Ultima prova per Dragon Ball: Xenoverse prima del lancio. Basteranno una storia inedita e il passaggio a PlayStation 4 e Xbox One a risollevare le sorti del Goku videoludico?
Quello di Dragon Ball è un brand dalla potenza esagerata. Partorito dalla matita di un giovane Akira Toriyama nel 1984, a più di trent'anni di distanza Goku e compagnia rappresentano una delle icone più universalmente riconosciute legate ai manga e più in generale all'animazione giapponese.
Diverse generazioni sono cresciute con il mito del piccolo Sayan con la coda chiamato a difendere la Terra affrontando sfide più grandi di lui, in un tortuoso percorso che con gli anni lo ha portato a conoscere le sue origini e dare sfogo alle sue potenzialità latenti. Il bel paese ha visto susseguirsi sugli scaffali delle fumetterie ben cinque edizioni più o meno ricche di contenuti extra e inediti, accompagnati dalla lunghissima e seguitissima serie animata, ma di un personaggio così di successo, non poteva mancarne una controparte videoludica. Qui la situazione è stata meno rosea delle aspettative e molte trasposizioni poligonali dei combattimenti del manga di Toriyama hanno lasciato i fan delusi e dispiaciuti per l'ennesima occasione persa. L'ultimo esempio in ordine di tempo è stato Dragon Ball Z: Battle of Z, uscito per PlayStation 3 e Xbox 360 forte di un roster piuttosto ampio ma carente dal punto di vista del gameplay e della varietà. A un anno da quel maldestro tentativo, Dragon Ball: Xenoverse è pronto a traghettare la serie sulle nuove home console forte di alcune idee interessanti che hanno tutte le carte in regola per dire qualcosa di nuovo in un panorama piuttosto saturo. Noi, in attesa del prossimo 27 febbraio, abbiamo avuto la possibilità di provare una versione quasi finale del titolo. Ecco le nostre impressioni.
Benvenuti a TokiToki
Alla base del nuovo Dragon Ball: Xenoverse c'è una storia originale che poggia le sue fondamenta sui viaggi nel tempo in seguito a dei cambiamenti negli eventi passati. Ecco allora che Radish riesce a scansarsi all'ultimo istante evitando il colpo finale di Piccolo, Vegeta e Nappa trasformati in scimmioni hanno la meglio su Goku e Freezer riesce a schivare la Genikidama e sconfiggere i Sayan.
Il passato viene quindi riscritto a favore dei cattivi che spadroneggiano in tutte le epoche storiche rafforzati dai poteri di due nuovi nemici, Towa e Mira, delle cui origini per ora sappiamo ancora poco o nulla. In preda alla disperazione Trunks chiede aiuto a Shenlong che gli manda in soccorso l'unico guerriero capace di rimettere a posto il passato e riportare tutto alla normalità, servendoci sul piatto d'argento la scusa perfetta per rivivere in prima persona tutti i più famosi e iconici scontri di Dragon Ball Z da una prospettiva completamente nuova. L'inizio della campagna coincide con la creazione del nostro personaggio attraverso un editor molto ricco che permette di personalizzarne ogni aspetto estetico, dagli occhi alla capigliatura, passando per naso, orecchie e bocca. La discriminante principale sulle fattezze del nostro alter ego virtuale sarà la razza che decideremo di scegliere, la quale avrà anche importanti ripercussioni sullo stile di combattimento adottato in battaglia. In tutto ce ne sono cinque: l'umano è il più equilibrato caratterizzato da una fase offensiva e difensiva bilanciata; il Sayan è invece un combattente di mischia puntando tutto sulla potenza che aumenta ogni qualvolta che la barra della vita scende sotto la soglia del 25%; il Majin è il più difensivo, una sorta di tank capace di assorbire un grande quantitativo di danni prima di cedere il campo; il Namecciano ha invece salute alta e veloce rigenerzaione della resistenza; infine c'è la Razza Frezer, molto veloce ma meno prestante delle precedenti nella fase d'attacco. Una volta sistemati razza, sesso ed estetica, verremmo proiettati al cospetto del figlio di Bulma e Vegeta all'interno della città di TokiToki, una location del tutto inedita che avrà lo scopo di fare da hub principale per le missioni e per la socializzazione con altri giocatori reali. Al centro della città sono racchiuse le pergamene del tempo che una ad una stanno cadendo sotto l'influsso malefico dei due nuovi nemici, dando origini alle variazioni temporali di cui sopra. Il meccanismo utilizzato da Dimps per riproporci i passaggi cardine della storia di Toriyama sembra funzionare a dovere, ma saranno molte le deviazioni sul tema volte a dare maggiore spessore alla componente single player. Innanzitutto possiamo contare sulla presenza dei maestri - tutti appartenenti al cast della serie - i quali ci insegneranno nuove tecniche per migliorarci in combattimento, progredire nel sistema di statistiche e sbloccare le abilità. Cambiare in corsa il nostro mentore di riferimento farà inoltre nascere inimicizie e rivalità dando accesso a eventi e righe di dialogo uniche perfettamente integrate all'interno della trama principale.
