A proposito di Kiev: lettera aperta di un giovane ucraino

Creato il 14 dicembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Giorni fa ho scritto ad un amico ucraino, per fargli qualche domanda su cosa sta accadendo in queste settimane a Kiev. Dopo la “rivoluzione dei giovani turchi” dello scorso giugno, ho capito che le piazze vanno vissute per comprenderne gli umori. Konstantin, classe 1986, mi ha risposto con questa lettera aperta su Facebook, che condivido con voi, cari lettori di Failcaffé.

traduzione a cura di Silvia Cardascia

Cari amici internazionali,

Apprezzo molto il vostro interesse e i vostri messaggi incoraggianti in relazione alla crisi politica che si sta dispiegando nelle ultime tre settimane in Ucraina. Dal momento che le vostre domande e i vostri messaggi di sostegno stanno crescendo in numero, sono entusiasta di condividere con voi alcuni punti chiave, in veste di partecipante ad #Euromaidan. Spero che questo breve riassunto offra un quadro più completo di quanto possano fornire singole risposte separate.

La società civile ucraina sta protestando contro repressioni politiche, violenza e corruzione (più che a favore dell’integrazione europea di per sé). Dal momento che il potere statale del presidente Yanukovich, sta diventando sempre più autocratico, la solidarietà e il sostegno di Paesi con democrazie consolidate sono molto preziosi.

I media internazionali, a volte, semplificano eccessivamente la situazione, scrivendo e trasmettendo che gli ucraini si sono riversati nelle strade solo per esortare il presidente Yanukovich ad avvicinare l’Ucraina all’Unione europea. In realtà, noi protestiamo contro l’autocrazia e l’abuso dei diritti umani, dopo che alcuni attivisti, fautori dell’integrazione europea, sono stati violentemente picchiati e arrestati dalla polizia il 30 novembre. Questa è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il malcontento pubblico.

Le richieste dei manifestanti ai politici sono le seguenti:

1)   Immediata interruzione della repressione politica nei confronti di pacifici sostenitori civili dell’integrazione europea e degli oppositori al regime marcio del presidente Yanukovich;

2)   Scarcerazione degli attivisti civili;

3)   Dimissioni e condanna di tutti i colpevoli della violenza contro le persone: primi fra tutti, i poliziotti antisommossa e il ministro degli affari interni; poi, il primo ministro, il quale non solo fa da scudo ai crimini governativi, ma non conosce neanche alcun rimedio per la recessione economica dell’Ucraina, anzi la peggiora.

Per l’Ucraina, l’armonizzazione istituzionale con l’UE rappresenta la chiave e (probabilmente al momento) l’unico catalizzatore per l’implementazione di riforme interne, la lotta alla corruzione, la ristrutturazione dello Stato di diritto, il rafforzamento della giustizia e della democrazia. Si tratta prima di tutto di valori – più che di importazioni spicciole, visti Schengen o libera circolazione della forza lavoro. L’arrogante e improvvisa decisione di Yanukovich di rifiutare di firmare l’accordo di Associazione con l’UE (associazione e libero mercato) ha costituito solo il pretesto e non anche la ragione delle proteste di massa.

Nei giorni dal 21-29 novembre le manifestazioni sono state sporadiche e guidate principalmente da studenti i quali si sono resi conto che c’è poco posto per giovani onesti e istruiti in un ambiente degradato dalla corruzione e dalla cleptocrazia. E’ avvenuta poi inaspettatamente l’esplosione di rabbia pubblica, scatenatasi il sabato mattina successivo (30 novembre). Verso le 4 del mattino, un gruppo di circa 300 studenti in sciopero pacifico è stato violentemente attaccato dalla polizia. Successivamente, molti di loro sono stati portati in ospedale, altri arrestati, altri ancora dispersi. Scusa ufficiale della polizia è stata la necessità di sgomberare per fare spazio all’albero di Natale che doveva essere installato dai comuni! Non sto scherzando, questa è la dimostrazione di quanto sono cinici. Si, in Ucraina c’è un grado dolorosamente alto di tolleranza per i crimini economici e politici, ma vi è praticamente tolleranza zero per la violenza di Stato. E lo Stato stesso non era mai stato così violento prima d’ora, nei confronti di protestanti pacifici.

E’ difficile prevedere l’esito della crisi politica, ma in generale le prospettive sono le seguenti:

1)   In caso di sostanziale assenza di pressione su Yanukovich & Co. esercitata dagli organismi internazionali, la crisi verrà imprevedibilmente e in modo non trasparente risolta dalla coppia politici e oligarchi a spese della democrazia. I loro interessi hanno poco (se non alcun) fattore in comune con quello del popolo ucraino. O gli oligarchi manterranno la loro quota di potere sostanziale nell’arena decisionale globale (ossia l’instabile status quo)- o i burocrati saranno mossi da Yanukovich e oligarchi dietro le quinte (caso peggiore- simil modello di governance russo/ bielorusso).

