Scoperto per caso, ecco un libro a tematica totalmente gay, o meglio lesbo, scritto da una varesina d’adozione.
Ti amo da vivere, acquistabile su “Il mio libro”, è il primo libro di Valentina Cusano, fotografa nata a Parma nel 1976 ma a Varese da tempo.
Il libro è ambientato a Bologna, ma cita e coinvolge un’altra varesina, Laura Bono.
Ecco una breve presentazione:
TI AMO DA VIVERE di Valentina Cusano Prezzo di vendita 12,00 Libro NARRATIVA 144 pagine Copertina Morbida – Formato 12×18 – bianco e neroBologna. Oggi. Nina e Laura si amano, da cinque anni. Vivono assieme, ma le loro famiglie non sanno niente. E quando decidono di avere un bambino, arriva il problema: “Come lo diciamo ai nostri genitori?” “A cena amore mio!” Organizzano quindi il Natale a casa con parenti e amici allo scopo di fare il loro coming out ufficiale, ma la situazione si complica nel momento in cui la madre di Laura entra in scena. Amore, sesso, famiglia, amicizia, Dio, sono alcuni dei temi trattati nella storia di queste due donne che si amano e vogliono continuare ad amarsi, nonostante tutto. Belle, affascinanti e intelligenti, ma quando entrano in gioco l’amore, l’orgoglio e i genitori, non si sa mai cosa può accadere! Una fotografia divertente, a tratti riflessiva e ironica, della società contemporanea. Un piccolo punto di vista, in un mare di vite. Colonna sonora del romanzo, e personaggio che interpreta se stassa nel ruolo di amica delle protagoniste, la cantautrice Laura Bono. Un linguaggio semplice, chiaro,dinamico, che spesso e volentieri si prende la libertà di interagire con il meccanismo del flashback e del flusso di coscienza. Il racconto si presenta a tratti incalzante, nella sua struttura volutamente breve. Nina è un personaggio complesso, contradditorio, ma forte. Crede in Dio, nell’amore e nella famiglia. Come Laura, la sua compagna “…di una bellezza rara e disarmante.” “TI AMO DA VIVERE nasce in realtà come sceneggiatura – confessa l’autrice – poi, durante la stesura, ha preso da solo la forma del romanzo. Mentre scrivevo, avevo le scene in testa: mi si proiettavano nel cervello come se fossi stata seduta sulla poltrona di un cinema. L’ho scritto perchè mia madre mi ha confessato di non avere niente da leggere!