La correttezza manifestata dai sindaci durante l’assemblea del 12 dicembre purtroppo non è stata corrisposta dal consiglio d’amministrazione dell’ufficio Aato della provincia di Cremona. I Comuni chiesero al Cda Aato di ritirare la delibera sulla società mista, una richiesta di cortesia sostenuta da una maggioranza schiacciante: 112 sì su 115.
Perché il Cda dell’Aato non deve tenerne conto? Perché proseguire senza ascoltare i sindaci eletti dagli stessi cittadini che hanno votato sì ai referendum di aprile dell’anno scorso? E’ una volontà popolare che non è venuta meno per nulla.
Un sacerdote, don Bruno Bignami, sta presentando il suo libro sull’etica dei beni comuni in diversi Comuni della provincia e ogni volta ottiene consensi e apprezzamento, da Bordolano, a Regiona di Pizzighettone, a Soresina, ad altri luoghi.
Dalle reazioni di oggi, si comprende come l’elezione di Stefania Bonaldi a sindaco di Crema possa dare una svolta. L’assemblea dei sindaci vota secondo due criteri: vince la maggioranza numerica dei sindaci ma anche la maggioranza rappresentativa. Il voto di ogni sindaco vale per il numero degli abitanti del suo Comune. Crema quindi può essere decisiva.
Se non si otterrà una larga maggioranza, d’altra parte, come potrà essere composto il soggetto gestore unico, in una provincia spaccata in due? Oltretutto Lodi ha scelto la gestione pubblica.
Dall’indignazione di oggi seguirà, com’è facile prevedere, un’azione forte e senza tentennamenti, senza più richieste dettate dalla cortesia e dal rispetto istituzionale, che il Cda dell’Aato ha violato in modo così palese. I dubbi del Comitato acqua pubblica, manifestati la settimana scorsa, non erano inopportuni. Come non sbagliava Rifondazione a chiedere un impegno forte, scritto al Pd, in un tavolo che avrebbe coinvolto anche Sel, tra i primi organizzatori del referendum, e forse altre forze. La trappola della società mista a sorpresa era in corso di preparazione, anche se ha preso una via imprevista.
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