Magazine Attualità

A proposito di critiche

Creato il 19 agosto 2011 da Topolinamarta

Dopo aver assistito a una sfuriata da parte di un fan convinto che "le tue recensioni non sono obbiettive perché sei solo una frustrata invidiosa" (vi risparmio ulteriori dettagli sulla questione, visto che si è già parlato fin troppo di questo, perciò vi rimando direttamente qui), la mia bizzarra testolina di adolescente si è messa al lavoro ancora una volta, interrogandosi su questioni altamente filosofiche.

Perché se un lettore qualunque osa criticare un libro in termini più, diciamo, coloriti del solito (e con questo mi riferisco all'ironia, non certo agli insulti o alle offese pesanti), deve sempre saltare su un altro lettore ad accusarlo di invidia nei confronti dell'autore?

Perché, anche dopo aver ripetuto millanta volte che si è fatto di tutto per scrivere una recensione oggettiva e basata su fatti verificabili da tutti (con tanto di citazioni), si viene regolarmente accusati di essersi lasciati prendere dalla rabbia verso lo scrittore per i più svariati motivi? Perché giudicare positivamente va sempre bene, mentre giudicare in modo negativo è da presuntuosi, frustrati, invidiosi e chi più ne ha più ne metta?

Ho già in parte affrontato la questione all'interno della recensione dalla quale è partito tutto, ma non avendo materiale a sufficienza per costruirvi un post completo, in un primo momento ho pensato di aggiungere alcuni dettagli alla recensione stessa.
(I suddetti dettagli, per chi non avesse seguito tutta la faccenda, commentavano alcune affermazioni che Alessia Fiorentino - l'autrice del libro da me criticato - aveva scritto in un articolo sul suo blog, sempre a proposito delle critiche, con cui mi trovavo in disaccordo. Nessun problema se ve li siete persi: li troverete tali e quali anche qua.)

Poco fa, però, mi è stato segnalato un altro post, in cui Alessia Fiorentino metteva il link a una recensione del suo libro trovata su internet, che era stato commentato in modo, a mio parere, estremamente interessante.

L'argomento della discussione era proprio la recensione linkata da Alessia Fiorentino, che più che una recensione si trattava di un semplice riassunto del romanzo (proprio una bella recensione, allora, aggiungo io). Ciononostante, sia Alessia che altre due utenti erano concordi sul fatto che l'autore della suddetta recensione avesse letto il libro (come se una recensione-riassunto fosse una garanzia di qualità!), più un altro fatto che riassumo così:

chissenefrega se la recensione non è una vera recensione! L'importante è che sia positiva!

A questo punto, però, spunta il solito utente pignolo&rompipalle, che osa fare insinuazioni sulla scelta di trattare il suddetto libro come se fosse un fumetto o un videogioco, forse solo per attirare lettori, ovvero "fumettizzando" sia le illustrazioni sia - orrore degli orrori - lo stile, per un risultato piuttosto pietoso. Io che ho letto il libro non posso che concordare.
Alessia, giustamente, risponde alla critica facendo valere le sue opinioni: ammette di avere ancora tanto da imparare sulla scrittura, ma che la sua non è una trovata per conquistare dei lettori. Lo stile è semplicemente il suo.
L'utente, che di nome fa Gambero, replica con il seguente messaggio:

Non è un espediente, semplicemente c'è chi sceglie di mettere tutte le sue energie per migliorare la scrittura e c'è, sopratutto al giorno d'oggi, chi cura soltanto trama e ipotetiche illustrazioni per rendere la "facciata" migliore del contenuto. Sono del parere che uno scrittore debba scrivere, se poi vuol disegnare, può provare a fare il fumettista. Il fantasy ormai è diventato una cosa per bambini, prima era molto più serio come genere, non che reputi il tuo come un "vero" fantasy, poichè mi pare molto videoludico e immaturo. Comunque spero migliorerai in futuro e intanto di mando un "in bocca al lupo".

Messaggio, a mio parere, estremamente CCC, ovvero chiaro, corretto e competente. Oltre che veritiero al 100%, s'intende.
Ma questa volta non è Alessia a rispondere, bensì un'utente mai intervenuta prima, che ci delizia con un commento memorabile:

caro "gambero" se il fantasy non ti piace allora mi chiedo "perchè continui a leggere libri fantasy?". Se il modo di scrivere di alessia nn ti piace nn so cosa farci ma t i dico che ci sono molte persone a sostenerla!!!!!!!!!!!!!! (me compresa).Sitael nn è per niente immaturo. Per il fatto della copertina, allora, dovresti criticare parecchi libri per l'uso di immagini come copertina e penso che disegnarsi la propria è un modo per "entrare" di più nella storia e nei personaggi.Poi i "veri" fantasy non esistono!
P:S: ale nn ti preuccupare sei miticaaaaaaaaaa!!!!!!!!

