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A Roma non gira un'anima e il commercio è in crisi? Ma allora perché i Fori scoppiano di gente?

Creato il 29 dicembre 2015 da Romafaschifo
A Roma non gira un'anima e il commercio è in crisi? Ma allora perché i Fori scoppiano di gente?

A Roma non gira un'anima, i negozi fanno segno meno mentre tutto il resto d'Italia fa un timido segno più, l'attrattività della città è in picchiata mentre salgono città "concorrenti" come Firenze, Napoli e soprattutto Milano. Tutto vero. Ma quale è il motivo? È qui che si sbizzarriscono i cazzari: è colpa dell'Isis (ma allora nelle altre città?), è colpa della crisi (e perché a Napoli non c'è crisi? Eppure la città pullula), è colpa delle targhe alterne (se vabè).

Poi un lunedì feriale (ieri, ore 16 circa) giri in bicicletta e noti che in centro effettivamente c'è la morte civile e invece a via dei Fori Imperiali c'è lo scenario che vedete. Migliaia di persone a passeggiare. E allora pensi alla domanda di cui sopra, quella dei cazzari: quale è il motivo? E lo scopri facile il motivo, il motivo è che oltre a negozi rimasti fermi a 35 anni fa con zero innovazione, zero idee, zero spunti, zero suggestioni e zero progetti, le strade fanno raccapriccio. Nessuno più ormai è disposto a passeggiare in mezzo a macchine in seconda fila, scappamenti, smog, clacson e gruppi elettrogeni che danno luce a stuoli infiniti di micidiali bancarelle. 

Ecco perché sull'Appia, sulla Tuscolana, a viale Marconi o a via Cola di Rienzo il segno davanti alle vendite è meno. Lo stesso motivo per cui i Fori Imperiali sono zeppi di persone. Un motivo di contesto. La gente invade i Fori per lo stesso motivo per cui invade i centri commerciali: la possibilità di passeggiare salvaguardati dal brutto delle auto e del commercio ambulante.

Il punto è, lo abbiamo ripetuto fino alla noia, che nei centri commerciali (perfino nei centri commerciali coatti e orrendi come quelli che sono stati realizzati a Roma, per il confronto andate, chessò, a Istanbul) la gente ritrova tutti i servizi minimi che i commercianti si rifiutano di offrire ai loro clienti nelle strade normali: pedonalizzazioni, zero rischi per girare con i passeggini, illuminazione, videsorveglianza, orari continuati, parcheggi interrati. È grazie a questi semplici e banali servizi, inesistenti nelle 'normali' strade commerciali, che a via Appia girano tre gatti sfigati e a Euroma2 non si cammina. Ed è sempre per questo motivo che moltissime città italiane si sono - da 15 anni per la verità - attrezzate nella realizzazione di quelli che si chiamano 'centri commerciali naturali'... Guardate la differenza tra via del Babuino e via di Ripetta. E chiedete ai commercianti di via del Babuino come è cambiata la loro vita (e i loro fatturati) da quando le auto in sosta sono state tolte da davanti alle loro vetrine...

Quando i commercianti inizieranno a capire che una bancarella sulla strada gli porta 10 persone (non clienti, persone) ma gliene fa perdere 50; quando i commercianti capiranno che una macchina in doppia fila di fronte alle vetrine (rese peraltro invisibili) gli fa guadagnare 1 cliente e gliene fa perdere 10 allora qualcosa inizierà a cambiare. Per il momento i commercianti romani se ne stanno paciosi nel secolo scorso. Ogni tanto grazie a qualche cantiere (Ripetta, Urbana...) si rendono conto che dalle strade quando togli le macchine sboccia un +40% di fatturato, ma poi non ce la fanno perché sì, è vero, si guadagnerebbe di più, ma poi con una strada sistemata non potrebbero loro per primi parcheggiare in divieto davanti al negozio (il 70% delle vetrine romane sono invisibili ai passanti perché coperte dalle auto dei proprietari delle vetrine stesse, giuro!) e allora meglio di no. Meglio tornare in letargo. Buon 2016!

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