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A proposito di rivoluzione gentile

Da Suddegenere

A proposito di rivoluzione gentile.Tra i vari interventi che si sono susseguiti al primo incontro delle Donne Calabresi in Rete, le donne della Fabbrica delle Donne Cs, sono state cosi’ gentili da inviarmi il loro per posta. Un documento molto  intenso e propositivo:

 

” “

DOCUMENTO DI SOLIDARIETA’ AL CENTRO ROBERTA LANZINO E PER LA CREAZIONE DI UNA RETE CALABRESE DI DONNE CONTRO LA VIOLENZA

La violenza sulle donne ha l´aspetto del mare,

non il mare materno,

che accoglie e ingloba la vita multiforme,

ma il mare che dilaga

invadendo ogni interstizio della terra:

mare di sangue, che ritorna nel suo alveo

lasciando sulle rive corpi senza vita,

circondati da un silenzio trascendente,

silenzio assoluto.

L´immagine che ci è venuta in mente è questa: pochi giorni fa provavamo a “vedere” con gli occhi del cuore la tragica scena della madre pakistana che ha osato essere solidale con la figlia e ci si stringeva il cuore per la sua morte atroce, e oggi Sara, la mamma di Sara, la cugina di Sara: Sara uccisa, sprofondata in un pozzo, la mamma impietrita, violentata dalle telecamere, la cugina “sospettata”. Qui non c´entrano scuse di precetti religiosi: siamo in Italia, occidente, dove le donne pensavano di aver acquisito e consolidato diritti: e anche qui un passo avanti e due indietro, nella barbarie.

Siamo in Italia dove, come in tutto il mondo, l´aggressività maschile è la prima causa di morte violenta e di invalidità permanente per le donne.

Siamo in Italia dove la più recente normativa affronta la violenza sessuale come problema di “Sicurezza pubblica”, da affrontare con misure solo penali, lasciandone completamente da parte gli aspetti sociali e fortemente culturali, rimossi nelle zone più oscure delle coscienze.

Siamo in Italia dove la giustizia è ancora omologata al maschile e dove, ritorna imperiosa la figura della donna-oggetto, nella assoluta mancanza di reazione se, come afferma Lorella Zanardo, ripercorrendo il tragitto della realizzazione del documentario “Il Corpo delle donne”, di fronte a ragazze accucciate sotto una scrivania (nel ruolo di sostegno del tavolo) o appese seminude a un gancio come un trancio di carne in macelleria (nel gioco della domenica pomeriggio), la risposta alla domanda “ma non dite niente?” suona : “Eh ma la tv è così”.

Siamo in Italia dove resta dolorosamente assente ogni autocritica dei maschi rispetto a se stessi, nonostante l´appello dell´associazione Nazionale Maschile Plurale “La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola e l´impegno come uomini”.

Siamo in Italia dove una incultura di destra non solo ha dato l´affondo ai diritti sociali e politici delle donne, mettendo in discussione tutto quanto finora acquisito dopo anni di battaglie, ma sta cercando di cancellare anche una identità culturale ricca, che, parla il linguaggio di una politica altra e molto ha da dire su ogni questione.

Così siamo costrette ad occuparci, di nuovo, e prioritariamente di noi, della negazione di noi come persone, ponendo il dramma della violenza all´apice di ogni nostra riflessione e come premessa di ogni nostra battaglia civile, culturale e sociale.

E´ per questo che la “Fabbrica delle Donne per la Rivoluzione Gentile di Cosenza” nel suo documento programmatico pone le stesse domande con cui Lorella Zanardo chiude il suo documentario:

- Perché non reagiamo?

- Perché non ci occupiamo dei nostri diritti?

- Di che cosa abbiamo paura?

C´è chi paragona le energie e il pensiero delle donne ad un fiume carsico, che scorre sotterraneo e a tratti riemerge con forza in superficie.

E´ efficace anche l´immagine di una stella: agglomerato di luce che si raccoglie in un centro per poi diffondersi da esso in infinite direzioni e viceversa.

Riteniamo necessario in questo momento storico che il fiume riemerga con forza in superficie e la luce si raccolga in un centro.