Dragon Ball Xenoverse - Video di gameplay
Botte da orbi
A diversificare ulteriormente la formula ci pensano le Missioni Parallele che si svolgono in precisi frammenti temporali e hanno obiettivi multipli da sbloccare in progressione. Queste potranno essere affrontate in solitaria oppure in compagnia di altri utenti online, anche se non sono ancora ben chiari i meccanismi che andranno a governare il matchmaking, così come il generale orientamento social di Dragon Ball: Xenoverse.
A sottolineare l'importanze di questi elementi secondari ci pensa il fatto che a TokiToki City è stato dedicato un intero quartiere in cui dedicarsi a questo tipo di interazioni, mentre nei rimanenti due si svolgono le missioni della trama principale e si ha accesso ai negozi, pieni di equipaggiamento e accessori da acquistare spendendo gli zeni guadagnati in battaglia. Ogni elemento contribuirà alla crescita delle nostre statistiche, costringendoci però e scegliere su quale migliorare anche in relazione alla razza scelta. Al di fuori della modalità Storia, si potrà di controllare tutto il roster di personaggi apparsi in Dragon Ball Z, quindi chi volesse sbizzarrirsi con Goku e compagnia non resterà deluso. Il sistema di combattimento pur non presentando nulla di innovativo si rivela intuitivo e immediato da utilizzare, con i tasti frontali utilizzati per calci e pugni, e il grilletto destro per avere accesso alle più spettacolari mosse speciali. Una prova così limitata del codice non ci consente di esprimerci in maniera approfondita sull'effettiva profondità del combat system, obbligandoci ad aspettare la versione finale per esprimerci in tal senso. Le enormi arene permettono si portare il combattimento da terra all'aria senza soluzione di continuità, con in più la possibilità di immergersi sott'acqua, che però non cambierà nulla in termini di fisica e pesantezza dei colpi. Il dinamismo dell'azione e la fluidità generale dei movimenti permettono di muoversi a piacimento in qualsiasi punto, anche se il tutto va a cozzare con una telecamera e tratti problematica che soprattutto quando si raggiungono i margini delle arene e in occasioni del cambio di bersaglio non si comporta in maniera ideale. Dal punto di vista visivo, la direzione intrapresa è quella di far sembrare il Dragon Ball videoludico il più simile possibile alla controparte animata: lo stile fumettoso è piuttosto riuscito ma sono gli effetti delle mosse speciali decisamente ben fatti a prendersi il palcoscenico. In controtendenza troviamo la città, invero piuttosto spoglia e piatta, e le collisioni con il terreno durante gli scontri, riprodotti fedelmente nel momento dell'impatto salvo poi sparire solamente qualche secondo dopo. Insomma, non tutto è curato e rifinito come ci aspettavamo, ma l'appeal del brand solido come una roccia e la decisione di proporre una storia inedita decisamente stuzzicante, sono solide frecce all'arco di Goku e compagni. Non ci resta che aspettare un mesetto, e sapremmo come andrà a finire.