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Gentile Presidente del Consiglio, mi permetto di scrivere queste poche righe, per far chiarezza su un aspetto importante, forse a nome anche di altri cittadini. Che nominare il partito Forza Gnocca, fosse una battuta, l'abbiamo capito tutti. La nostra stima nei Suoi confronti è bassa, anche in merito alle sue facoltà intellettuali, ma non pensiamo che mai si potrebbe arrivare - nemmeno Lei - ad un così profondo pozzo di scemenza. O almeno lo speriamo, in cuor nostro.
Viceversa, quando Lei o chi per Lei, punta il fulcro della discussione sulla bacchettoneria degli italiani, che ormai non hanno più - e lo credo bene - senso dell'umorismo, potrebbe sembrare offensivo. Di quelle nostre capacità intellettive, appunto: capire che è stato detto per dire - anche se forse in cuor Suo, invece, qualche volta ci ha pensato veramente - è facile. Non siamo così stupidi, anche se Lei ci governa da ormai quasi due decenni - e qui, forse Lei potrebbe aver tutte le ragioni del mondo a insistere sulla nostra demenza. Il punto, però, non è quello del senso dell'umorismo, ma un altro o altri. Innanzitutto, gli italiani sono stufi di questo Suo modo di fare. Sentire George Clooney, che racconta di essere venuto ad Arcore a chiedere un paio di elicotteri per sostenere gli aiuti all'emergenza in Darfour e che si è fatto un sacco di risate, ha sentito un sacco di barzellette, ha visitato il letto che Le ha regalato Putin, ma poi nisba, niente più delle storielle divertenti e dell'affabilità, ma concretezza poca. Sa com'è, la cosa ci amareggia. Perché a noi Clooney ci piace - e ci piace anche il caffè che pubblicizza, anche se non è ecosolidale (un'altra volta Presidente, Le spiego cosa vuol dire) - e ci teniamo con certa gente fare bella figura. Quel "I gotta go" è brutto, anche mia nonna se la prenderebbe se l'ospite (travolto da un turbinio di cazzate) se ne andasse tagliando la corta il più in fretta possibile. Ma il punto, non riguarda solo George - il nostro amato George - il punto riguarda proprio quel modo di fare da venditore porta a porta - non quello di Vespa, ma comunque ci siamo quasi - anni '90. Tante chiacchiere, sorrisi, battute alla buona, poco succo ma sgay in tasca. Ieri sera ho visto un film - "Amore e altri rimedi", è carino se vi capita - in cui il protagonista, un informatore farmaceutico che è il primo a commercializzare il Viagra proprio negli anni novanta, mi ha ricordato proprio Lei - nelle note negative, s'intende, poi essendo un film ammmericano l'amore ha vinto su tutto e tutti vissero felici e contenti. Così non dovrebbe essere, mi spiego Presidente. E non mi riferisco la Viagra e qualche strano collegamento mentale che forse Lei potrebbe fare, vantandosi della sua ars amotoria. Io intendo il fatto che mi piacerebbe associare (mentalmente) il mio Premier a ben altre cose, piuttosto che ad uno che lecca il culo - mi perdoni il linguaggio - ai medici regalando penne, come faceva lei ai tempi in cui ha varato la Manovra (con dubbi risultati) con i pezzi grossi di Bruxelles, o come ha fatto tutte le volte che il Governo ha rischiato di cadere. Ma forse non è nemmeno questo il punto preciso: ecco forse potrei tirare in ballo il fatto che quella battutaccia sul nome, è stata fatta in un momento in cui si stavano celebrando i funerali di quattro povere donne morte sotto a macerie d'Italia a Barletta, senza nemmeno un messaggio di condoglianze ufficiale della Presidenza del Consiglio. E anche, poi, nel momento in cui Fitch, pochi giorni dopo Moody's, probabilmente finiva di scrivere le ragioni per cui declassava il nostro Debito Sovrano, concludendo il triduo di scomunica alla nostra economia e quindi al nostro Sistema Nazionale. Ma forse ancora non ci sono, mi sto avvicinando, ma non ci sono. Mi aiuti. Così, tanto per dire: l'idea di rinominare il Suo partito Le è venuta prima o dopo aver raccontato le barzellette alla Camera? No, giusto per sapere, perché in quel momento era in discussione uno scandaloso decreto contro le intercettazioni, e siccome di "quelle" intercettazioni in particolare si parlava, allora potrebbero esserLe tornate in mente certe intercettate. Semmai così si capisce tutto... Eureka! Finalmente ho capito qual'è il punto: stia tranquillo, il bunga bunga e le feste di Arcore, non c'entrano niente. O per lo meno non direttamente. Il punto è questo, ed era più semplice del previsto. Gli italiani vorrebbero vivere in un paese serio, non dico normale, ma serio. E in un paese serio, il Primo Ministro, come adesso Le piacerebbe farsi chiamare, non fa quel tipo di battute da bar, o per lo meno se le fa, sta attento al contesto e a fare in modo che non si vengano a sapere in giro, oppure non le dice e basta! Poi è vero che ci sarebbe anche tante altre cose, per far si che il nostro diventi un paese serio, ma intanto cominci Lei a dare il buon esempio. E se proprio non può, per il nostro bene, lasci perdere. Forse avrà dato tanto - a suo dire - e forse, anzi di sicuro, adesso è il momento di salutare tutti e andare a godersi la vecchiaia.
Con rispetto.
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