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A testa alta

Creato il 13 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
A testa altaplay video
  • Anno: 2015
  • Durata: 120'
  • Distribuzione: Officine Ubu
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Emmanuelle Bercot
  • Data di uscita: 19-November-2015

Arriva nelle sale italiane A testa alta, ultimo film di Emmanuelle Bercot che ha inaugurato la scorsa edizione del Festival di Cannes.

Sinossi: Malony è nato sotto una cattiva stella: non ha più il padre, la madre colleziona uomini sbagliati e dipendenze da stupefacenti, il fratellino di pochi mesi è incolpevole quanto lui. A sei anni viene abbandonato per la prima volta e affidato ai servizi sociali. Sulla propria strada incontra Florence, giudice minorile prossima alla pensione, che segue il suo caso per dieci anni ma solo dopo l’ennesima bravata capisce che il ragazzo ha bisogno di un drastico cambio di rotta. Gli affianca Yann, assistente sociale dal passato problematico, per tentare di salvarlo e guidarlo attraverso un percorso correttivo irto di difficoltà.

Recensione: Alla pellicola di Emmanuelle Bercot, A testa alta, è spettato l’onore di inaugurare (Fuori Concorso) l’ultimo tappeto rosso di Cannes. “Vogliamo cominciare con un’opera differente. Un film che dice cose importanti sulla società di oggi e rappresenta perfettamente il cinema moderno, focalizzato sulle questioni sociali”, aveva dichiarato alla vigilia il direttore Frémaux, e la scelta era parsa quantomeno singolare a chi aspettava la solita mega-produzione strabordante di star al taglio del nastro. A giudicare dall’epilogo, invece, con la vittoria di Deephan, il cinema francese, sulla Croisette, ha aperto e chiuso il suo cerchio, e la decisione della direzione di abbandonare l’aspetto gala-glamour in favore del realismo sociale è solo l’ultimo e definitivo atto della presa di posizione, stilistica e contenutistica, del mondo cinematografico d’oltralpe. Ma se da un lato il tono crudo e apocalittico di Audiard continua a spaventare e vincere, dall’altro la Bercot non è altrettanto persuasiva.

Intendiamoci: non lo si può additare senza appello come film brutto, se non a costo di condannare un cast di alto livello (gioca facile con la Deneuve, che non perde dolcezza e grazia neanche come busto parlante nel ruolo del giudice troppo umano, e azzarda e vince la scommessa dell’esordio con il giovane Paradot), o film inutile, se non peccando di superficialità nel tralasciare l’intenzione di indurre un maggiore ottimismo verso le istituzioni. Ma finisce per essere paternalista, nel tentativo di svelare la bella umanità che si nasconde in certi organi burocratici e, a tratti, un po’ ingenuo, gravato dalla grossa dose di schematismo dispensata dalla sceneggiatura (soprattutto nei minuti iniziali e nella continua ed estenuante ripetizione del modello bravata-reazione-punizione) e da una regia piuttosto scialba (ci prova nella scena finale, di impianto quasi teatrale, con il solo risultato di indisporre).

A testa alta arriva nelle sale in concomitanza della giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e, tutto sommato, è quello il ruolo che gli spetta: cinema di semplice interesse pedagogico e civile, dall’epigrafe iniziale alla bandiera francese finale.

Marica Lancellotti

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