Mentre seguivo i lavori del Workshop sulla patata dolce, conosciuta anche come patata americana e meno comunemente come batata (Ipomoea batatas L.) che si è tenuto a Frigole (Lecce )alle 17 e 30 di sabato 15 febbraio 2014 e ho ascoltato le parole degli agricoltori coinvolti dall’amico Ernesto Mola non nascondo lo stupore che ho provato per ciò che questi uomini hanno detto e subito ho lanciato su Facebook questa domanda scrivendo sul mio diario:
“Tu che sei giovane lo sai che se prendi in ettaro di terra a Frigole producendo 600 quintali di batate e vendendole a 0, 70 centesimi di euro al chilo intaschi 36mila euro? E lavori solo per 150 giorni ovvero 5 mesi.... non è meglio dei 800 euro che riesci a fare in in mese in un CALL CENTER?” Questa è la sintesi. Ma anche se il ricavo fosse un terzo di quello che promette il produttore modello di Frigole di Lecce lo stupore di ricavare tanto da una coltivazione non mi abbandona e, sono certo che altrettanto accade a voi che leggete queste parole.
Batata, ovvero la “patata” dolce La patata dolce di Frigole non è una pianta della stessa famiglia della patata di Galatina perché quest’ultima appartiene alla famiglia delle Solanaceae mentre invece la patata dolce di Frigole a quella delle Convolvulaceae. L’abbiamo portata in Europa e quindi in Italia giungendo a Frigole nei primi decenni del XVII secolo ma la sua coltivazione comincia solo verso la fine dell’Ottocento. La batata è originaria dell’America centrale, oggi è diffusa quasi esclusivamente in Asia, dove occupa una superficie di più di 10 milioni di ettari. La pianta può raggiungere anche i tre metri di lunghezza, con foglie a forma di cuore o di imbuto e fiori bianchi, rosa, viola o rossastri. Richiede temperature elevate ed elevati fabbisogni idrici. La produzione a ettaro varia dai 200 ai 300 quintali di tuberi e il sig. Spagnolo produttore di Frigole sostiene di aver prodotto nel 2013 seicento (600) quintali di batate a ettaro. Di questo vegetale si consuma il tubero, in modo simile alla normale patata, ma esso ha un sapore più dolce, e per questo motivo viene usato anche in numerose preparazioni dolciarie. Esistono due tipi di batata, una con tuberi secchi e farinosi e una con tuberi più umidi e ricchi di semi. Ha buccia rossastra e polpa farinosa di colore bianco o giallo, fino al rosa. Oltre che per il consumo diretto del tubero, la patata americana viene utilizzata per la produzione di fecola e alcol. Può essere impiegata per preparazioni agrodolci. In Italia la patata americana non è un alimento molto diffuso; si trova spesso già cotta al forno, da mangiare con la buccia.
Come si coltiva la batata La coltivazione inizia nel mese di febbraio-marzo mettendo a germogliare in vivaio, i tuberi raccolti nella campagna precedente e quando i germogli hanno raggiunto una lunghezza di 15-20 centimetri. Ai primi di aprile si staccano dal tubero e si piantano in righe su terreno precedentemente ben coltivato e profondamente assolcato a dorso di mulo.
La coltura, sui terreni ex paludosi - e quindi umidi - che solitamente le vengono destinati, non necessita che di una sarchiatura, di una blanda concimazione e di qualche irrigazione di soccorso, in assenza di piogge estive. Di norma non abbisogna di trattamenti fitosanitari. La raccolta si esegue già da settembre, ma i tuberi possono rimanere nel terreno sino a novembre. Le rese per ettaro oscillano solitamente dai 200 ai 400 sino a giungere ai 600 quintali.
La discussione che si è sviluppata su Facebook Vi ho riferito della discussione a cui ha dato vita il mio post che riporto:
Alda De Pascalis: Grande, torniamo a lavorare la terra.....!!!!!!!!
Dott Giacomo Liaci: Concordo al 100%
Maria Gatto: È tutto vero!
Tonino Lezzi: E se la terra non la trovi?
Antonio Bruno: Tonino Lezzi se ti interessa la terra c'è! Fatti vivo
Tonino Lezzi: E se non sai da dove cominciare?
Antonio Bruno: Fai una società con chi sa da dove cominciare.... se hai voglia di lavorare
Tonino Lezzi: E se non hai i mezzi per coltivare?
Antonio Bruno: Fai una società con chi ce l'ha.... sempre se tu hai voglia di lavorare
Tonino Lezzi: E se come probabile hai bisogno di un paio di soci?
