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A proposito di Padoa Schioppa, di Renzi e dell'abc delle tasse
Creato il 04 novembre 2015 da Salvatore1Il 7 ottobre DEL 2007, intervistato da Lucia Annunziata, il ministro dell'economia, Padoa Schioppa, si divertì a scandalizzare gli italiani. Lo fece dicendo semplicemente la verità, una verità detestata dai superficiali: “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili”. Ovvio, no? O pensiamo di ricevere migliore e più economica protezione assoldando poliziotti privati? Di imparare meglio e più economicamente con precettori privati? Di curarci meglio e più economicamente con la sanità privata? Penso che Padoa Schioppa non mi avrebbe contraddetto se avessi osservato che però è normale (diciamo “intelligente”, o “furbo” se si preferisce) che ognuno cerchi di far pagare gli altri. Sia, legalmente, appoggiando soluzioni politiche convenienti (tassare più i ricchi o i poveri, ad esempio), sia, illegalmente, evadendo, dopo aver ben calcolato le probabilità di farla franca. Insomma è intelligente dire che le proprie tasse sono bruttissime. E che al contempo è intelligente e “bellissimo” volere che le tasse ci siano. Mi sostituisco presuntuosamente a Padoa Schioppa sviluppando la sua laica (non moralistica) lezione, giacché incredibilmente qualcuno ne ha bisogno. Stupidi quindi non sono gli evasori né i più ricchi che vogliono tasse regressive e l'abolizione delle tasse sulla casa (la prima e, se possibile, la seconda, la terza e la quarta) e che ragionevolmente voteranno “destra” né i meno ricchi che vogliono tasse progressive e che ragionevolmente dovrebbero votare “sinistra”. Stupidi sono i poveracci seguaci di Salvini o di Berlusconi che sposano il programma della tassa unica per tutti al 15%. Ma ora il premier, segretario del più grosso partito della “sinistra”, smentisce bruscamente me e Padoa Schioppa. Afferma impavidamente, come suo costume, che “le tasse non sono di sinistra” e che lui è lì per abbassarle. Insomma – e credo di interpretare bene- per lui le tasse sono “bruttissime” e la “sinistra” non può gioire tassando. Sarebbe stato bellissimo se il premier avesse detto che le tasse vanno spese bene. Non per pagare o strapagare inutili grandi opere e neanche per garantire uno stipendio agli impiegati imbroglioni o nullafacenti del Comune di S. Remo. Che l'essenziale è questo e non che salgano o scendano. Come essenziale è chi pagherà di più e chi di meno. E infine che sinistra” è far pagare di più a chi più ha e meno a chi meno ha. Ma il segretario-premier è assai diverso dal compianto Padoa Schioppa. L'economista, ministro del tesoro, era uomo intelligente, statista, interessato al bene pubblico. Il segretario-premier, in questa Italia istupidita in cui i più poveri scelgono Salvini, è uomo di grande talento e furbizia cioè capace di percepire velocemente il suo interesse. Operazione genialmente furba la sua. Custodire i voti del popolo di sinistra, quello che si affeziona alla Ditta e dimentica la sostanza. E conquistare le larghe praterie della destra con la concreta azione di governo. Mai governo è stato tanto amato da Confindustria. A ben ragione.