C´è bisogno che noi donne in questo momento storico rinnoviamo il patto di sorellanza e di affidamento, ritroviamo le coordinate nel nostro parlare fitto tra di noi, come base per ridare voce e corpo al nostro orizzonte simbolico ricco, alla nostra capacità di andare nella profondità delle cose, di prenderci cura del mondo.

La drammaticità del problema della violenza sessuale sulle donne deve essere all´apice della nostra agenda di lavoro politico.

E allora le nostre proposte per la Calabria sono queste:

Considerando che non c´è assolutamente proporzione tra questa grande emergenza drammatica e le risposte istituzionali, sociali e culturali di contrasto messe in campo, riteniamo sia importante:

a) Organizzare una manifestazione regionale a Cosenza, in occasione della giornata del 25 novembre, di solidarietà al centro Roberta Lanzino , che abbia come tema fondamentale la richiesta della costruzione di una rete regionali di servizi di prevenzione e contrasto alla violenza

b) Realizzare, in preparazione della manifestazione, momenti di dibattito pubblico in tutta la regione sui percorsi fin qui fatto dalle donne in tema di contrasto alla violenza sessuale a partire dal Forum e dalla IV Conferenza Onu sulle donne di Pechino nel 1995;

c) Coinvolgere tutti gli organismi di parità della regione affinché mettano come primo punto della loro agenda di lavoro il problema della violenza. In particolare gli organismi di parità della regione e degli enti locali spingano affinché si creino assessorati con portafoglio espressamente dedicati al tema del contrasto della violenza e alla costruzione di centri antiviolenza, case rifugio e altri servizi socio-sanitari a favore delle vittime di violenza;

d) Sollecitare con forza le istituzioni regionali ad una piena applicazione della legge 20 del 2007, attraverso un idoneo finanziamento;

e) Investire la consigliera di parità regionale, la commissione regionale per le pari opportunità affinché sollecitano gli organismi regionali alla creazione di un tavolo di lavoro tecnico, magari attraverso la metodologia scientifica dell´Open Space, per l´adozione di “Linee guida regionali sulla creazione, gestione e funzionamento di una rete di servizi per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere; detto tavolo di lavoro tecnico dovrà anche creare un aggiornamento al riguardo delle principali fonti di finanziamento europeo ed elaborare dei progetti in partenariato.

f) Far rivivere “progetto donna” con tutte le sue grandi potenzialità creando una rete operativa tra le 105 associazioni di donne che ne fanno parte, cogliendo l´occasione del rinnovo del Coordinamento Regionale del progetto donna, previsto dall´articolo 3 della legge 22 del 1995, sollecitato in questi giorni dall´ufficio progetto donna; e chiedere con forza che il Centro Roberta Lanzino sia reintegrato fra le associazioni di progetto Donna!!!!!!!!!!!

g) Creare un ponte con le nuove generazioni per trasmettere i saperi delle donne e il loro particolare sguardo sul mondo, diffondendo il documentario di Lorella Zanardo “IL corpo delle donne” come occasione di dibattito e crescita per dire ai ragazzi e alle ragazze che un altro mondo è possibile a partire dal rispetto della dignità e della stessa vita delle donne.

E concludiamo con una sollecitazione di Mary Daly, nel suo testo “Al di là di Dio padre”:

Il potere della sorellanza non è un potere bellico.

Ci sono stati e ci saranno dei conflitti, ma la Causa Ultima non opera mediante il conflitto bensì mediante la forza di attrazione.

Non la forza di attrazione di un Magnete che è Dovunque, ma il potere creativo di attrazione del Bene che è Divenire che comunica se stesso.

Che è il Verbo dal quale, nel quale e col quale ogni vero movimento si muove”

LA FABBRICA DELLE DONNE PER LA RIVOLUZIONE GENTILE

C/O Biblioteca delle donne Meridiane

PIAZZA DEI BRUZI N.5

87100 – COSENZA”"

A proposito di rivoluzione gentile.
Seppur sentendomi molto vicina alla Fabbrica delle Donne, e seppur ritenendo la “gentilezza” un bene primario purtroppo in disuso e fuori “moda”, condivido assolutamente il sentire di Giovanna Vingelli quando durante la riunione, con i suoi modi educatissimi, ha espresso l’enorme stanchezza nell’essere “gentili” e nel non essere (forse per questo, mi chiedo?) neppure ascoltate…

(in foto: opera di Rosaria Iazzetta )


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