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A Prato funziona così

Creato il 05 dicembre 2013 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

In fondo a Via dei Cigliani a Prato più di 20 anni fa si andava a comprare i giubbotti di pelle da Marisa, una cinese dai capelli rossi,  un look improbabile e un Italiano acrobatico, ma svelta come un furetto, un vecchio capannone che in passato fu  la sede di un lanificio, due piani, al  piano terra  una “cucina” e qualche branda, al primo piano il “laboratorio”, macchine da cucire ovunque, cumuli di pelli dalle varie coloriture, tipologie e dimensioni, uomini donne e anche bambini, salivano e scendevano dalla scala continuamente, ovviamente nel cortile  stava parcheggiata una fiammante BMW 520 blu notte.

In fondo al salone  laboratorio, alle spalle delle macchine da cucire, una decina di stender facevano bella mostra del campionario, giubbotti, cappotti, pantaloni, gilet, la stragrande maggioranza manufatti in pelle, ma già allora iniziavano a comparire i primi capi di tessuto e addirittura in maglieria.

prato

Marisa era l’anima della festa, si divideva tra disposizioni di lavorazione in veste di capo inflessibile e consulente stilistica per i clienti che sceglievano i capi appesi, la trattativa dell’acquisto era però la sua massima espressione artistica!

La scelta del capo doveva durare pochi minuti, la permanenza nel capannone era consentita a pochi “stranieri” e per poco tempo, si sceglieva, si provava, si chiedeva il prezzo, la trattativa durava pochi secondi, partenza della trattativa  100.000 lire, l’uno per l’altro,  e normalmente il prezzo di acquisto era 50.000 lire, solo contanti solo in nero.

Ma la  parte più  divertente e conclusiva dell’acquisto, una volta comprato e pagato il giubbotto, era quando Marisa procedeva personalmente a strappare e rimuovere l’etichetta che stava attaccata al capo, perché  si trattava di etichette che riportavano il nome di notissimi marchi Italiani, che evidentemente facevano confezionare lì i propri capi.

Ho assistito personalmente in quegli anni all’interno di quel vecchio  capannone a molte situazioni  surreali, ma la più divertente fu quando io e un altro amico Pratese,  mentre stavamo provando alcuni giubbotti, fummo interrotti dall’arrivo di due agenti di Polizia in divisa!! Subito immaginammo di poter finire in una retata o in qualche situazione “sconveniente”,  ma fu subito Marisa a rassicurarci, erano solo venuti a ritirare i loro giubbotti  a cui dovevano solo accorciare un pochino le maniche!!

Poi Marisa si è spostata,  negli anni  i Cinesi di Prato si sono passati da piccoli capannoni nelle stradine del centro al Macrolotto, grandi viali nella zona industriale dove decine e decine di capannoni nuovi dalle grandi scritte variopinte collegati tra loro hanno dato vita a un vero e proprio  polo di grande distribuzione per la gioia di migliaia di piccoli commercianti al dettaglio Italiani e stranieri che trovano qualsiasi tipo di prodotto, tessile e non, a prezzi incredibili!! Fuori dai capannoni non ci sono più solo le BMW ma Porsche, Aston Martin e Lamborghini, Marisa ha lasciato il posto a un esercito di Cinesi dall’Italiano fluente e un look alla moda, che, Iphone alla mano gestiscono acuisti per migliaia di €uro con la preparazione di un Bocconiano.

Sono decine di anni che tutti sappiamo e conosciamo la situazione del Macrolotto di Prato e se fino ad oggi nessuno è intervenuto è perché  non abbiamo voluto farlo!


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