Qualche settimana fa, nel marasma generale, iome è stata ingaggiata come wedding planner. Trascurando, per carità di patria, le circostanze dell’ingaggio, val la pena ricordare che a iome si potrebbero affidare, con speranza, diversi incarichi.
Un piano di marketing, un animale domestico, un’esecuzione testamentaria, la cura di un infante. Ma l’organizzazione o anche solo il supporto all’organizzazione di un matrimonio, anche no. Ella ricorda, peraltro, l’organizzazione del suo come un film horror malamente sceneggiato.
Il problema è che iome non sopporta l’espressione delusa nello sguardo dell’interlocutore e quindi si fa regolarmente fottere.
Finisce pertanto che domenica iome, l’uomo, la nana e la nonna della nana (che sarebbe mia madre) si recano in noto magazzino scandinavo per ottemperare all’operazione centrotavola. In realtà l’operato di iome si traduce in bassa manovalanza, che la direzione le ha fornito direttive stringenti.
Pure, con un carrello debordante minchiate non previste, l’intera truppa, di fronte al l’unico oggetto che si sarebbe dovuto senza meno comprare, vacilla.
Non hanno cuore di acquistare una roba che nel ruolo di centro tavola avrebbe la stessa credibilità dell’Uomo quale primo ballerino della scala.
Passano un paio di giorni e iome prega l’Uomo di trasferire i mesti risultati durante una delle operazioni di consegna nana.
L’operazione le pareva semplice e scevra di pericoli.
L’Uomo parte bene spiegando che, purtroppo, nulla di adatto era stato selezionato per l’evento primavera/estate. La cosa nelle intenzioni avrebbe dovuto chiudersi lì.
Invece è stato investito da una raffica di domande. Un interrogatorio a tutti gli effetti. Durato venti minuti, nel corso dei quali non voglio nemmeno sapere quante ne abbia tirate al mio indirizzo.
Sull’ultima, però, mi è crollato miseramente. ‘Ma davvero le candele galleggianti non vanno bene?’ L’Uomo: ‘Mah, sì, sono un po’ cosi’. L’altra: ‘Ma così in che senso?’ L’Uomo: ‘Eh. Sembrano dei lumini da morto’.
Inutile dire che è sceso il gelo.