A tempo indeterminato

Creato il 21 marzo 2012 da Andreapomella

Qualche volta pranzo su una panchina, un’aiuola recintata in una piazza avvilente di Roma. Intorno scorre il traffico delle macchine. Siedo con il mio incarto di pizza, davanti a me un paio di poveri con le barbe incolte e gli accenti stranieri centellinano rimasugli di sigarette. Faccio a gara con i piccioni per il mio spazio, loro vorrebbero fagocitare me e il cibo, io muovo i piedi per tenerli alla larga. A me piace stare dove fa fresco, adesso è primavera e già non fa più fresco. Se la panchina sotto l’albero è occupata mi tocca stare al sole, ma io non ci so stare al sole. I poveri invece pare che ci stanno volentieri. Quindi abbiamo fatto questo patto tacito, io sto all’ombra, loro al sole, almeno finché il caldo sarà sopportabile, dopo credo che dovremo condividere l’unica panchina all’ombra. C’è un tizio che va sempre in giro lungo il recinto dell’aiuola a controllare se per terra i passanti abbiano lasciato cadere qualche moneta. Lo guardo mentre bevo dalla lattina un sorso di coca cola. Poi si siede su una sedia bianca di plastica fuori dalla pizzeria, dopo qualche minuto ricomincia da capo. È il suo lavoro. Il suo è uno stage gratuito e a tempo indeterminato.


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