La memoria. E’ uno dei motivi per cui scrivo. Sentire l’esigenza di non disperdere un patrimonio di vite, esperienze, cultura e di renderne partecipe quante più persone possibile, per continuare ad arricchire il patrimonio culturale dell’umanità.
Molte persone sto conoscendo in questo mio viaggio, che sono comparse o compariranno in queste pagine, che convogliano le proprie energie ed impiegano il loro tempo nel preservare e diffondere un pezzetto di preziosa memoria.
Questa è la motivazione alla base della realizzazione del film. L’operazione di Valter Veltroni nei confronti dell’eredità lasciata da Enrico Berlinguer.
Operazione quanto mai necessaria, a giudicare dai primi minuti della pellicola. “Quando c’era Berlinguer” è un album di fatti, ricordi, testimonianze su un uomo, la cui opera (com’è normale che sia) è stata giudicata non in modo univoco, pur nello stesso partito di appartenenza, ma la cui deontologia rimane, come esempio indiscusso.
Guardando il film ho rivissuto, col senno di persona adulta, fatti accaduti quando ero bambina, dei quali quindi non percepivo il senso ed il valore. Avevo la necessità di implementare la mia memoria, oltre a ricordare gli accadimenti avevo bisogno di contestualizzarli e comprenderne il significato e la portata.
Li ho rivissuti insieme a mio figlio ventenne, proprio nel tentativo di renderlo partecipe e consapevole di un pezzo di storia del nostro Paese, ed è stata una bellissima esperienza di condivisione. A prescindere dal credo politico. Bisogna conoscere la propria storia se si vuole diventare dei cittadini consapevoli.
Un’operazione bella e necessaria quella di Veltroni. Il racconto di una vita spesa per la politica fino all’ultimo anelito, il ricordo affettuoso di una persona che ha condiviso momenti belli e meno belli di un’esperienza politica ed umana, la ricostruzione di un pezzo di vita repubblicana ancora troppo vicino per essere trattato con distacco, ma sufficientemente lontano per essere analizzato.
La verità storica differisce in base all’occhio di chi guarda ed alla parola di chi racconta.
Ma il valore di Berlinguer emerge comunque, testimoni l’oceano di persone presenti al suo funerale: amato dai suoi elettori e stimato dai suoi avversari. Un “marziano” se comparato al valore di chi è attualmente alla ribalta politica.
Io sono convinta che alla base dalla condotta avesse una sola, unica parola, semplice ed essenziale, in base alla quale tutte le scelte e le convinzioni non possono che essere giuste o giustificate: RISPETTO.
Una serata istruttiva e partecipata quella di Spello, alla presenza del sindaco Landrini e di Valter Veltroni, che hanno introdotto la figura di Enrico Berlinguer, ma lascio, a chi volesse, ascoltare direttamente il ricordo di Berlinguer nelle parole di Valter Veltroni, scusandomi per la qualità del filmato.
Benedetta Tintillini