Un libro di qualche anno fa sull’evoluzione dell’intrattenimento televisivo. Descriveva molte cose allora poco percepibili dai più e diventate evidenti successivamente: le ragioni del successo dei primi reality, i nuovi serial-tv, i videogiochi. L’autore incitava a non giudicare (lo slogan nel titolo) per una migliore comprensione dei fenomeni e per liberarsi dei vecchi cliché personali.
Tra le tante cose interessanti, la tv che si impossessava della musica, producendo non soltanto lo spettacolo, ma la stessa musica.
X-Factor, The Voice, Got Talent, ecc., programmi finanziati dall’industria discografica (Sony spende molto), consegnano grande visibilità ad ogni artista “vincente”, che inoltre firma un contratto dalle condizioni stabilite da una sola parte: la casa discografica. Una pacchia per l’industria.
Il pubblico si diverte perchè pensa di avere voce in capitolo. E’ lui che poi darà da mangiare agli artisti, è lui ad ammirarli e a sostenerli, quindi ritiene sia giusto che sia lui a sceglierli. In parte ha avuto ragione, in parte no, come sarebbe accaduto anche a un esperto.
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Ma il punto non è questo. Semmai è ciò che la Tv rappresenta oggi, non il mondo in generale, ma il suo mondo, comprensivo di musica: la musica della TV.
Chi ama la musica di qualità, dove per qualità intendo qualcosa di più appagante della “botta e via”, sa che la può trovare su Internet, in abbondanza e di ogni genere. La sottoscritta e buona parte di quelli che l’altra sera hanno visto l’Eurovision Song Contest, per le ragioni più diverse ( io ero con mia madre e scelgo programmi TV che la facciano sorridere, vista l’età e la malattia), non si aspettano dalla tv musica di qualità, ma intrattenimento per sorridere o divertirsi come scemi quando kitch e trash diventano esplosivi.
Poi c’era la componente “europea”. Vedere per una volta, e di questi tempi, l’Europa unita, anche se solo per un super spettacolo tecnologico (questo era) faceva riflettere e scusate se è poco.
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Inutile parlare di musica, della sua qualità, in questo caso. TV e musica di qualità sono da tempo due mondi diversi. Considerare il titolo del libro, fare proprio il suo slogan ha molti vantaggi. Può voler dire mettere da parte il giudizio e preferire la comprensione dei fenomeni, aderire meglio alla realtà. Come giorni fa mi ha detto un’amica: “il giudizio severo e generalizzante è solo una distrazione”.
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