugale descrive una realtà di povertà e miseria che coincide con il suo periodo blu. La scoperta dell’Art nègre condurrà a quel capoverso della pittura moderna che sono le Demoiselles d’Avignon, grande quadro conservato al Museum of Modern Art di New York, di cui si ha in mostra un grande disegno preparatorio. Successivamente, vedremo come Picasso rappresenti paesaggi, oggetti, persone, partendo da una lettura molto vicina alla realtà fino ad arrivare alla peculiarissima forma di astrazione, sintesi, manipolazione formale tipica della sua arte. Tre serie rarissime di capolavori, eccezionalmente esposte nella loro integralità, daranno conto di questa ricerca. La serie celeberrima dei Toros, in cui l’animale, archetipo della cosmogonia picassiana, viene raffigurato inizialmente in una forma molto realistica, che si trasformerà via via fino a terminare nel notissimo, sintetico, graffito. Lo stesso procedimento si potrà osservare nell’altrettanto rara e affascinante serie delle Due donne nude con sfondo di tendaggi e, infine, in quella di grandi e coloratissimi ritratti di Jacqueline, l’ultimo amore della sua vita. La rivoluzione spagnola prima, e, all’interno di essa, la tragedia di Guernica, la prima Guerra mondiale con i suoi morti e i suoi feriti, costituiranno per Picasso un’esperienza senza ritorno. Ne sono testimonianza in mostra alcune serie di opere strettamente correlate al dipinto di Guernica, il monumento che l’arte del ‘900 ha dedicato alla guerra. Sogno e menzogna di Franco venne infatti realizzata per combattere la dittatura e poi abbandonata dopo la strage del paesino basco, come si evince dalle ultime immagini che riproducono i visi stravolti e piangenti del grande quadro. E poi i Poèmes et Lithographies, le grandi tavole in cui Picasso accompagna immagini di potente forza drammatica ai manoscritti dei suoi poemi, che descrivono il dolore, ma l’inadeguatezza e la banalità della guerra. Infine, nelle straordinarie tavole dello Chant des morts Picasso sembra ritrovare il colore e adottare una calligrafia che, di colore rosso sangue, accompagna per 125 fogli l’elegante scrittura autografa delle poesie del poeta Reverdy. Nucleo straordinario della mostra è la raccolta della “Suite Vollard”: cento fogli dedicati al celeberrimo gallerista di Matisse, Van Gogh e Gauguin, che si concludono nella terribile scena della Minotauromachia, l’immagine che esprime meglio le emozioni dell’artista di fronte alla violenza della guerra. Fondamentali, infine, in mostra come nell’opera di Picasso, i due temi fondanti della mediterraneità: il mito delle metamorfosi e l’immagine erotica della donna come stimolo alla potenza creativa dell’artista. Ne sono testimoni un grande paesaggio del 1933, il famoso dipinto Busto di fauno proveniente dal museo Picasso di Antibes, la serie dei ritratti di Jacqueline e i meravigliosi dipinti e disegni della serie Il pittore e la modella. Infine, una raccolta eccezionale di 58 grandi linogravures a colori (scelte tra le 150 mai realizzate dall’artista) provenienti dal museo Picasso di Barcellona, permette allo spettatore di seguire nel dettaglio il procedimento dell’artista che, partendo da una raffigurazione realistica e persino affettuosa del viso di Jacqueline, si farà trascinare dalla sua furia iconoclasta, ritoccando giorno dopo giorno la morbida materia del linoleum fino a trasformarla in alcuni dei ritratti più inquietanti e tipicamente ‘picassiani’ della sua opera. Una ventina di dipinti, disegni, gouaches, un piccolo prezioso numero di capolavori in ceramica, le grandi tapisseries, i fogli dei suoi celebri capolavori giovanili, come l’inestimabile Pasto frugale, l’intera “Suite Vollard” e oltre trecento opere di grafica contenute in alcuni dei più preziosi libri d’artista realizzati nel ‘900, oltre 400 opere, dunque, in una straordinaria mostra che offre ai visitatori il terzo capitolo del grande libro dell’arte del secolo passato.