Ila cucina ogni giorno dei prelibati manicaretti per suo marito, riempie il suo cestino per il pranzo, il lunch box, lo mette in una sacca e lo consegna al trasportatore. L’uomo è pagato per recapitarlo al marito, per la pausa pranzo al lavoro. Con l’aiuto delle ricette di sua zia, Ila spera che la strada per il cuore passi davvero per lo stomaco. Suo marito infatti è fuori casa tutto il giorno e, una volta tornato, la ignora. Quando Ila gli parla, ottiene poco più che un’eco dei suoi monologhi. Ila affida quindi l’ultima speranza di ritrovare il marito ai suoi lunch box. Peccato che a mangiarli sia qualcun altro!
Saajan è un impiegato che dopo trentacinque anni di lavoro svolto diligentemente sta per andare in pensione. Dovrebbe cominciare il training per il suo giovane e petulante successore, ma rimanda continuamente. Pranza da solo in mensa, cena da solo a casa e dopocena si fuma una sigaretta sul terrazzo, guardando la numerosa famiglia del palazzo di fronte, riunita intorno alla tavola. Ma un bel giorno il lunch box, che ordina regolarmente in un ristorante perché non ha nessuno che possa prepararglielo, è diverso. Molto diverso. E’ ottimo.
Lunchbox, gradevole film indiano passato a Cannes quest’anno, inizia così, con uno spunto tanto semplice quanto ricco di possibilità. Un potenziale che il regista sviluppa con un preciso gioco di corrispondenze, anche visive tra i due poli del racconto, Ila e Saajan.
![A volte il treno sbagliato ti porta alla stazione giustaLunchbox lunchbox-film](http://m2.paperblog.com/i/213/2136887/a-volte-il-treno-sbagliato-ti-porta-alla-staz-L-erxRTv.png)
Inizia così una corrispondenza quotidiana su semplici fogli di quaderno. Saajan e Ila conducono delle vite sostanzialmente solitarie e anonime che si animano improvvisamente proprio grazie a quei biglietti. Da qualche parte nell’immensa e caotica Mumbay c’è qualcuno che, in modo forse minimo ma essenziale, si interessa a loro. E così Saajan ritrova la capacità di aprirsi agli altri, mentre Ila ha finalmente qualcosa da aspettare, qualcuno che le parli veramente, pur non avendola mai vista (guarda il trailer).
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![A volte il treno sbagliato ti porta alla stazione giustaLunchbox M_Id_411490_Nimrat_Kaur_and_Irrfan_Khan](http://m2.paperblog.com/i/213/2136887/a-volte-il-treno-sbagliato-ti-porta-alla-staz-L-UcKCfv.jpeg)
Ritesh Batra costruisce pranzo dopo pranzo un film delicato, che vive di piccole cose. Come gli sguardi di sottecchi di Irrfan Khan, il bravissimo protagonista, dalla recitazione misurata (The Millionaire e Vita di Pi) ma capace di lampi improvvisi e coinvolgenti. Quel lunch box infuso del tocco magico di Ila forse non aveva sbagliato destinatario ma, come per fortuna capita spesso nella vita, era arrivato proprio là dove doveva. Dove serviva. E il finale, a levare, sospeso e lasciato all’immaginazione dello spettatore, riecheggia il leit motiv dell’intero film: a volte il treno sbagliato ci porta alla stazione giusta.