Il 25 agosto arriverà in libreria un romanzo che sta facendo il giro del mondo e che ci racconta la storia di un popolo molto spesso dimenticato: quello degli antisovietici delle repubbliche baltiche spediti nei campi di lavoro in Siberia dal regime spietato e autoritario di Stalin.Ispirato a una storia vera, quella della stessa famiglia della scrittrice figlia di rifugiati lituani, Avevano spento anche la luna racconta la storia commovente di Lisa che vede la sua vita cambiare improvvisamente. Accompagnati nella gelida terra siberiana conosceremo anche noi cos'era la vita in un gulag, per riportare finalmente alla luce un massacro che è stato coperto per troppi anni dal silenzio del ghiaccio.
Mi hanno tolto tutto.
Mi hanno lasciato soltanto il buio e il freddo.
Ma io voglio vivere. A ogni costo.La trama:
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell’università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all’arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c’è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. È l’unico modo, se c’è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell’arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America è balzato in testa alle classifiche del «New York Times». Definito all’unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto è perso.
Il contesto storico:
La Lituania, la Lettonia e l’Estonia scomparvero dalle mappe geografiche nel 1941 e non riapparvero fino al 1990. Tutti sanno dell’Olocausto subito dalla popolazione ebraica, ma non sono molti coloro che sanno che nello stesso momento si stava verificando un altro Olocausto ai danni di un altro popolo.L’autrice Ruta Sepetys dà voce ai milioni di persone che persero la loro vita durante le purghe etniche di Stalin negli stati baltici. Dopo la prima guerra mondiale, gli stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) diventarono indipendenti. Tuttavia nel 1939 Stalin e Hitler firmarono il patto di non aggressione, nel quale si impegnavano a non attaccarsi a vicenda. Il patto includeva anche le aree di controllo reciproche, e Stalin si accaparrò gli stati baltici e una parte della Polonia. I cittadini che erano sulla “lista” degli antisovietici (scrittori, professori, militari, dottori…) venivano catturati e divisi: gli uomini venivano mandati in prigione, le donne e i bambini venivano deportati in Siberia. Nessuno di loro aveva commesso alcun crimine. Non sono molti coloro che sono a conoscenza del fatto che 20 milioni di persone morirono così, durante la dittatura di Stalin.
Dicono del libro:«Morirono più di venti milioni di persone. Ma c’è ancora chi nega questa realtà. Ruta Sepetys, figlia di un rifugiato lituano, dimostra che la verità è un’altra. Commovente. Un romanzo importante, che merita il maggior pubblico possibile.»
«Booklist»Il booktrailer:Per conosce ancora qualcosa in più riguardo a questo romanzo vi segnalo lo speciale de Il libraio, dove potrete trovare i giudizi dei lettori, articoli di giornale, le copertine del romanzo negli altri paesi.
L'autrice:
Ruta Sepetys è nata in Michigan, da una famiglia di rifugiati lituani. Non ha mai dimenticato le sue origini e la storia della sua famiglia. Per questo è andata in Lituania, nel tentativo di recuperare la memoria paterna. Per scrivere Avevano spento anche la luna le ricerche sono state impegnative e l’hanno portata a visitare i campi di lavoro in Siberia e a conoscere storici e tantissimi sopravvissuti, che l’hanno aiutata a descrivere i particolari più importanti di quel passato di atrocità.