Tonino Lezzi: E se molto probabilmente non te le pagano a 0,70 ma a 0,26?
Marcella Spedicato: Vale anche per chi non è più tanto giovane?
Antonio Bruno: da 36mila euro a ettaro scendi a 15mila che è sempre un bel guadagno.... ma leggi il mio studio e vedrai che l'affare sta nei CIMITERI
Maria Gatto: E se... non hai altre occasioni?
Antonio Bruno: Marcella, c'era Giancarlo con me che ha sentito tutto, certo che vale anche per te e per lui..... UNA SOCIETA'
Marcella Spedicato: A me piace l'idea. Mi informo e ci faccio un pensierino. Magari è la volta buona che svolto!!!
Tonino Lezzi: Tutto questo per dire che per coltivare un campo di patate devi avere competenza e se i figli nel frattempo gli abbiamo mandati all università per farli diventare tutti dottori e abbiamo dimenticato tutto il resto?
Antonio Russo: ...secondo me l'unico settore ad averci guadagnato con l'euro e' stata l'agricoltura,sebbene con la crisi c'e' stato un drastico crollo dei consumi generalizzato in tutti i settori..crisi e consumi a parte,l'agricoltura e' pane..e questo i tanti braccianti extracomunitari lo hanno intuito..gli italiani..no!
Maria Gatto: Ci sono competenze nel territorio e la batata non ha grandi esigenze, offre alla terra, invece di prendere, chiede pochi trattamenti, ho capito, nessuno.
Brigante Massimo Sciurti: perchè a Frigole?
Tonino Lezzi: Antonio tutto questo per dire che anche chi lavora la terra a una sua professionalità che ha acquisito con il lavoro vero nella terra che ne io ne tu possiamo capire
Maria Gatto: Perché l'acidità del terreno e le altre caratteristiche lo fanno un luogo adatto, che garantisce la produzione, acqua e acidità giusta. Parola di contadini, quelli che abbiamo ascoltato
Antonella Pecura Lezzi: io ho lavorato la terra e posso dirvi che non è facile come lo si fa sembrare,perchè malattie delle piante ,agenti atmosferici sono da tenere da conto ,non illudete che sia facile
Antonio Bruno: Bisogna parlare con gli agricoltori. Io sono intervenuto all'incontro e ho detto ciò che in sintesi ho riportato in tempo reale su questo Diario. Gli agricoltori si sono subito avvicinati e mi hanno invitato a visitare le loro aziende. Poi è arrivato un ragazzo sui 25 anni che mi ha detto riferendosi al ciclo colturale di 150 giorni e al lavoro necessario: "non ci sono 150 giorni di lavoro. Il lavoro che richiede questa coltivazione è di appena un mese". Allora Tonino Lezzi, Antonella Pecura Lezzi, Antonio Russo, Marcella Spedicato,
Alda De Pascalis, Maria Gatto io mi chiedo e vi chiedo: "Lavorereste un ettaro di terreno per un mese sapendo che alla fine tra settembre e novembre portereste a casa dai 10mila ai 40mila euro?
Maria Gatto: Si! Ma lo può fare anche una che pesa poco più di 40 kg? Se si, ribadisco il si!
Alda De Pascalis: Confesso che per una cosa così naturale oggi avrei comunque bisogno di una buona dose di coraggio , e mi piacerebbe essere un po' più giovane ed allenata, ma...........penso che varrebbe la pena provarci caspita, e non solo per il guadagno , ma perché credo che un riavvicinamento alla natura che non sia solo di concetto ma anche di fatto , non potrebbe che farmi bene.
Maria Gatto: Quelle coltivazioni sono anche fatte in un parco regionale, per le caratteristiche di coltivazione, compatibile con le esigenze del parco stesso, non incidendo negativamente nel biociclo, anzi! Si prestano in modo particolare alla rotazione delle colture in un terreno, promuovendo l'areazione dello stesso, perché è facile da capire, per estrarre i tuberi, ma per la stessa produzione, si deve smuovere il terreno, il quale rimane sempre morbido e friabile. Non dimentichiamo che una ipotesi sul problema degli alberi d'ulivo è la scarsa aereazione dei terreni, resi piatti sotto gli oliveti.
Conclusioni
Ecco in questa discussione ci sono tutte le obiezioni possibili alla proposta di coltivare un ettaro di batata. Ma se siete giovani io vi dico di tentare, di prendere questa terra, di investire il lavoro di un mese assieme ai contadini di Frigole. Facciamolo quest’anno e poi discutiamo di quanto abbiamo guadagnato e se conviene per il 2015 coltivare 10 ettari per intascare dai 100mila ai 360mila euro.