Sorvolando sulla discutibile grammatica del messaggio, potreste cortesemente spiegarmi:
a) in quale punto del suo commento Gambero ha scritto che non gli piace il fantasy?
b) da quando in qua la qualità di un libro è direttamente proporzionale al numero di lettori che l'hanno apprezzato?
c) perché tirare in ballo altri libri, quando stiamo parlando proprio di Sitael?
d) da dove ha tirato fuori che i veri fantasy non esistono?

No, è inutile che cerchiate di trovare un senso in questo messaggio: nun ce sta, poco da fare. Ed è questo che apprezzo di più nei commenti delle fan incavolate con un lettore che ha criticato il loro libro preferito: sono talmente patetiche, scontate e infantili che ribattere diventa un gioco da ragazzi. Inoltre, si prova una soddisfazione assolutamente sublime a smontare pezzo per pezzo le loro "motivazioni", anche solo per il sadico gusto di farle arrabbiare ancora di più. ^^
Non dimenticatevi di notare, poi, l'ultima frase: Alessia non è certamente in grado di difendersi da sola, perciò tocca al suo intrepido esercito di fan a proteggerla fino alla morte!

Gambero ritorna all'attacco:

[...]proprio perchè sono un cultore del fantasy, reputo il fantasy di adesso scadente e immaturo (Fiorentino, Troisi ecc ecc), andatevi a leggere Ivanhoe o Sir Gawain, dove lì non servono disegni per far capire come sono i protagonisti, poichè sembrano uscire dalle pagine...Dici che i disegni servono? Peccato che a Dostoevskij non servivano o se proprio vogliamo citarne uno del mondo fantasy, direi che neanche a Tolkien servivano. Se poi si vuole inventare un genere fantamanga allora che si dica, ma questo stile non va bene nei romanzi di questo genere. Io vado anche contro al pessimo editing fatto (dalla Flaccovio non me lo aspettavo). Poi Alessia non si dovrebbe minimamente preoccupare per un solo commento negativo, figuriamoci...

P.s.: dire che i veri fantasy non esistono mi fa pensare molto sulla tua cultura di tale genere...

E la risposta dell'utente di prima non si fa attendere:

"caro" gambero,
forse hai ragione ho poca cultura fantasy, ma ne ho abbastanza per riaffermare che i fantasy veri nn esistono, xkè il libro te lo devi sentire dentro e sitael lo sentito eccome,mentre magari un tolkien no, tu, invece, nn hai sentito sitael ma i libri di tolkien si.
i disegni possono servire a me come ad altri no: le persone variano, è questo il bello!! [...]

Dato che esistono un sacco di libri fantasy che se la cavano alla grande anche senza piazzare la faccia del protagonista in copertina, forse questo accade perché i disegni sono assolutamente superflui, se l'autore sa tratteggiare bene i suoi personaggi... o no?
E poi, che razza di spiegazione è "i veri fantasy non esistono perché i libri te li devi sentire dentro"? Sarà la logica perversa che sta alla base dei moderni fanta-trash?
Comunque, anche io, se devo essere sincera, ho serissimi dubbi sulla sua cultura riguardo al genere fantasy...

A questo punto, per fortuna, entra in scena un'utente che pare sia dotata di un cervello razionale (anche se l'uso del SMSese mi fa nutrire dei dubbi). Vediamo un po' come fa continuare la discussione:

forse nn esisteranno "veri" libri fantasy, forse sì (nn voglio entrare in merito), ma nn dobbiamo dimenticare k si scrive anzitutto x sè stessi.

Altro ragionamento impeccabile: non si sa se i veri fantasy esistano o meno, ma ci stiamo scordando che la regola è scrivere per sè stessi. Il nesso logico? Mah, mistero...

Si scrive anke e soprattutto x comunicare qlcs k abbiamo dentro. Dunque, se i disegni servono alla scrittrice (ciao alessia ) x eprimere meglio qll k sente e ha sentito nll stesura dei personaggi, xk criticarla???

