Amo la cucina orientale ormai da qualche anno. Non mi ritengo un’esperta, ma so quello che mi piace e sempre più spesso scelgo di cenare con uno sguardo verso est, trascurando quello spirito sabaudo che mi scorre nelle vene.

A cena, si può scegliere dal menù alla carta: dal sikuwa, cilindro di pasta di pesce ripieno di formaggio e poi fatto friggere, al beef tataki in crosta di sesamo (sorta di roast beef), al temaki crunchy (cono di pasta fillo ripieno con tartare di salmone, tonno, ricciola o astice); oppure si può optare per i ravioli, o ancora per il riso hainan, con ananas e gamberi spicy servito nell’ananas, o per gli udon di grano saraceno aromatizzati al thè verde.



Ma Qor è attento anche ai vegetariani. Lo si capisce subito aprendo il menù: dal riso saltato con verdure, nian gao con funghi e verdure, cirashi (ciotola di riso con sashimi), futomaki vegano e uramame.
I miei piatti preferiti? Ravioli di ricciola, salmon stick, nighiri di capesante scottate e le tagliatelle di riso con gambero e verdure.

![[Daily Slow] Parco Dora Torino post-industriale](https://m21.paperblog.com/i/288/2884795/daily-slow-il-parco-dora-e-la-torino-post-ind-L-vTKTHt-175x130.jpeg)



