Alla crescita impiantistica hanno contribuito fattori sia strutturali ( come l’attribuzione delle competenze sportive alle regioni e alla obbligatorietà ai comuni di spendere per lo sport) conseguenti al miglioramento qualitativo della vita e alla maggiore disponibilità di tempo libero. Gli utenti dello sport in Italia sono in continuo aumento, cioè le persone che praticano in forma più o meno impegnativa, sono decuplicate nell’ultimo trentennio . Appartengono a tale complesso di utenti:
I tesserati delle Federazioni sportive nazionali e discipline associate
Gli iscritti agli enti di promozione sportiva
Gli appartenenti ai club privati o associazioni varie, difficilmente qualificabili
Da un censimento sull’impiantistica sportiva fatto dal CONI risulta che il 6% delle palestre polivalenti sono chiuse, il 20%
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mal conservate, il 25% sotto utilizzate, mentre il 70% non è omologata per svolgere pratiche agonistiche. Nonostante il fatto che gli impianti sportivi vengono gestiti male, il credito sportivo continua ad erogare denaro per costruire strutture dove si riscontrano errate realizzazioni, carenti manutenzioni,obsolescenza dell’impianto stesso, ma soprattutto irrazionale gestione con gravi conseguenze di sperpero del denaro pubblico.
La pratica sportiva sia a livello competitivo sia a livello di pura partecipazione , sono da considerarsi essenziali per la crescita civile degli individui ma la mancanza quasi generalizzata di programmazione ai vari livelli con delega ai comuni di pianificazione operativa, la carenza di chiari standard di caratteristiche tipiche di riferimento e dimensionamento, con difficoltà di determinazione di caratteristiche tipiche e conseguenti realizzazioni di inadeguatezza per dimensioni e servizi resi. L’insufficiente correlazione operativa tra le componenti interessate, la scarsa conoscenza dei problemi di tipo gestionale con gravami conseguenti sui bilanci del comune. Oltre alla mancanza di una cultura sportiva da sostenere fin dalla scuola dell’obbligo supporto di crescita e di conoscenza per i giovani. Tutto questo genera gravi situazioni e conseguente insoddisfazione del mondo sortivo.
Occorre un definitivo piano programmatico che sia volto negli interessi dei giovani praticanti di sport ma soprattutto a tutto quel mondo adolescenziale che oggi abbandona lo sport in giovane età.
Il piano programma deve tener conto di un riequilibrio dell’offerta sportiva, la gestione corretta delle risorse disponibili, l’incentivazione dell’uso polivalente degli impianti, il connubio fra scuola sport, l’allargamento dello sport di base, la dilatazione dei tempi dell’accessibilità delle strutture.
Novara non è lontana da queste considerazioni dove oggi ci troviamo davanti a situazioni che se ben analizzate probabilmente le strutture sarebbero state adeguate alla vera richiesta di sport. Probabilmente nelle varie progettazioni non si sono tenuti in evidenza i dati del CONI dove si evidenziava che la città di Novara pur essendo la seconda città del Piemonte ha il numero più basso di tesserati praticanti delle altre Città. Pensate alla nostra storia: Novara università del pattinaggio a rotelle, ma le società non trovano spazi adeguati per potersi allenare, negli anni passati la ginnastica è stata una grande scuola, oggi sono ridotte a soluzioni disperate, l’atletica è sempre stata al passo con i tempi ma oggi il campo di atletica è pressoché vuoto, per non parlare della scherma, del yudo e altri ancora, anche questi sono sport meritano dignità e attenzione.
scritto da: Massimo Contaldo