... E altra argomentazione patetica: chi scrive per tirare fuori quello che ha dentro avrà sicuramente scritto qualcosa di bellissimo.
Perché criticarla? Be', se i disegni dei personaggi servono a lei durante la storia, che se li disegni pure, nessun problema. Ma preferirei che non mi piazzasse l'immagina del suo Etenn dove non posso rifiutarmi di guardarla, mentre magari io me l'ero immaginato in modo diverso.

un'altra cs: tu (gambero) dici k lo stile di alessia deve migliorare ancora molto, e in parte sn d accordo cn te, ma allh dimmi: tu saresti capace di fare di meglio? di paragonarti ad un Tolkien o ad uno Scott, senza però rischiare di cadere in una banalissima copiatura dl loro stile??

Sinceramente? Penso che non ci voglia un genio per scrivere un libro con uno stile migliore di quello di Alessia.
Ad ogni modo, chi ha mai detto che ci si debba paragonare a Scott o a Tolkien per scrivere fantasy? Il discorso era incentrato sulle illustrazioni, non sullo stile. Quindi, di nuovo complimenti per l'innegabile logica del tuo commento, tesoro!

E qui ritorniamo sempre alla solita storia: Alessia ha scritto il suo libro a 14 anni, non dobbiamo mica pretendere che sia perfetto, anzi! È da lodare comunque anche se Sitael fa schifo, perché lei l'ha scritto con tutta l'anima!
Posso dire la mia? Allora:
1) È lodevole sì che una ragazza 14enne ami scrivere piuttosto che, per esempio, stare tutto il giorno a rimbambirsi davanti alla TV, ma c'è qualcuno che l'ha costretta con la frusta a pubblicare quando il libro era ancora acerbo?
2) C'è una bella differenza tra un linguaggio forbito e un linguaggio maturo, che può benissimo essere semplice senza tuttavia scadere nel banale e nel videoludico (ragazzi, quanto mi piace questo aggettivo! ^^);
3) Se si dovesse giudicare un libro per la passione con cui l'autore l'ha scritto, allora tutti i libri sarebbero capolavori. Persino Moccia mette un sacco di passione nei suoi "romanzi", eppure...

[...] concordo cn te sl fatto k oggi mlt fantasy nn possano competere cn qll di Tolkien ecc, anke se nn dobbiamo scordarci k dietro a quattro semplici parole c'è dietro un lavoro e una determinazione ammirabili!!! e sarebbero da leggere anke solo x qst motivo!!! [...]

Come accennavo poco fa, dietro a tutti i libri c'è una "determinazione ammirabile", per il semplice fatto che, se un autore decide di scrivere un romanzo, deve avere la determinazione per arrivarci in fondo.
Ma vale davvero la pena di leggerli tutti-tuttissimi, i libri? Be', considerato che il nostro tempo terreno è limitato e che nel mondo esistono più di 130 - centotrenta! - milioni di libri, credo che convenga fare una selezione dei libri che vale la pena di leggere davvero, piuttosto che scegliere alla cieca soltanto fidandosi dell'istinto. Il (tanto) tempo che si impiega leggendo Sitael si potrebbe occupare leggendo almeno due classici, che mediamente hanno un pelo di contenuti in più di una tale schifezzuola... e questo vale sia per me, che comunque cerco di equilibrare bei libri, storie decenti e schifezze (quest'ultime solo per un sadico piacere personale u.u), che per coloro che si cibano esclusivamente - e inconsapevolmente - di libri mediocri.

L'utente di prima continua, questa volta dimostrando perlomeno di sapere l'italiano:

Mi sembra ovvio che valga più quel gegno di Alessia, che ha scritto il suo libro a 14 anni, piuttosto che quello scemotto di Tolkien, che invece ne aveva 50 (più o meno)... elementare, no?
Scherzi a parte, torniamo come sempre alle solite storie: da quando per giudicare un libro bisogna tenere conto dell'età del suo autore? Alessia Fiorentino è più brava, vale di più, ha più merito di Tolkien solo perché aveva quarant'anni di meno? Deve sempre trattarsi della solita logica perversa, perché io una logica in tutto questo proprio non ce la vedo.

E ancora:

[...] sappi che ho letto molti dei veri Fantasy da te elencati, eppure continuo ad appassionarmi anche a letture tipo Sitael, e a sostenere quei giovani scrittori che, esponendosi in prima persona, realizzano il loro sogno di stringere tra le braccia un libro partorito dalla loro mente.

Se li hai letti con il naso posso crederci. In caso contrario... aiuto!
Ah, comunque, troverei più appropriato sostituire "partorito" con "abortito": renderebbe meglio l'idea (non necessariamente riferendomi a Sitael).

