Ma ve l’hanno mai detto che pagare una donna perchè vi si conceda è un’impresa alla portata di chiunque? Anche degli storpi, degli sporchi e degli ottantenni bavosi e senza charme? Vi rendete conto che non c’entra nulla quello che siete, o che avete nelle mutande? E quanto o come sappiate usarlo, quell’arnese?! Vi rendete conto che potreste pure essere monchi, zoppi, puzzolenti, impotenti e per quella non farebbe alcuna differenza? Anzi, forse per lei siete proprio alla stregua degli storpi. Dov’è il gusto della sfida, della conquista, dov’è quel gioco preda-cacciatore che andate invece rivendicando quando dovete lasciare una donna che, anzichè tirarsela o farsela pagare, vi ha dato tutta se stessa senza manco che glielo chiedeste?! Dov’è la vostra virilità? Possibile che a trent’anni non sappiate intortare una ventenne con i vostri discorsi? Possibile che per “sfogarvi” dobbiate ricorrere alle prostitute, come i vecchi panzuti, con un piede nella fossa e l’alito, che de morto, c’ha già il sapore?
E non vi sentite più fighi perchè anzichè quelle per strada, ve caricate quelle nei localini o pagate le squillo di alto bordo?! Squillo, prostitute, zoccole…chiamatele un po’ come ve pare, sempre squallidi siete.
Qualche omuncolo - e la faccenda, se vogliamo, è ancor più squallida, quasi criminale - ricorre alle prostitute proprio per il gusto di pagare una donna che obbedisca ai suoi ordini, come fosse un oggetto. Come un caffè al bar, o un paghetto di sigarette. Uomini, mie care donnine, mi spiace dirvelo con cotanta brutalità, che voi (noi, perchè può capitare a tutti) accogliete poi in casa. Uomini che vi fanno dichiarazioni d’amore, che vi regalano anelli e matrimoni da sogno, che vi promettono di tenervi per mano per tutta la vita…
..con quella stessa mano con cui un attimo prima hanno schiaffeggiato il culo alla puttana di turno.