La sigaretta elettronica, per chi non lo sapesse, è uno strumento che ha diversi vantaggi: innanzitutto funge da surrogato alla sigaretta tradizionale, senza la scomoda presenza di catrame e nicotina, mantiene inalterato l’aroma del tabacco e permette all’ex-tabagista di conservare intatta la gestualità dell’atto, visto che la dipendenza psicologica è molto più difficile da combattere di quella fisica. Davvero motivante è inoltre il vantaggio economico che deriva dall’utilizzo della sigaretta elettronica: facendo due rapidi calcoli la decisione di smettere di fumare porterà nelle mie tasche, alla fine dell’anno, un risparmio di circa mille euro. Mica bruscolini. Mille euro non mi cambieranno la vita, questo no, ma sicuramente contribuiranno a migliorarla.Come un moderno Zeno Cosini, sto monitorando istante per istante il procedere di questo mio grande proposito con un piccolo “widget”, in grado di aggiornarmi sui soldi messi da parte e, cosa non meno importante, sui giorni di vita “guadagnati” con le nuove abitudini. Se scorrete in fondo a questa pagina, proprio in fondo in fondo, oltre le etichette con gli argomenti del blog, potrete vedere con i vostri occhi la situazione aggiornata.Spero di farcela, insomma. Per il momento sono ancora molto distante dalla meta. Mi considero ancora, per dirla in parole povere, un tabagista cronico che sta inscenando un patetico tentativo di remare controcorrente. Come andrà a finire? Boh? Staremo a vedere. Diciamo intanto che l’arrivo della primavera sarà determinante: adesso è molto più facile trattenersi dal fumare, visto che per farlo sono costretto a mettermi il piumino e ad andare sul balcone al freddo e al gelo. Se riuscirò per allora a mollare tutto, inclusa la sigaretta elettronica (che evidentemente è solo un accessorio temporaneo), potrò dire di avercela fatta.
Per quanto riguarda il blog, invece, la mia priorità è quella di fare un po’ di ordine. Chi mi segue sa che questo, volutamente, non è un blog tematico. Non si parla cioè solo di libri, solo di cinema o solo di ricette. Si parla qui di tante cose e, dipende dai punti di vista, ciò può essere un vantaggio oppure uno svantaggio. Il problema è che nemmeno io ho ancora capito di cosa parla esattamente questo blog e, se mi metto nei panni di un internauta che casualmente dovesse capitare da queste parti, mi rendo conto che è davvero difficile orientarsi.Il primo passo quindi è quello di realizzare un piccolo indice dei contenuti del blog, quello che trovate là sopra, giusto sotto l'header. Per il momento come vedete è ancora un “work in progress” (mi ci vorrà un po’ di tempo), ma alla fine dovrebbe essere uno strumento molto utile per incanalare i lettori verso quei post, anche molto vecchi, i cui contenuti possono corrispondere ai loro interessi.In questo mio spazio, comunque sia, continuerò a scrivere di tutto, come in un grande diario. Continuerò a recensire i migliori libri letti, i migliori film visti, i migliori dischi ascoltati. Continuerò a riportare notizie curiose, a raccontare storie di fantasmi, a cercare di dare un’interpretazione personale ai grandi temi. Continuerò a parlare di miti e leggende, di misteri e di navi spaziali. Insomma continuerò a fare quello che ho sempre fatto e magari a farlo meglio.
Il prossimo passo sarà quello di decidere il destino di quelle pagine che sono là in cima da tanto tempo (Castelli, Chiese e Cimiteri). Il fatto che non le stia aggiornando da mesi significa che non hanno ragione di esistere? Non ho ancora deciso. Sarebbe un peccato cancellare tutto con un colpo di spugna. Forse c’è un altro modo per raccontare di quei luoghi? Ci penserò sopra. Nel frattempo… qualcuno là fuori ha delle idee o dei suggerimenti?
Mettere in piedi un palinsesto su The Obsidian Mirror è ancora prematuro. I miei altri impegni, il lavoro, la famiglia, non mi permettono di poter garantire il rispetto di alcun tipo di programmazione. A meno di non fermarmi e scrivere articoli a nastro a copertura di almeno i due mesi successivi, cosa che non mi va di fare, questo blog andrà avanti così, scegliendo i temi di volta in volta.Quello che invece posso fare, che non è un palinsesto ma quasi, è provare a lanciare delle rubriche a periodicità indefinita (quindi iniziative che non impegnano più di tanto). La prima rubrica partirà con un “numero zero” a breve: non anticipo nulla, se non che si parlerà di musica da un punto di vista un po’ particolare.Un’altra iniziativa nasce dall’analisi dei contenuti fino a qui inseriti nel blog. Mentre realizzavo l’indice degli argomenti, mi sono reso conto che ho parlato tanto di cinema ma, paradossalmente, poco di quegli argomenti che facevano parte della mia idea iniziale di The Obsidian Mirror: vale a dire leggende e misteri. Andremo insieme quindi a visitare luoghi affascinanti, magari qualche castello, qualche chiesa o qualche cimitero, perché no? Armato di macchina fotografica mi lancerò alla ricerca di storie da raccontare, partendo magari dalla mia stessa città, Milano, città che offre un sacco di spunti ma che, per chi ci vive tutti i giorni, è dannatamente difficile fermarsi ad osservare con gli occhi curiosi del turista.Infine, come è normale nel blogging, l’obiettivo è sempre quello di vedere incrementato il numero di visite. Ma questo, ahimè, non dipende esclusivamente da me. Questo è quanto, signore e signori! Auguro un buon 2013 a tutti e spero di ritrovarvi tutti qui tra 12 mesi quando, nel bene o nel male, tirerò le somme di quanto fatto.
Un ultimo pensiero, prima di chiudere, è doveroso dedicarlo al grande poeta genovese che ci ha lasciato proprio l’11 gennaio di qualche anno fa: Fabrizio De Andrè. E visto che ho parlato più sopra di dipendenza dal fumo, con quale miglior pezzo posso lasciarvi se non con il suo struggente “Cantico dei drogati”? (ascoltatelo pure ma vi avverto che è una canzone ad altro rischio-depressione)
Chi mi riparlerà di domani luminosi dove i muti canteranno e taceranno i noiosi? Quando riascolterò il vento tra le foglie sussurrare i silenzi che la sera raccoglie? Io che non vedo più che folletti di vetro che mi spiano davanti, che mi ridono dietro. Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto delle grandi pattumiere per i giorni già usati per queste ed altre sere. E chi, chi sarà mai il buttafuori del sole? Chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore? E soprattutto chi e perché mi ha messo al mondo, dove vivo la mia morte con un anticipo tremendo? Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota allora avrò il mio premio come una buona nota. Mi citeran di monito a chi crede sia bello giocherellare a palla con il proprio cervello, cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito. Come potrò dire a mia madre che ho paura? Tu che m'ascolti, insegnami un alfabeto che sia differente da quello della mia vigliaccheria.