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A Todi: Social media, ragazzi e cyber bullismo

Creato il 16 marzo 2014 da Benedetta Tintillini @BiTintillini

 

A Todi il seminario nazionale “Social media, ragazzi e cyber-bullismo”

Sabato 22 marzo alla Sala del Consiglio comunale giornata di formazione gratuita

rivolta ad insegnanti e genitori

La città di Todi è stata scelta quale sede di una giornata formativa nazionale su un tema di grande attualità, “Social media, ragazzi e cyber-

social media e cyber bullismo
bullismo”, che si terrà sabato 22 marzo 2014, alla Sala del Consiglio comunale, per iniziativa di Stati Generali dell’Innovazione, Associazione Wister e Comune di Todi ed in collaborazione con altre istituzioni ed associazioni cittadine.

Il seminario è rivolto a genitori e insegnanti e vuole analizzare il problema del cyber-bullismo che, secondo l’ultimo rapporto Ipsos per Save The Children, rappresenta, per  il 69% degli intervistati, la principale minaccia nella vita di adolescenti e pre-adolescenti, più della droga e dell’alcool.

La giornata formativa, che si articolerà dalle 10 alle 17, ha già raccolto iscrizioni da tutta Italia: pur essendo la partecipazione gratuita, infatti, è prevista la registrazione obbligatoria online (http://cyberbullismotodi.eventbrite.it). A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato e consegnato un ebook su “Tecnologie digitali e social network”; successivamente sarà inviato anche l’eBook sul tema del cyber bullismo che Wister e SGI, impegnate in un progetto con le scuole della Regione Lazio, stanno realizzando.

Grazie alla presenza di dodici relatrici esperte in materia, il fenomeno delle molestie in Rete sarà affrontato dal punto di vista giuridico, sociale, psicologico, ambientale e tecnologico, mettendo in evidenza, nella seconda parte della giornata, anche quanto di positivo Internet offre ai ragazzi.

Il learning meeting di Todi intende offrire spunti di riflessione su opportunità e rischi dei social media a chi ha il dovere di accompagnare i cosiddetti nativi digitali, che trascorrono sempre più tempo su Internet. Basti pensare che il 23% degli under 18 in Italia passa tra le 5 e le oltre 10 ore su Internet (+4% rispetto al 2013), che l’8% è connesso 24 ore su 24 e che il 44% non ha bisogno di una postazione fissa ma si connette da dispositivi mobili come gli smartphone, posseduti dall’85% di under 18. Tutto, molto spesso, senza la supervisione di un adulto e la consapevolezza degli strumenti usati.

I learning meeting che Stati Generali dell’Innovazione e Wister stanno promuovendo con successo e su diverse tematiche tecnologiche in tutta Italia (Roma, Napoli, Torino, Milano, Potenza, Bari) sono accomunati dal messaggio che la Rete rappresenta una grande opportunità di lavoro, comunicazione e condivisione, dalla quale nessuno può rimanere escluso ma che deve essere utilizzata con la giusta consapevolezza.

SCHEDA: SOCIAL MEDIA E CYBER-BULLISMO IN ITALIA

Il 60% dei ragazzi in Italia è online tutti i giorni (o quasi) con una durata di connessione media di 2-3 ore al giorno. Di questi il 57% (età compresa tra i 9 e 16 anni) ha attivo un profilo di social networking, ma la conoscenza e l’’uso di accorgimenti tecnici per le impostazioni di sicurezza e privacy è relativamente basso: solo il 21% dei genitori predispone filtri e blocco ai siti e di questi solo il 15% tiene traccia della cronologia dei siti web visitati.

Gli effetti della mancata consapevolezza circa un uso corretto delle tecnologie diventano dati allarmanti sulle molestie on line. Secondo l’ultimo rapporto Ipsos per Save The Children, 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo on line verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%) orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%). Il cyber bullismo è percepito dal 69% dei minori italiani intervistano come la principale minaccia, più della droga, dell’alcool e della possibilità di subire molestie da un adulto. Particolarmente esposte si sentono le ragazze, che alla domanda se c’è connessione tra alcuni recenti tragici fatti di cronaca e le molestie in Rete rispondono molto (33%) o abbastanza (48%).

I social network rappresentano la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo (61%), che di solito colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie (59%) o tramite la creazione di gruppi “contro” (57%). C’è poi il fenomeno del “furto” di mail e messaggi privati resi poi pubblici (48%), l’invio di sms, mms e e-mail aggressivi e minacciosi (52% che sale al 61% nel caso di femmine preadolescenti) e la diffusione di notizie false sulla vittima (58%).

Secondo i ragazzi il cyber bullismo arriva a compromettere il rendimento scolastico (38%), mina la capacità di socializzazione della vittima (65%) e porta a conseguenze psicologiche come la depressione (57%, percentuale che sale al 63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni). Senza considerare che i fenomeni di molestia on line sono considerati dalla maggior parte dei ragazzi (83%) molto più dolorosi di quelli reali perché non ci sarebbero limiti a quello che si può dire e fare (73%), potrebbe avvenire continuamente e in ogni momento della giornata (57%) e non finire mai (55%).

Secondo lo stesso rapporto per “il 50% dei ragazzi la rete rende anonimi e quindi apparentemente non perseguibili. La pericolosità del web inoltre deriva dal fatto che chiunque può avere accesso (32%) e i contenuti o le affermazioni fatte da altri sono più facilmente strumentalizzabili (34%)”.

Umbria e Cultura sarà presente.



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