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A Roma senza amore

Creato il 14 aprile 2012 da Vally @valeriarena
Non ho ancora visto l'ultima fatica(?) di Allen, ma ho ben sentito e letto le parole spese dal regista americano e i suoi attori all'anteprima svoltasi a Roma. E un'idea me la sono fatta.
Cosa vedo? Un Allen più annoiato, distaccato e indolente del solito. Un regista che fa finta di celebrare a parole il Belpaese, ma muore dalla voglia di prendere il primo aereo. Destinazione? Non lo so. Speriamo New York.
"Girare a Roma è stata una festa" afferma, ma dà sempre l'impressione di non credere a ciò che dice. L'amore, tanto celebrato in quel titolo immondo, questa volta non riesco proprio a vederlo; a Londra, a Barcellona e a Parigi il regista newyorkese si era speso(spesso male, ma lo aveva fatto!), mentre adesso sembra spento, disinteressanto e anche un pò disgustato dal suo ultimo lavoro. In effetti è inutile e prematuro parlare senza nemmeno aver visto il film, ma solo poche immagini e qualche intervista, ma quelle frasi e quei volti mi hanno lasciato addosso la sensazione di fallimento e insoddisfazione. Sembrerebbe che il legame tra Allen e l'Italia, un tempo forte e intenso, non esista più. Si è dissolto, insieme a Woody.
Un film girato per inerzia con l'aiuto del pilota automatico (e a vedere le immagine scattate sul set sembrerebbe proprio così), ma anche per la paura di fermarsi a riflettere sulla bruttezza e sull'inutilità della vita, come lui stesso spesso ripete. Non c'è trasporto, non c'è passione, non c'è connessione. Non c'è amore. O almeno così sembra.
Forse non è un caso che proprio ieri il regista americano abbia annunciato il suo ritorno cinematografico in America. New York e San Francisco. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
E poi a me la coppia Allen-Benigni non va proprio giù. Forse perchè si sono incontrati nel periodo più brutto e decandente della loro carriera cinematografica; due vecchie glorie alla ricerca di sé stessi che non riescono a trovarsi quasi mai. Uno fa film per non cadare nel vortice nero della vita avanzando per inerzia, e l'altro continua a riproporre gli stessi siparietti. Con una variante: Berlusconi è diventato Bossi. E così quel senso di deterioramento e sconfitta vivo negli occhi di Allen arriva fino a noi.
Io al cinema ci andrò. Forse per ricredermi. O per farmi ancora del male, perchè di Allen non riesco a fare a meno.

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