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“A SIGNAL” Uzupis - Vilnius, Lithuania. 2015Starting...

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“A SIGNAL” Uzupis - Vilnius, Lithuania. 2015Starting...
“A SIGNAL” Uzupis - Vilnius, Lithuania. 2015Starting...
“A SIGNAL” Uzupis - Vilnius, Lithuania. 2015Starting...

“A SIGNAL”

Uzupis - Vilnius, Lithuania. 2015

Starting from  April 13, 2015 Lithuania has censored the Russian TV channel RTR Planeta, accusing it of disinformation and incitement to hatred against Ukraine. An unprecedented decision in for EU media.

A measure that fully obscure  the Russian tv for 6 months (a TV channel registered in Sweden but with programs entirely in Russia and in Russian)  and it’s a TV that speaks to 200 .000 Russians living in Lithuania, 6.6% of the population.

The decisive episode is the speech Vladimir Zhirinovsky, vice president of the Duma, on RTR: “Our commanders should shred the foreign uniforms with swords,” said Zhirinovsky on that occasion. “The only way to get them to the negotiating table is pointing a gun to their heads, make them sit and sign agreements”. And again, “We have to threaten Brussels, Warsaw and Vilnius and make them start digging trenches.”

The action consists in the re-interpretation of “No Signal”, international symbol that indicates an interruption of programming.

The new resulting symbol represents the famous symbol of peace, and the message will change from “No signal” to “A signal”, a signal of peace, to indicate how the censorship, a measure that is usually perceived with negativity and synonymous with coercion, in this case is seen as a sign of peace and freedom, a break against a disinformation that wants to incite hatred, in this way it invites citizens to inform themselves through other channels and not remain passive.

The context in which the new signal has been placed (through prints applied on wall) strongly emphasizes the need to give a strong signal to avoid new fights, new hatreds and, consequently, further periods of destruction, crisis and difficulties.

This artistic intervention is NOT a position from a political perspective, but it is a simple gesture that highlights the contradictions that exist in our contemporary world between the concepts of “freedom” and “censorship.

——

A partire dal 13 aprile 2015 la Lituania ha oscurato l’emittente russa Rtr Planeta, con l’accusa di disinformazione e incitazione all’odio contro l’Ucraina. Una decisione senza precedenti nello spazio media dell’UE.

Un provvedimento che oscura completamente la tv russa per sei mesi, un’emittente registrata in Svezia ma con programmi interamente realizzati in Russia e in lingua russa. Da aggiungere, una tv che parla ai 200mila russi che vivono in Lituania, il 6,6% della popolazione.

La colpa decisiva di Rtr è stata quella di aver dato parola a Vladimir Zhirinovsky, vicepresidente della Duma: “I nostri comandanti dovrebbero fare a brandelli le uniformi straniere con le sciabole”, ha detto Zhirinovsky in quell’occasione. “L’unico modo per convincerli al tavolo dei negoziati è puntare una pistola alle loro teste, farli sedere e firmare gli accordi”. E ancora, “Dobbiamo minacciare Bruxelles, Varsavia e Vilnius e farli cominciare a scavare trincee”.

L’azione consiste nella reinterpretazione del  “No Signal”, simbolo internazionale che indica un’interruzione di una programmazione.

Il nuovo simbolo risultante presenta il famoso simbolo della pace, ed il messaggio si trasforma da “Nessun segnale” ad “Un segnale”, un segnale di pace, quasi ad indicare come in questo caso la censura, un provvedimento che solitamente è percepito con negatività e sinonimo di costrizione,  è una censura vista come segnale di pace e libertà, un’interruzione nei confronti di una disinformazione che vuole incitare all’odio, in questo modo si invita i cittadini ad informarsi attraverso altri canali e non rimanere passivi davanti alla sola informazione televisiva.

Il contesto in cui è stato inserito il nuovo segnale (attraverso delle stampe applicate su muro) rimarca fortemente la necessità di dare un segnale forte per evitare nuovi scontri, nuovi odi e, di conseguenza, successivi periodi di distruzione, crisi e difficoltà.

Questo intervento non è una presa di posizione dal punto di vista politico, ma un semplice gesto che mette in luce le contraddizioni che sussistono nella nostra contemporaneità  tra i concetti di “libertà” e “censura”.

#ephemeralism


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