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A proposito del pd

Creato il 14 ottobre 2013 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
A PROPOSITO DEL PDdi Paolo Cardenà- Quelli del Pd hanno la sconfitta nel sangue, nel Dna. Se si dovessero presentare all'ippodromo e scommettere su una corsa, dove a correre fosse un solo cavallo, sono sicuro che riuscirebbero ad arrivare secondi. Magari perché il fantino arriva prima del cavallo...
Nella situazione attuale, con un "centrodestra" vittima di profonde divisioni e ormai orfano della leadership di Berlusconi, il Movimento 5 Stelle che, per la maggior parte dei presenti in parlamento, non brilla affatto in termini di capacità e proposte concrete, il PD sarebbe dovuto essere un partito al 45% del consenso elettore, o forse oltre.
Tanto più se si considera che, geneticamente, questo partito dovrebbe interpretare e difendere al meglio le ragioni di coloro che, loro stessi, considerano la catena debole della società, e interpretare al meglio le difese e le ragioni di costoro. Quindi, quale occasione migliore per far breccia tra i milioni di disoccupati, cassaintegrati, tra gli altri milioni di inoccupati che hanno rinunciato a cercare un lavoro, o tra i milioni di persone che sono costrette all'emarginazione sociale, se non alla fame?
Ma così non è.Il Pd, non comprendendo il malcontento, né il dramma sociale che sta investendo questo paese disgraziato, non riesce ad intercettarne nemmeno il consenso in termini elettorali.
Perché, vi chiederete. La risposta è semplice da trovare: il PD non è un partito di sinistra. Sia ben chiaro: non è neanche un partito di centro e neanche un partito di destra. Il Pd è nulla di tutto questo. Il PD è caos, irrazionalità, mercantilismo, parassitismo, corporativismo, lobbismo, clientelismo. Insomma, è tutto tranne che un partito.
Per i molti amici che seguono questi pixel e verso i quali nutro sentimenti di profonda considerazione e amicizia, con il massimo rispetto nei confronti della vostre posizioni e della simpatia che nutrite verso questo partito, senza alcun dubbio e senza reticenza alcuna, posso dirvi che state spendendo le vostre capacità e la vostra buonafede a favore di un partito che non vi merita. 
Che non merita la vostra considerazione, i vostri riguardi, il vostro credo politico e il vostro voto. Perchè? Per il semplice motivo che il Pd ha avuto il coraggio di vendervi. E lo ha fatto innumerevoli volte. 
Solo per citare qualche esempio:Vi ha venduto sponsorizzando la peggiore finanza italiana: la più marcia e indegna a livello planetario. A questi capitani di (s)ventura, proprio quelli del PD, hanno consentito di mettere le mani su aziende strategiche, comprate a debito con veicoli societari di discutibile trasparenza, spolpate negli asset più strategici e redditizi e poi, una volta esaurito il valore, gettate in mezzo alla strada insieme alle decine di migliaia di occupati. E i sindacati? Silenzio assoluto, poiché collusi e conniventi sia con il partito che con i poteri forti.
Vi ha veduto e continua a farlo sposando a piena mani l'ortodossia criminale di un manipolo di tecnocrati europei, che impongono all'Italia politiche di austerità proprio al fine di confinare gli squilibri determinati dalla moneta unica. E lo stanno facendo proprio sulle spalle del segmento più debole della popolazione: le piccole aziende, e gli operai.
Come? Creando più disoccupazione: in modo che, per effetto della legge della domanda e dell'offerta, i salari possano appiattirsi verso livelli più bassi, conferendo maggiore competitività a favore del sistema italia. Ma attenzione! I salari che tendono ad abbassarsi, non sono quelli dei milioni di dipendenti pubblici, ancora tutti occupati, la maggior parte dei quali enorme bacino di voti per la casta che sta imponendo queste politiche. Sono solo quelli dei lavoratori privati, cioè i vostri.
Per loro siete stati e sarete solo merce da vendere.E se non ci credete, basta che osserviate il servilismo con il quale i leader italiani si genuflettono al cospetto dei tecnocrati europei. Solo che, ogni volta che si chinano, dovreste pensare che il culo che sporge da dietro è quello degli italiani.

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