Gambero replica sempre in modo educato e impeccabile, facendo notare anche lui che nessuno ha obbligato Alessia a pubblicare così giovane, e che la sua giovane età non è una scusa per i vari errori e incongruenze commessi: un fantasy deve essere verosimile, o rischia di diventare solo assurdo e illogico. La risposta?

se,come dici tu, i fantasy devono essere verosimili,perchè chiamarli fantasy??se nel palazzo delle sirene c'è una scala,significa che alessia si è immaginata così! perchè criticarla se ha trasferito sulla carta i suoi pensieri e le sue avventure che aveva sempre sognato di leggere???

Tesoro, credimi: se fossi stata zitta avresti fatto una figura migliore. Ti sfugge la differenza tra "vero" e "verosimile"? Nessun problema, ma almeno non sbattere in faccia a tutti la tua ignoranza.
La storia della scala nel palazzo delle sirene, comunque, è stupenda: cose se ne fanno le sirene se non possono usarla? No, non chiedete: tanto è fèntasi, va bene tutto!

Un'altra perla di saggezza:

per la faccenda della grammatica di alessia dico che alcuni errori li ha fatti...ma trovo il suo linguaggio semplice e comprensibile a tutti,mentre tolkien usa un lessico pesante e antico (quivi,ove...)!!

Oserei dire fin troppo semplice e comprensibile... in certi punti era talmente piatto e insignificante che mi sembrava che stessi per crollare addormentata da un momento all'altro. Ma se te preferisci lo stile noioso e piatto di Alessia a quello pesante ma profondo di Tolkien, nessun problema, eh!

non so cosa combinino le case editrici con le "porcate" degli scrittori...ma se hanno pubblicato Sitael vuol dire che qualcosa deve pur averli colpiti! o mi sbaglio forse?

Come mai non mi stupisco che tu non sappia cosa combinino, mediamente, le case editrici quando si parla di un giovin scrittore?

poi non si scrive per se stessi o per altri...si scrive per il puro piacere di farlo,per la soddisfazione che si prova quando al termine della storia scrivi "FINE",per la gioia che si prova nel vedere i tuoi amici o parenti che,leggendo la tua opera,sorridono e ti dicono "BEN FATTO! "!

Quindi si scrive per sentirsi dire che si è bravi... complimenti, davvero!

p.s: non tirare in ballo la questione dei soldi... i lettori che amano veramente i libri non si curano di ciò! spenderei una fortuna per un libro che "mi somiglia",cioè che riflette le mie idee,che mi fa sentire a casa in quel mondo di carta e inchiostro e che mi fa sognare! ^___^

Su questo non commento neanche, va'... Ho una domandina, però: come fai a sapere che un libro "ti somiglia", riflette le tue idee eccetera eccetera prima di averlo letto, e quindi speso i tuoi soldi per acquistarlo? Anch'io spenderei 22€ per un libro veramente bello, ma visto che, di solito, i libri si leggono dopo averli acquistati...

Anche Alessia interviene per dire la sua:

Quindi se io voglio scrivere qualcosa, non leggo nient'altro perché è sicuramente diverso (e quindi da meno) di quello che io ho in testa, e poi non mi preoccupo nemmeno di dare una sbirciatina a quella palla del Signore degli Anelli... tanto lo so senza nemmeno leggerlo che è una noia mortale!

Penso inoltre che non esistano dei "veri" fantasy, come non esistono dei "veri" horror o dei "veri" gialli e così via: qua si entra nell'ambito dei gusti personali. A mio parere, il fantasy può avere più forme (penso che conoscerai i sottogeneri come l'urban fantasy, lo steampunk, il dark fantasy, il new weird eccetera; se non li conosci, li trovi su wikipedia). Penso anch'io che il mio tipo di fantasy sia molto diverso da quello di Tolkien, ma anche da quello di Paolini o di Gaiman.

Non esisteranno dei "veri" esponenti di ciascun genere (...), ma non è vero che si tratta solo di gusti personali: se così fosse, allora Sitael sarebbe tranquillamente più bello del Signore degli Anelli... per fortuna che non è così!
Ad ogni modo, sei proprio sicura sicura che il tuo libro non abbia niente in comune con Eragon? Ti do un indizio: cominciano per "s" e finiscono con "tereotipi"...

perciò per me il fantasy è quello che cerco di mostrare tra le pagine di Sitael. Ma se non ti piace, se lo trovi "videoludico e immaturo" (cit) puoi sempre dare fuoco alla tua copia del libro. Sappi però che la cosa non mi cambierà la vita in alcun modo, perché continuerò a scrivere quello che mi pare XD

Puoi dare fuoco alla tua copia e farci quello che ti pare, basta che poi non vieni a lamentarti con me che se il libro non ti è piaciuto è colpa mia. Sitael è supermegabellissimo, perciò se non ti piace l'unico scemo sei tu, eh! E, comunque, sappi che non me ne frega niente delle tue critiche, perché tanto sono inutili! Io sono già bravissima così come sono!
Ah, complimenti per la maturità dimostrata con questa risposta, davvero.