2)   Nessun risultato politico immediato può essere considerato di lungo periodo, a fronte delle elezioni presidenziali di marzo 2015.

3)   La situazione economica dell’Ucraina sarà sempre più precaria, a causa del dilagare della crisi economica. L’export industriale continua a contrarsi e i rimborsi del debito sovrano raggiungeranno il picco nel primo quadrimestre del 2014. La valuta locale ‘hryvnya” sarà probabilmente deprezzata e comporterà costi politici elevatissimi per Yanukovich, dal momento che i consumatori domestici sono fortemente dipendenti dalle importazioni.

4)   Il regime dipende finanziariamente dall’UE e dal FMI. Yanukovich è ora alla disperata ricerca di finanziamenti. Il suo viaggio di “raccolta fondi” in Cina all’inizio di questa settimana ha avuto successo. La Russia è in grado di fornire finanziamenti, ma per Putin l’accordo avrebbe senso solo se Yanukovich garantisse la sua lealtà geopolitica alla Russia. Tuttavia, Yanukovich ha già fatto una scommessa politica sull’integrazione europea e un U-turn verso la Russia rovinerebbe la sua immagine di “mano ferma” (che è tanto amata dai suoi elettori). Il FMI è aperto al dialogo, ma a condizione di riforme impopolari: liberalizzazione del mercato dell’energia, introduzione del regime di cambi flessibili, ecc.

5)   Elemento più importante: la violenza della polizia e l’ulteriore aggravamento delle repressioni motivate politicamente, sono possibilità molto pericolose. Nel corso degli ultimi tre anni, Yanukovich ha consolidato un clan di giudici, procuratori capo e poliziotti corrotti. Pertanto, l’attenzione e il sostegno politico in corso e i messaggi di solidarietà dai Paesi con democrazie consolidate sono molto importanti per l’Ucraina ora!

E’ difficile trasformare in parole quanto sia stimolante e preziosa la vostra solidarietà! Oltre 70 le città estere che hanno ospitato incontri politici a sostegno dell’Ucraina.  ( mappa).

Piazza Indipendenza, epicentro delle proteste pacifiche contro il regime, saluta molti “tifosi” dall’estero. Polonia, Georgia, Bielorussia, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Italia, Russa, addirittura il Brasile –questo è solo un elenco incompleto di tutte le bandiere che sventolano.

La vostra attenzione e incoraggiamento promuovono la consapevolezza internazionale del regime autocratico di Yanukovich, e lo mettono sotto enorme pressione proprio nel momento in cui dipende maggiormente dai finanziamenti di Stati e organizzazioni finanziarie internazionali. I vostri incoraggiamenti sono salutati qui a grandi schermi da migliaia di persone provenienti da tutta l’Ucraina, che lottano per la giustizia, la democrazia e, naturalmente, l’integrazione europea.

Vi ringrazio per il vostro sostegno!

Cordiali saluti,

Konstantin Yakunenko (testo della lettera originale in inglese)

Kiev, 13 dicembre 2013

CRONOLOGIA

13 Dicembre: Piazza Indipendenza. Barricate ricostruite in un giorno, dopo che la polizia anti-sommossa le aveva rimosse e aveva attaccato manifestanti pacifici.

11 dicembre: gelo e neve non sono di ostacolo per la tutela dei diritti e delle libertà

10 dicembre: migliaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa tentano di rimuoverele le barricate e sgomberare i manifestanti da Piazza Indipendenza, ma sono costretti a ritirarsi perchè altri simpatizzanti accorrono numerosi (video).

9 dicembre: attivisti che arrivano da fuori Kiev pernottano e forniscono assistenza medica al municipio.

8 dicembre: vista aerea a 360° di Piazza Indipendenza.

8 dicembre: i manifestanti abbattono la statua di Lenin, come simbolo della caduta del totalitarismo. Le persone cantano: “Yanukovich, tu sarai il prossimo!”

8 dicembre:”Non colpire, ama e difendi”- azione civile di solidarietà tra persone e polizia

7 dicembre: gli ucraini cantano l’inno nazionale di fronte alla polizia anti-sommossa, bloccando la strada verso l’ufficio del presidente

5 dicembre: i comuni montano lo scheletro dell’albero di Natale di Kiev. Seconda ondata di proteste. Gli ucraini decorano l’albero con bandiere nazionali, richieste politiche e parodie di Yanukovich

30 novembre. Notte. Alcuni fautori dell’integrazione europea sono violentemente attaccati dalla polizia.

24 novembre: incontro a sostegno dell’associazione “Deep and Comprehensive Trade Agreement between Ukraine and the EU”, una settimana prima del summit di Vilnius. Pizza Europa, centro di Kiev.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :