Un altro risveglio un'altra morte temporanea un' altra vita attorno... I campi di lavanda fioriti di viola e le montagne rocciose stranamente piatte la colpirono come un buffo sulla guancia... Eva li chiuse gli occhi reano stretti e pesanti e poi li riaprì di soprassalto, chiuse la bocca semiaperta e si ricompose non senza un filo di imbarazzo la macchina le ffaceva sempre un certo effetto... Alla sua destra, sedeva lui stava facendo manovra e si spingeva nella piazzola sterrata di una Boulangerie.. Riconosceva bene il posto era sulla strada che Aix portava ad Avignon erano sulla Jean Moulin si stropicciò gli occhi con le dita asportandosi il trucco ormai sbafato quindi si scrutò nello specchietto retrovisore e si impaurì... si vide stanca e con gli occhi cerchiati di blu un sacco per la spesa sotto gli occhi e la gola riarsa la fronte sudata e un rivolo di sudore correva nel solco tra la schiena ma era giovani molto più giovane di quello che ricordava di essere scesero e il solito gruppo di musulmani francesi la sfiorò tra sguardi e chiusure che sapeva bene cosa significassero... Abbassò gli occhi e lo seguì dentro la bottega Il Boulanger le sorrise mellifluo dov'era il vecchio Jean? Tutto era cambiato attorno a se e lei non sapeva cosa scegliere...
La strada per Monaco era sconosciuta per Eva montagne altissime spruzzate di bianco anche in pieno settembre cartelli stradali in due lingue strade sfilacciate nella pianura rare auto... e lui con una birra sempre in mano... i grigi capelli lunghi sulle spalle e il suo amico con la chitarra sempre in spalla che cantava con un inglese intonato... Mentre una striscia infinita di autostrada li cullava, Eva, stringeva il nodo sotto il petto della sua camicia azzurra... non sapeva dove stessero andando ma non le importava si erano fermati ad una stazione di servizio ma non aveva il gettone per chiamare la nonna aveva fato la pipì nel praticello secco dietro la pompa di benzina e si era rimessa accanto a lui sul sedile davanti con la testa reclinata sulla sua spalla lui le sorrideva in silenzio piegando la testa di lato e guardandola più spesso di quanto avrebbero dovuto considerando che stava guidando la consolava in silernzio. Lui non aveva detto una parola lei stimava centinaia di chilometri e lui non aveva detto che pochissime paroleal suo amico erano muti e sorridenti... quando ci si ama non c'è bisogno di parlare ma lei aveva solo14 ani e non ne aveva idea...
Il pane fragrante e scricchiolante sotto i denti la fece sorridere.. le file di baguette abbronzate ritte in piedi allineate dietro il bancone... la facevano sentir bene chiese un caffè lungo e nero e ci strizzò due bustine di zucchero che vuoi tu? disse rivolta a lui che ancora non si decideva a scegliere non so... ci sto pensando decidititi ti stanno aspettando non mi rompere le sibilò in un orecchio lei si scostò e prese a mangiarsi un croissant ripieno di burro pensò che ne avrebbe potuti mangiare otto senza nemmeno fare una piega lui scelse una rotellina piena di uvette sulla strada fuori dalla Boulangerie poche rare auto si sorpassavano tra loro pareva avessero una meta comune il non andare dove avrebbero dovuto... Ti ha guardata quel tipo.. lo conosci? no rispose Eva stizzita come cazzo posso conoscere un tipo così no perchè ti ha guardata insistentemente e allora?? secondo te come posso conoscere qualcuno qua in Francia? ci vieni spesso no?? ci vengo ma non tanto da conoscere qualcuno.. eppure questo locale lo conoscevi, mi pare certo che lo conosco , ci vengo da anni.. ecco allora vedi cosa intendo?tu conoscevi quel tipo! ma noo se ti dico che non lo conosco, non lo conosco vuoi credermi una buona volta?? non vedo perchè dovrei crederti... perchè ti devi fidare... io te lo dico tu ti devi fidare.. non mi fido delle donne...io e io non sono le donne, sono io...
Praticamente avevano parlato solo a gesti ed Eva si chiese che cosa sarebbe successo da adesso in poi? non le importava..niente... no ok un pochino ma alla fine era con lui e lo amava... Niente poteva essere più importante per lei di lui. La carezzava su di una gamba e guidava con una mano quando non beveva a volte si univa ai cori del suo amico e cantavano in Inglese lei capiva poco ma le piaceva e ogni tanto mentre guardava fuori che guardar sempre fisso verso di lui le pareva imbarazzante, univa due piccole frasi o una parola che capiva e sapeva ricantare conosceva due note di Smoke on the water e le strimpellava ma era consapevole di non essere che una sorta di passaggio tra la generazione degli hippy e quelle future di fatto si sentiva ancora un posto che non c'è e aveva la sensazione che non ne avrebbe mai fatto parte nemmeno di quel luogo sconosciuto si sentiva sempre fuori da tutto... la sua intelligenza le diceva che forse era così per tutti.. ma non bastava a colmarle un vuoto dentro che invece lei sentiva maggiormente delle sue amiche... Di colpo i suoi sensi si fecero più sensibili la sua mano era bollente le bruciava sulla gamba... e lei sussultò quando vide che lui aveva messo la freccia e si era portato verso un cartello blu circondato da una riga bianca su cui aveva letto Ausfahrt o qualcosa di simile...
Il seguito alla prossima La vostra Marzia Sofia
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