I dati parlano chiaro: la nostra economia perde sempre più pezzi, sotto i colpi della crisi. Tanti, troppi lavoratori, espulsi dal mercato del lavoro, faticano a ricollocarsi, a causa di un sistema, quello italiano, costruito male e gestito peggio.
Come salvarsi, allora, dal fuggi fuggi generale delle aziende, in cerca di lidi più economici? La risposta di molti è stata l'imprenditorialità. Secondo Infocamere, infatti, nel 2013 e per il nono anno consecutivo, il saldo delle imprese è in attivo: a fronte di oltre 371 mila aziende chiuse, infatti, ne sono state aperte ben 383 mila. Come mai?
Bhe, la cosa non deve stupire, basta pensarci su: quando un'azienda cessa la sua attività, infatti, parte dei suoi lavoratori finisce ad ingrossare le fila di disoccupati, mentre altri, più spregiudicati, tentano la via dell'imprenditoria. Questo non vuol dire, certo, che abbiamo trovato un modo per risolvere la crisi economica in Italia, anzi: queste nuove imprese, infatti, vanno ad immettersi in un mercato saturo ed altamente concorrenziale, dove solo il più forte sopravvive, mentre agli altri non resta che barcamenarsi tra la sopravvivenza ed il fallimento.
Naturalmente, il discorso non vale solo per chi perde l'impiego e cerca poi di crearsene uno nuovo, ma anche per chi non è ancora arrivato a mettere piede nel fatidico mondo del lavoro: i giovani. Per questa seconda categoria, però, c'è un vantaggio: essere dei nativi digitali. La frontiera della new economy, infatti, è ancora tutta da esplorare in Italia, a causa di politiche poco intelligenti, che hanno ostacolato la diffusione della rete e fatto aumentare il digital divide con il resto del mondo industrializzato. Un settore, insomma, che offre grandi possibilità, se si hanno le capacità per coglierle.
E se quelle capacità non le avete o non sapete come esprimerle, allora non vi resta che affidarvi a programmi come Revolutionary Road, un progetto finanziato da Microsoft, Fondazione Cariplo e Fondazione Filarete: si tratta, in pratica, di una vera e propria scuola di startup che, avvalendosi dell'appoggio delle università, spiega ai giovani talenti italiani come introdursi nel mondo della nuova imprenditoria digitale.
Il programma, giunto alla sua seconda edizione, è suddiviso in due parti: la prima è basata su una piattaforma online, cui possono accedere tutti i coloro che si iscrivono al progetto, attraverso cui viene impartita una prima istruzione di base, sui temi dell'imprenditorialità e sul mondo delle startup. La seconda parte, invece, è basata su veri e propri seminari, cui possono accedere coloro che hanno già in mente un loro progetto, ma non hanno idea di come metterlo in pratica. Quest'anno, Revolutionary Road si concentrerà, soprattutto, su due temi: l'imprenditoria femminile e lo sviluppo del Sud.
Al termine del programma, in teoria, i giovani partecipanti dovrebbero avere finalmente in mano gli strumenti per dar vita alla loro stratup, le migliori delle quali, potranno essere inserite nel programma BizSpark, un progetto internazionale di Microsoft, che mira a sostenere le startup più interessanti, mettendo a loro disposizione mezzi e strutture necessarie per emergere.
Emergere, però, non sarà certamente facile, in un mondo altamente competitivo come quello delle startup: come dice la canzone, solo "uno su mille ce la fa". Non basta, infatti, avere una bella idea e possedere le conoscenze tecniche per metterla in pratica, perchè servono anche spirito imprenditoriale e una mentalità manageriale. Per non parlare, poi, del proverbiale colpo di fortuna.
Chi riuscirà, però, potrà alla fine dire: "io ce l'ho fatta".
Danilo