Il pallino è il mano al PD perché è il PD a governare il paese e devi guardare al PD romano, alla tranquillità che regna in queste settimane (pensate alla frenesia di Milano, ma anche di Napoli, città dove si dovrebbe votare stando al calendario negli stessi identici giorni di Roma), che si deve guardare per capire che non si voterà mai e poi mai.
Pensate solo alle figure di cacca che il PD, per mezzo di Franco Tronca, sta inanellando senza battere ciglio. Roba che fa perdere decine di migliaia di voti ogni volta, ma che viene incassata senza isterismi e arrabbiature: tanto mica ci si deve misurare con l'elettorato a breve. Tronca promulga ordinanze e non le comunica; Tronca annulla il concerto della notte di San Silvestro e poi - anche tramite il PD - è costretto a ripristinarlo; Tronca annuncia lo stop al traffico e poi il PD stesso (per non inimicarsi troppo l'elettorato dei commercianti, sticaxxi se stiamo tutti ammalandoci di asma e tumore ai polmoni) lo costringe a smentirsi dopo 6 ore. Il caos, che al confronto Ignazio Marino col suo staff di cazzari era Angela Merkel, eppure va bene così tanto non c'è rischio: non si vota mica!
Che non si vota, poi, lo puoi certificare dal fatto che ancora Matteo Renzi non ha giubilato Matteo Orfini. Un personaggio che da quando è stato messo a capo del partito romano commissariato, non ha fatto altro che danni, siparietti ridicoli e figurette da dilettante allo sbaraglio. La presenza di Orfini è la prima garanzia che il Partito Democratico non è intenzionato ad andare ad elezioni. Amenoché non prevalga la tesi del suicidio assistito: regalare la città ai grillini in modo tale che, grazie all'ingovernabilità di Roma, si impantanino definitivamente rendendosi scarsamente credibili anche a livello nazionale in vista delle elezioni del '18. Potrebbe essere anche questa una strategia.
Orfini avrebbe dovuto salvare un partito furfantesco, ma tutti i personaggi che avevano trasformato il partito in una conventicola per la gestione del potere e del denaro sono ancora in giro, indisturbati. Alcuni circoli che Fabrizio Barca aveva giustamente bollato come negativi sono stati per fino avvantaggiati. Il fatto è che il PD già ha pochissimo consenso residuo così, ci manca solo di decapitare le macchine delle tessere e i boss di quartiere: si va attorno al 6% e tanti saluti. (Questa è la awareness del Partito Democratico a Roma finché non deciderà di rivoluzionarsi). E così Orfini è stato sostanzialmente inutile se non dannoso. Per tacere poi sulla imbarazzante gestione della crisi di Marino. Ma il fallimento era scritto: come si può mettere il capo di una delle correnti cittadine di un partito come capo-commissario di quello stesso partito? Ovvio che il suo punto principale sarà favorire i suoi uomini piuttosto che salvare l'organizzazione e perseguire il bene della città. E così è stato. Lo si è dimostrato in maniera chiara durante l'episodio di Piazza Navona e del vergognoso bando: pur di tutelare i suoi lacché piazzati nei vari Municipi, Orfini è arrivato al punto di attaccare l'ex Assessore al Commercio Marta Leonori. Un fatto gravissimo che all'epoca raccontammo con cura: Orfini ci disse che eravamo dei "troll", dimostrando tra l'altro di non conoscere neppure il senso della parola.
Il fatto è che la classe dirigente orfiniana della città è quello che è. Una qualità davvero infima sotto tutti i punti di vista. Basta leggersi i curriculum: trovateci una persona con uno straccio di laurea e stappiamo uno spumante buono. Ma non ci riuscirete! Non si tratta magari di gente cattiva, men che meno di gente corrotta, si tratta semplicemente di poveri cristi che non hanno fatto mai nulla nella vita e vivono il loro orizzonte civico tra la passeggiata a Prati (rione distrutto, ma per loro sempre bellissimo) e la partita daaamaggica allo Stadio. Fine. Niente preparazione, niente confronto nazionale e internazionale, niente reali ambizioni e soprattutto zero visione. Se i problemi della città li attanagliano, beh, riescono a non dimostrarlo.
E arriviamo a l'altro ieri. Tutta la città scandalizzata dall'ennesimo scempio di Atac: metro chiusa il giorno di Natale a partire dall'ora di pranzo. Nulla del genere in nessuna altra grande città italiana. Molti politici, pur nella giornata festiva, si sono impegnati per capire, hanno esternato, hanno dichiarato, si sono informati. In particolare l'ex assessore Esposito. In tutto questo il commissario romano (e presidente nazionale) del PD cosa ha fatto? Che posizione ha preso? Cosa ha comunicato al suo elettorato e alla sua città? Ecco qui:
Il PD può sperare in un risultato dignitoso alle prossime elezioni solo trasformando tutto, in maniera davvero radicale. Finché sul partito ci sarà questa specie di cappa che garantisce vecchie modalità e vecchi atteggiamenti, potete star tranquilli: di elezioni neppure l'ombra.