Titolo: A sud del confine, a ovest del sole
Autore: Haruki Murakami
Editore: Einaudi
Anno: 2013
Hajime, il cui nome significa “inizio”, nasce simbolicamente nella prima settimana del primo mese del primo anno della seconda metà del ventesimo secolo, ed è figlio unico – condizione alquanto singolare per il Giappone dell’epoca. Sembra destinato alla solitudine e all’isolamento, finché a scuola conosce Shimamoto: anche lei figlia unica e con qualcosa di speciale, dalla quale non riesce a staccare il pensiero.
Dall’unione delle loro solitudini nasce un’amicizia che scorre pacifica tra pomeriggi passati ad ascoltare vecchi dischi jazz e l’innocenza della compagnia reciproca di due bambini, le loro menti solo sfiorate dal pensiero di un coinvolgimento romantico a cui non sanno dare un nome o una forma. Ma la fine della scuola segna anche la loro separazione: Shimamoto si trasferisce in un quartiere diverso e i due si allontanano fino a perdersi di vista. Hajime, frastornato dai cambiamenti dell’adolescenza, si limita a conservare di lei un ricordo in un angolo del cuore, «come in un ristorante in cui venga poggiato, senza che nessuno se ne accorga, un cartellino con su scritto riservato sul tavolo più tranquillo e in fondo al locale».
Il passaggio all’età adulta e la relativa scoperta di sé corrisponde per Hajime a un periodo di profondo smarrimento e di inadeguatezza; la solitudine che lo ha sempre accompagnato cresce a tal punto da frenarlo dal vivere appieno la vita e le relazioni, le esperienze che incontra lo lasciano profondamente amareggiato e ferito. Poi, finalmente, a 30 anni Hajime conosce una ragazza di cui si innamora sinceramente e si sposa e in pochi anni diventa un uomo realizzato: una famiglia, due locali jazz di successo (come Murakami prima di diventare scrittore), ma tutto gli sembra preparato per lui, non reale: “Quella non sembrava la mia vita, mi dicevo, era come se qualcuno l’avesse preparata per me. Fino a che punto ero veramente me stesso?
In Hajime manca qualcosa, che prende un nome quando una sera ricompare Shimamoto, e manda all’aria le poche certezze che si era costruito con fatica.
A sud del confine, a ovest del sole è un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1992 e riproposto di recente con una traduzione italiana rivista. È forse tra i testi più delicati e realistici dello scrittore: il tema centrale è rappresentato dalla storia d’amore tra queste due anime solitarie e accompagnate per tutta la vita da un perenne senso di perdita e di sofferenza (come già in Norwegian Wood).
Nel romanzo ritroviamo alcuni dei temi cari all’autore: l’amore malinconico, fatto di privazioni più che di sostanza concreta, la ricerca di qualcosa di perduto, il vivere insoddisfatto del protagonista: “Le illusioni di un tempo non mi avrebbero più aiutato, non avrebbero più creato sogni per me. Non rimaneva che il vuoto, quel semplice vuoto che mi aveva accompagnato per anni e al quale avevo cercato di adattarmi. Ero tornato al punto di partenza, pensai, e dovevo abituarmici”.
Non mancano, come già in altri testi, i riferimenti musicali, a partire dal titolo: “A sud del confine” è una canzone del 1936 che parla di un uomo che si lascia sfuggire il vero amore, per poi ritrovarlo quando è troppo tardi. L'altra parte del titolo del romanzo, "A ovest del sole", si riferisce - come cita lo stesso Murakami - a una sindrome che colpisce i contadini dei territori Inuit, i quali se ne vengono colpiti camminano verso il sole che tramonta senza sapersi fermare, finché muoiono di stenti.
La stessa nostalgia trascinante è ciò che colpisce i due protagonisti, un sentimento talmente forte che rischia di rovinare le loro vite per sempre, che li fa perdere il senso della realtà. La loro è una fuga dal mondo, verso un passato irrecuperabile: questi “Star-crossed lovers” (ovvero “Amanti nati sotto una cattiva stella”, altra canzone di Duke Ellington che viene citata più volte nel testo) vivono i momenti insieme come sotto l’influsso di una febbre che li consuma, e il conflitto interiore che li tormenta finisce per svuotarli del tutto, portandoli a una morte dell’anima mentre inseguono il loro sole che tramonta.