Vedete che succede quando un insignificante lettore si azzarda a criticare un libro? Viene attaccato e accusato, più o meno direttamente, di essere un invidioso che non sa apprezzare i libri. E credete che Alessia abbia risposto alle critiche mosse da Gambero, perlomeno per fargli sapere che le aveva lette? Ci mancherebbe altro!
No, Alessia non solo non risponde (fosse anche solo per ammettere i suoi errori, non è mica necessario creare un dibattito interminabile...), ma fa addirittura di meglio: prendendo spunto da un articolo di Licia Troisi, scrive addirittura un post, leggendo il quale è a dir poco palese che si stia riferendo alle critiche fatte da Gambero (anche se probabilmente non soltanto a quelle). Vediamo un po' cosa dice qui:

E qui ritorniamo sempre allo stesso punto: io sono uno scrittore bravissimo perché ho pubblicato, e se tu vuoi criticare il mio libro fallo pure, ma solo se condito da una serie infinita di "secondo me", "guarda che potrei anche sbagliarmi" o "ma io non me ne intendo", perché se no sei solo uno scrittore fallito invidioso & frustrato, che non sa accettare che io sia più bravo di te.

Inoltre, la nostra Alessia non sembra conoscere, come del resto tanti altri, la differenza tra critica e insulto. Quest'ultimo non è classificabile come critica, perché se io dicessi: "Questo libro è un nauseabondo escremento di scarabeo stercorario adatto solamente agli stitici", l'autore avrebbe pienamente ragione ad arrabbiarsi, poiché questa è soltanto una provocazione bella e buona. Un giudizio del genere è allo stesso livello di utilità di un "BllximoOoOoO!!!!!!11!!1!", ma con una differenza rispetto a un insulto: chi insulta un libro in questo modo, magari senza motivare la sua affermazione, non è un critico: è solo un maleducato. Una critica vera, invece, è quella che, pur essendo ironica, dura e quant'altro, contiene sempre una parte costruttiva, e sono proprio queste le critiche che servono di più agli scrittori: più uno scrittore si inca22a nel vedere che la sua creatura viene stroncata (ovviamente con attacchi motivati, e non scritti alla "tanto per"), più sarà motivato a migliorare quando ritornerà a scrivere. Dal mio punto di vista di aspirante scrittrice che già ha avuto a che fare con parecchie critiche, credo che questo sia l'unico modo concreto che un autore ha per diventare un autore migliore. Ma se un autore bolla tutte le critiche come attacchi personali scritti da un frustratinvidioso™ e prende in considerazione solo le sviolinate, credete che migliorerà? Basta leggere il secondo libro di Elisa Rosso per accorgersi che no, non si migliora affatto. Anche se continuare così, a suon di "Bellissimo, stupendo, meravigliosooo!!!", è tremendamente comodo.

Almeno una parte costruttiva si trova sempre in una buona critica. Ma per riuscire a trovarla e a metterla in pratica occorre una qualità sempre più rara tra gli scrittori: l'umiltà.

* * *

Una piccola nota finale: con questo post scriptum mi sembra di ribadire l'ovvio, ma non si sa mai... Dico solo che NON ce l'ho con Alessia Fiorentino, con le sue lettrici o con chiunque altro: ho già espresso quel che penso sul suo romanzo nell'apposita recensione, perciò per eventuali lamentele vi indirizzo là. Così come "Critica tu che critico anch'io" non è stato scritto per prendere in giro l'autore dei commenti poco carini, questo articolo vuole solo dare delle prove su quanto sia difficile discutere di critiche senza scatenare un putiferio. Essendo sia i post che i commenti di un blog a disposizione di tutti su internet, non penso di aver fatto un torto a nessuno copincollando le citazioni che avete trovato in questo articolo e commentandole.
Se qualcuno volesse fare lo stesso, ovvero contestare le mie affermazioni, che si senta libero di farlo, qui sotto tra i commenti o scrivendovi a sua volta un post sul suo blog. Gradirei, però, che le eventuali contestazioni fossero motivate con argomentazioni valide, e non buttate a caso alla "tanto per".


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