Eccezionale fotografia di uno squalo elefante
Anche quest’anno, ad ottobre, si è svolta la quinta Settimana Europea dello Squalo, organizzata da Shark Alliance. Una settimana di attività ed eventi per richiamare l’attenzione sui rischi che corre il predatore più malfamato e bistrattato degli oceani. In linea con il piano d’azione europeo per i pesci cartilaginei (squali e razze) approvata nel 2009 si propone di contribuire nei mari italiani alla conservazione in particolare degli squali elefante e dei trigoni viola, riducendo la mortalità causata dalle attività di pesca professionale e sportiva.Lo studio sulla valutazione dello stato di conservazione dei pesci cartilaginei (Condritti) nel Mediterraneo, afferma che sebbene sia un mare semi-chiuso, ospita una fauna diversificata di
Tra i progetti in campo, l’unico per lo studio degli squali nel loro ambiente naturale, il mare aperto, spicca l’OSE, Operazione Squalo Elefante ideato dalla giornalista e scrittrice Eleonora de Sabata condotto dalla sua associazione ambientalista Medsharks di cui è presidente, in collaborazione con il
CTS Ambiente.
“Già la scorsa estate in Turchia, ci racconta Eleonora, siamo stati impegnati a nuotare per giorni interi accanto agli squali grigi per imparare a riconoscerli uno a uno e cercare di interpretare il loro comportamento. Ora cerchiamo di fare la stessa cosa in Sardegna con lo squalo più grande del Mediterraneo.
Lo squalo elefante, Cetorhinus maximum, detto anche cetorino, è il secondo pesce più grande al mondo, dopo lo squalo balena. La sua lunghezza, normalmente dell’ordine dei 12 metri, ma può raggiungere i 15, e il peso può arrivare sino alle 10 tonnellate.
Un cetorino dalla ragguardevole lunghezza
Contrariamente a quanto il suo aspetto potrebbe far pensare, lo squalo elefante non è affatto aggressivo; non è un predatore e il suo cibo preferito è costituito dal plancton che cattura con i filamenti lunghi una decina di centimetri che fanno da filtro posti sugli archi branchiali. Nonostante i divieti vigenti in numerosi paesi, viene ancora catturato (la maggior parte delle catture accidentali sono dovute alle reti derivanti), non tanto per le sue carni quanto per la notevole quantità di olio che può essere estratta dal suo fegato. Usato, per esempio, per preparare il hákarl conosciuto come “squalo putrefatto” un piatto tipico della cucina islandese.
Una illustrazione del cetorini del 1870
Il ciclo di vita di squali e razze, a differenza della maggior parte delle altre specie di pesci, è molto lenta, raggiungono la maturità sessuale in età avanzata, hanno livelli di fecondità bassi, periodi di gestazione lunghi e di solito producono un basso numero di figli. Queste caratteristiche li rendono particolarmente vulnerabili. La pesca intensiva non consente alla specie di ricostituire la popolazione in tempi brevi.Inoltre ricordiamo i suoi libri per ragazzi Cosa fanno gli squali tutto il giorno nel mare? e Cosa fanno tutti i giorni i pesci sott’acqua?