A tavola con gli scrittori – Eataly Bari

Creato il 11 aprile 2015 da Temperamente

Se cercate un’occasione per assaporare buon cibo, parlare di libri e chiacchierare con gli scrittori, andate a cena con gli scrittori.

Giovedì 9 aprile ho partecipato con grandi aspettative al primo appuntamento della serie “A tavola con gli scrittori”, presso Eataly Bari. È intervenuta Antonella Gigante, nelle vesti letterarie dell’Alice di Lewis Carrol (ho scoperto solo quella sera che è stato un insegnante di matematica!).

La scrittrice in questione è una creatura poliedrica, una sorta di Ulisse al femminile, che va impelagandosi in un sacco di avventure. Dopo aver lavorato per anni nel mondo dell’editoria, la scorsa estate si è trasferita in Inghilterra dove tiene corsi di cucina, lezioni di food story telling e food writing (non storcete il naso, anch’io non conoscevo questi termini fino a poco tempo fa).

Ogni cibo ha la sua storia ed è per questo che si avverte il desiderio di accostarsi anche ad alimenti mai sentiti: proprio per quel bisogno di conoscere che è tipicamente umano. Si parla spesso di cibo, ma lo si racconta poco. Antonella Gigante, autrice del libro Romeo & Julienne, ha provato a farlo riscrivendo storie classiche in chiave moderna, a colpi di tweet, likes e compagnia bella dei social (ops giorni) nostri.

Oltre ad Antonella delle meraviglie, com’è stata ribattezzata a inizio serata, ci hanno accompagnato nel viaggio letterario e culinario, Alessandra Minervini in qualità di Brucaliffo, lo chef Antonio Bufi come Cappellaio   Matto e il somelier Michele Montemurro nella pelle della lepre marzolina, in un clima frizzante e allegro.

Nelle nostre comitive di amici o nelle cerchie allargate di conoscenti, ci sarà – ormai – almeno un amico vegetariano/vegano/salutista in vario modo. Ebbene, al di là delle mode legate al consumo di specifici cibi, è innegabile una certa attenzione alla cucina naturale o a quanto possa essere il più distante possibile dai pasticci artificiali di alcuni prodotti che, pure, consumiamo.

Eataly, ad esempio, è ormai un vero e proprio marchio di qualità, per la somministrazione di generi alimentari di sicura provenienza (italiana, ma non solo), ma è anche un’opportunità per far conoscere prodotti variegati.  Non si mangia solo per necessità, ma per volersi bene, per sentirsi all’altezza, anche per sperimentare e scoprire sapori insoliti e mondi nuovi.

Torniamo alla cena con la scrittrice: una trentina di partecipanti, in una “intima cucina a vista”. Mentre con Antonella ripercorrevamo la storia di Alice, comprese le origini che l’hanno portata ad esistere, scoprivamo la doppia personalità del suo autore, riflettevamo su romanzi ispirati al meraviglioso mondo di Carrol, il nostro chef agitava con virulenza il pentolone magico del risotto ai funghi con gorgonzola, mantecato nel tè affumicato (sì signori miei, niente burro né brodo). Esperimento assolutamente ben riuscito: un sapore dolce e leggero ma deciso. Per gustarlo meglio, un rigenerante calice di corposo e rosso “InNo” che, per la cronaca, è prodotto da Gianna Nannini.

Se Alice si è persa nel mondo delle meraviglie, noi ci siamo addentrati in questioni letterarie, abitudini quotidiane, pregi e virtù di alimenti come i semi di chia, la quinoa o le carote di Polignano, guidati dalla naturalezza e spigliatezza di Antonella-Alice e dall’energia di Alessandra-Brucaliffo.

E così siamo giunti, tra una lettura e una conversazione del tutto spontanea, a mordere pane di Altamura con burro spumato morbidissimo e squisito, con marmellata (anzi, estratto) di carote di Polignano, kefir, scorze d’arancia e zenzero (sapore particolare, che non ho ancora definito, per cui assaggiatelo!).

Che sia Eataly o no, fate anche del cibo un espediente narrativo.


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