"[...] Il silenzio imbarazzato/ di chi sa di non tornare/
la lasciò senza parole. /
Della porta che si chiuse/ non sentì neanche il rumore/
tanto forte era il suono del suo rancore./
Per guardarsi nello specchio/ mise l'abito migliore/
perché fosse più elegante il suo dolore./
Da quello che le ha sputato addosso/
Quando si comincia a recriminare/
è il momento in cui si sta per sparire. /
Mimosa bella/ riposa/ che il sogno ti dona./
Così pensò al loro primo incontro/
alla magia di quell'incanto/
alla sua gioia elementare/
quando un gesto primitivo/ si fa divino/
e a quella esaltazione del presente/
di un amore che ancora non ti ha chiesto niente/
Poi del lasciarsi il solito rituale/
dove ogni uomo diventa così banale./
Mimosa bella/ riposa che il sogno ti dona. [...]"