A proposito di impianti sportivi

Creato il 15 luglio 2011 da Quattroparole

Lo sport ancora oggi, possiede una forza attrattiva e propulsiva di tale energia da poter incidere in modo straordinario sulle sensibilità ed emozioni di milioni di persone di tutte le età. D’altra parte, però un po’ come tutte le società, anche lo sport si interroga oggi su quali debbano essere i suoi principi guida e su come testimoniarli. Se da una parte lo sport professionistico è sottoposto alle logiche di denaro e dello spettacolo, dall’altra è profondamente in crisi proprio perché ha perso di vista le inquietudini e le domande che da sempre lo nutrivano, quali, ad esempio: che tipo di persona formare, quali valori proporre,in che misura essere scuola di vita per favorire la crescita della persona. Purtroppo le ragioni della crisi sono di natura etica e antropologica. In Italia  Ben tre quotidiani sportivi e più di trecento testate  di periodici trattano lo sport nelle sue differenti angolazioni. Solo calcio, oppure solo calcio di rigore? Eppure non ci vorrebbe molta fantasia per scoprire che le Federazioni Sportive Nazionali sono più di 50 e che gli sportivi praticanti tesserati sono oltre 4 milioni con più di 700 mila operatori, e vanto del nostro modello sportivo più di 70  mila Società, oggi denominate Associazioni Sportive Dilettantistiche e che il Piemonte regione dove si sono svolte le Olimpiadi Invernali è la regione con meno tesserati, pari all’Abruzzo e al Molise  che per dimensioni sono più piccole (Dati CONI 2010). Pensate con queste cifre assolutamente importanti nelle scuole non  esistono medici per certificare l’idoneità sportiva dei ragazzi e il 50% dei Comuni in Italia e privo di idonei impianti sportivi.  Intanto che aspettiamo una legge sullo sport che sia seria che dire delle strutture, dello sport per tutti, di tutti, con tutti? Oggi il CONI sigla un protocollo d’intesa con il Ministero della salute per definire un percorso di prevenzione della salute attraverso i medici Pediatri per arginare il crescente numero di bambini obesi, ma solamente 4 regioni potranno fare la cosiddetta sperimentazione, il resto si vedrà.  Che confusione, ma perché una buona volta no si analizzano i dati che abbiamo a disposizione per fare una programmazione  seria che si lega al numero di praticanti per singola Federazione Sportiva.

Alla crescita impiantistica hanno contribuito fattori sia strutturali ( come l’attribuzione delle competenze sportive  alle regioni e alla obbligatorietà ai comuni di spendere per lo sport) conseguenti al miglioramento qualitativo della vita e alla maggiore disponibilità di tempo libero. Gli utenti dello sport in Italia sono  in continuo aumento, cioè le persone che praticano in forma più o meno impegnativa, sono decuplicate nell’ultimo trentennio . Appartengono a tale complesso di utenti:

I tesserati delle Federazioni sportive nazionali e discipline associate

Gli iscritti agli enti di promozione sportiva

Gli appartenenti ai club privati o associazioni varie,  difficilmente qualificabili

Da un censimento sull’impiantistica sportiva fatto dal CONI risulta che il 6% delle palestre polivalenti sono chiuse, il 20%

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mal conservate, il 25% sotto utilizzate, mentre il 70% non è omologata per svolgere pratiche agonistiche. Nonostante il fatto che gli impianti sportivi vengono gestiti male, il credito sportivo continua ad erogare denaro per costruire strutture  dove si riscontrano errate realizzazioni, carenti manutenzioni,obsolescenza dell’impianto stesso, ma soprattutto irrazionale gestione con gravi conseguenze di sperpero del denaro pubblico.

La pratica sportiva sia a livello competitivo sia a livello di pura partecipazione , sono da considerarsi essenziali per la crescita civile degli individui ma la mancanza quasi generalizzata di programmazione ai vari livelli con delega ai comuni di pianificazione operativa, la carenza di chiari standard di caratteristiche tipiche di riferimento e dimensionamento, con difficoltà di  determinazione di caratteristiche tipiche e conseguenti realizzazioni di inadeguatezza per dimensioni e servizi resi. L’insufficiente correlazione operativa tra le componenti interessate, la scarsa conoscenza dei problemi di tipo gestionale con gravami conseguenti sui bilanci del comune. Oltre alla mancanza di una cultura sportiva da sostenere fin dalla scuola dell’obbligo supporto di crescita e di conoscenza per i giovani. Tutto questo genera gravi situazioni e conseguente insoddisfazione del mondo sortivo.

Occorre un definitivo piano programmatico che sia volto negli  interessi dei giovani praticanti di sport ma soprattutto a tutto quel mondo adolescenziale che oggi abbandona lo sport in giovane età.

Il piano programma deve tener conto di un riequilibrio dell’offerta sportiva, la gestione corretta delle risorse disponibili, l’incentivazione dell’uso polivalente degli impianti, il connubio fra scuola sport, l’allargamento dello sport di base, la dilatazione dei tempi dell’accessibilità delle strutture.

Novara non è lontana da queste considerazioni dove oggi ci troviamo davanti a situazioni che se ben analizzate probabilmente le strutture sarebbero state adeguate alla vera richiesta di sport. Probabilmente nelle varie progettazioni non si sono tenuti in evidenza i dati del CONI dove si evidenziava che la città di Novara pur essendo la seconda città del Piemonte ha il numero più basso di tesserati praticanti delle altre Città. Pensate alla nostra storia: Novara università del pattinaggio a rotelle, ma le società non trovano spazi adeguati per potersi allenare, negli anni passati la ginnastica è stata una grande scuola, oggi sono ridotte a soluzioni disperate, l’atletica è sempre stata al passo con i tempi ma oggi il campo di atletica è pressoché vuoto, per non parlare della scherma, del yudo e altri ancora, anche questi sono sport  meritano dignità e attenzione.

scritto da:  Massimo Contaldo


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