Sarà forse per l’alternanza dei governi che si succedono nel nostro paese, ma io ho la sensazione che ogni volta che si propone una riforma della scuola, si tratta sempre di piccoli passi avanti che poi vengono aboliti per tornare alla situazione precedente: metti il latino, leva il latino, aggiungi indirizzi specialistici, togli gli indirizzi e riunifica i canali di studio, introduci il tempo pieno, abolisci il tempo pieno. Insomma la sensazione che ho è che stiamo girando in tondo da anni. In fondo quanto è cambiata la scuola da quando la frequentavamo noi? Mi sembra molto poco, ma soprattutto la cosa preoccupante è che non escono idee innovative (al di là delle famose 3i, che se l’inglese e l’informatica i ragazzi le dovessero apprendere solo sui banchi di scuola, staremmo freschi!). Non essendo io del settore sicuramente mi sfuggiranno tanti problemi e tanti dettagli, però mi capita di fare queste riflessioni ogni volta che mi accade di sentire o di leggere come si muovono gli altri paesi. Ecco per esempio ultimamente ho letto che in alcune scuole degli Stati Uniti hanno avviato un progetto sperimentale che prevede di dotare gli studenti di un iPad; io trovo che questa idea sia fantastica. Vi immaginate cosa significa per i ragazzi poter avere tutti i libri di testo, quaderni, appunti sul loro tablet, senza contare il contatto con l’insegnante e la possibilità di spaziare oltre le quattro mura della scuola? Ovviamente si tratta ancora di una sperimentazione, ma sembra che la cosa stia dando risultati apprezzabili e che quindi l’introduzione dell’iPad si stia allargando ad un più alto numero di studenti, oltre che a coinvolgere sempre più scuole.
Ma anche in Europa qualcosa si muove: proprio in questi giorni è in corso a Londra la maggiore fiera mondiale dedicata alle tecnologie per la didattica, al cui interno si trova di tutto. Qui la parte del leone la fanno le lavagne interattive di nuova generazione che, integrate con proiettori che permettono di incorporare contenuti multimediali, anche in 3D e con due altoparlanti, offrono una possibilità di apprendimento che le precedenti generazioni di studenti (e di insegnanti) non potevano neanche lontanamente immaginare.
Certo, anche in Gran Bretagna sono alle prese con crisi economica e tagli all’istruzione, ma qui il Primo Ministro Cameron ha dato alle scuole, agli insegnanti, alle associazioni di genitori, più potere per decidere come insegnare, cosa insegnare (e dove trovare i soldi per farlo). Ma, come si legge sul Guardian, “nel momento in cui ai docenti viene data più libertà per innovare, ci si aspetta che la tecnologia giochi un ruolo sempre più grande nel trasformare la scuola del ventunesimo secolo e il modo in cui viene impartita l’istruzione del futuro”.
Chissà cosa avrà in canna il nostro ministro Gelmini!