A Torino e a Milano due mostre fotografiche da non perdere: due grandi nomi della fotografia mondiale Robert Capa e Robert Doisneau.
Se siete in procinto di fare un viaggio nelle due capitali italiane del design vi segnaliamo 2 mostre da vedere assolutamente se siete appassionati di fotografia.
Infatti fino al 14 luglio 2013, Palazzo Reale di Torino celebra con un’importante retrospettiva uno dei maestri della fotografia del XX secolo: Robert Capa, in occasione del centenario dalla nascita. La mostra, patrocinata dal Comune di Torino, è organizzata dalla casa editrice d’arte Silvana Editoriale in collaborazione con Magnum Photos, celebre agenzia fotografica di cui Robert Capa fu uno dei soci fondatori nel 1947.
Nel 1938 Robert Capa fu definito dalla prestigiosa rivista inglese Picture Post “Il migliore fotoreporter di guerra nel mondo”. Sebbene il suo lavoro sia in molti tratti lirico e talvolta anche spiritoso – tanto da essere paragonabile a quello di altri fotografi come André Kertész o Henri Cartier-Bresson – tuttavia la forza visiva e l’incisività delle sue fotografie, oltre alla quantità dei reportages realizzati, giustificano ancora oggi questo lusinghiero giudizio.Senza dubbio l'esperienza bellica fu al centro della sua attività di fotografo: iniziò come fotoreporter durante la guerra civile spagnola (1936-39), proseguì attestando con i suoi scatti la resistenza cinese di fronte all'invasione del Giappone (1938), la seconda guerra mondiale (1941-45) – fra cui spicca la documentazione dello sbarco in Normandia – e ancora il primo conflitto Arabo-Israeliano (1948), e quello francese in Indocina (1954), durante il quale morì, ucciso da una mina antiuomo, a soli 40 anni.Robert Capa fu tra i primi a capire l'importanza del mezzo fotografico come arma di denuncia e di testimonianza, i suoi reportages comparirono sulle più importanti riviste internazionali, fra le quali Life e Picture Post.Durante la sua breve e folgorante carriera, riuscì a documentare cinque guerre, con quel suo modo di fotografare potente e toccante allo stesso tempo, senza alcuna retorica e con un’urgenza tale da spingersi a scattare a pochi metri dai campi di battaglia, fin dentro il cuore dei conflitti.Le sue immagini colpiscono ancora oggi per la loro immediatezza, per l’empatia e l’umanità che riescono a comunicare: più che le battaglie, Capa racconta gli eventi bellici attraverso gli sguardi della popolazione civile, dei bambini, e di tutti i sopravvissuti che, nonostante le perdite e la distruzione, riescono, con ammirevole forza e dignità, ad andare avanti: immagini che sono entrate in maniera indelebile nell’immaginario del Novecento. L'esposizione racconta il percorso umano e artistico di Capa attraverso 97 fotografie in bianco e nero, raggruppate in undici sezioni: Leon Trotsky (1932), France (1936-1939), Spain (1936-1939), China (1938), Britain & Italy (1941-1944), France (1944), Germany (1945), Eastern Europe (1947-1949), Israel (1948-1950), Indochina (1954), Friends.In mostra sono inoltre presenti alcune fotografie di personaggi famosi – da Picasso a Hemingway, da Matisse a Ingrid Bergman – che illustrando le grandi qualità di ritrattista di Capa, dimostrando che non può essere etichettato semplicemente come fotografo di guerra: molte delle sue immagini infatti catturano, con sensibilità e arguzia, anche le gioie della pace.
Orari:
Dal martedì alla domenica 9,30 - 18,30
Ultimo ingresso ore 18,00
Chiuso il lunedì
Il bacio dell'Hotel de Ville, 1950, © Atelier Robert Doisneau
A Milano invece lo Spazio Oberdan ospita fino al 5 maggio 2013, la grande rassegna antologica dedicata a Robert Doisneau dal titolo"Paris en liberté" oltre 200 fotografie originali, scattate da Doisneau nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991.Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, ripercorre i soggetti a lui più cari, e conduce il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese.I soggetti prediletti delle sue fotografie in bianco e nero sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori.In mostra, si possono ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, divenuta l’icona più riconoscibile della sua arte. La foto, scattata nel 1950, ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre, attorno a loro, la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui.
Orari: martedì e giovedì h 10 – 22; mercoledì, venerdì, sabato, domenica h 10 – 19.30; lunedì chiuso.