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Dall'ultima volta sono successe talmente tante cose che non mi basterebbe la settimana per raccontarle tutte.
Sono rimasta a casa dal lavoro a ottobre dell'anno scorso, quando sono entrata nel 7° mese di gravidanza.
Non ho fatto in tempo ad annoiarmi, perchè Vittoria è nata in anticipo, in una notte di fine ottobre, data del mio anniversario di matrimonio. La mattina dopo avrei dovuto essere dal parrucchiere, invece ero in ospedale, madre. Non sapevo come stava la mia piccola, nata di 34 settimane, ero sconvolta e stanca, avevo male al taglio (cesareo) ed ero completamente frastornata.
Vittoria è venuta a casa dopo una decina di giorni. Ed è cominciata quella che per un lungo periodo sarebbe stata una routine di pannolini, cremine, pianti, biberon, goccine per le coliche, mal di testa, poco sonno.
Non l'ho vissuta bene la gravidanza. Avevo sempre paura di non esserne all'altezza. Temevo per quell'esserino che portavo dentro, la consideravo una responsabilà troppo grande per una come me che ha sempre messo sè stessa all'ultimo posto. Il parto è stato un fulmine a ciel sereno, mi hanno portato d'urgenza in sala operatoria e in quattro e quattr'otto ero depilata, anestetizzata, tagliata. Se è possibile, la maternità (almeno nel primo periodo) è andata anche peggio. I continui pianti ininterrotti di Vittoria dovuti non si sa ancora bene a cosa, mi hanno completamente sfinita. Non fosse stato per quello che un figlio ti permette sempre e comunque di provare, per i suoi progressi, per i suoi sorrisi, per i giorni sempre diversi uno dall'altro, sarebbe stata veramente dura.
Poi però è passato. Piano piano le cose son migliorate, e ho cominciato davvero a godermi mia figlia. Nelle sue cose di ogni giorno, nelle sue scoperte, nelle sue meraviglie.
Nel frattempo abbiamo comprato casa. Volevo avvicinarmi ai miei genitori. Peccato che ad oggi ancora non ci sia nemmeno il buco per le fondamenta. Non so come andrà a finire, e non so se ho voglia di pensarci. Vedremo.
Sono ingrassata e mi propongo sempre di mettermi a dieta, ma poi non lo faccio mai.
Ho pochissimo tempo. Usciamo di casa il mattino alle 8 e rientriamo la sera alle 19. Raramente trovo uno spazio per me, per una corsetta o un salto dall'estetista. E quando succede mi sembra un miracolo.
Vittoria ha iniziato il nido a settembre e in pratica è stata più a casa malata che all'asilo. Mi dicono tutti che è normale, che deve farsi gli anticorpi. Ma a trovarcisi è davvero un gran sbattimento.
Sono uscita pochissimo. Avrò visto le mie amiche si e no 3 o 4 volte nell'arco di un anno. Ho perso un sacco di amici, ma non solo per mio volere. Ho scremato, semplicemente. Ho capito che tutto quello che costituisce un problema, o mina alla mia serenità, va eliminato.
Sono tornata al lavoro ed è stato un vero toccasana. Avevo voglia di tornare nel mondo reale, di riaccendere il mio computer, di rivedere i miei clienti, di sgarbugliare tutti gli inghippi che quatidianamente si creano in ufficio.
La mia migliore amica ha partorito 3 gemelli. Sono bellissimi, lei è bravissima e in formissima, e il papà pure. Questo pensiero (dei 3 gemelli) per me è una sorta di training autogeno quando perdo la pazienza con la scicciola. Penso sempre che di certo c'è chi di pazienza dovrà averne tanta più di me!
E basta, questo, più o meno, è quanto.
Si, è stato un periodo duro, sono sempre stanca, arrivo a casa la sera che vorrei solo buttarmi nel letto e invece devo fare il bagno alla piccola, darle da mangiare, metterla a letto, far da mangiare per noi, mettere a posto la cucina, far la lavatrice, stirare, passare lo swiffer. In pratica non vedo il cuscino prima di mezzanotte.
Ma sono felice. Appagata. Soddisfatta. Vedo mia figlia fare i primi piccoli traballanti passettini e penso che non ci sia conquista più grande. Non cambierei nulla, nemmeno i pianti incessanti dei primi mesi. Senza quelli, forse, non godrei a pieno dei momenti di pace che ci sono adesso.
Buon 2012!
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