Ho trascorso 2 giorni a Mirleft. Un paesino di poche case a circa 450 km dal Sahara occidentale e a due ore di macchina a sud di Agadir. Volevo vedere da tempo questa zona del Marocco. Ora ce l’ho sotto pelle. Uno dei “quadri” che mi sono rimasti più impressi dei miei 15 giorni marocchini.
Ancora poco battuto dal turismo occidentale, preservato nelle tradizioni e nella cultura del sud marocchino. Qui tutto è semplice e informale. La vita, la spiaggia, i ritmi. A Mirleft il tempo sembra fermo. Gradini che scendono a mare regalano una vista unica e colorata. Puntini di ombrelloni. Una spiaggia stracolma di ragazzi, bambini, famiglie in abiti tradizionali stanziate dalla mattina con intere cucine. Ti strappano un sorriso. Molti sono franco-marocchini in vacanza; molti sono invece locali. Una spiaggia sconfinata, molteplici insenature bagnate dalle onde di un oceano sfrontato.
Appena arrivati all’incrocio del paese (il centro nevralgico e’ proprio un incrocio stradale, prima di scendere verso le casette arroccate sulla costa) decine di marocchini, appena avvistano una macchina, cominciano a far dondolare dalle mani un mazzo di chiavi. Naoufal, la nostra guida, ci ha spiegato che così facendo mettono in affitto una camera o il loro appartamento. Dopo poco riusciamo a trovare la piccola strada fino al b&b Sally’s che ci ha ospitati (di cui parlerò in un altro post).
Siamo tutti al mare. Tutti vogliamo goderci, a proprio modo, una giornata in questo paradiso.
Rimango in silenzio. A guardare l’Atlantico. Ad ascoltarlo.
Consiglio: dopo aver sceso i gradini che vi portano nella prima spiaggia, quella più frequentata, basta passeggiare qualche centinaio di metri e spostarsi verso la seconda insenatura per arrivare in un angolo più intimo.