When (when!), at night (at night!), I wait for her (I wait for her!) – at night! – to come (to come!)…
Contrariamente all’esperienza assieme a Nordwall, che ha generato un disco in un giorno, la collaborazione con Stephen O’Malley ha chiesto diversi anni di fatica a Mika Vainio. Anch’essa tra l’altro, ha preso forma dentro gli studi storici degli Einstürzende Neubauten durante tre fasi di registrazione spalmate sul 2011 e sul 2012. Si parla di un doppio vinile, quattro pezzi di una ventina di minuti ciascuno. Ospiti Alan Dubin (potevano chiamarsi Khan Sonic) ed Eyvind Kang, l’uomo che i Sunn O))) chiamano quando hanno bisogno di arrangiamenti orchestrali.
Levo subito ogni dubbio: solo un imbecille non vorrebbe beccarsi l’incontro di Alan Dubin con la propria musa… La prima traccia, infatti, ha un testo di partenza: è di Anna Achmatova, una poetessa russa vissuta nella prima metà del Novecento. Non faccio finta di sapere qualcosa di lei. So che nel caso che m’interessa parla – trasmettendo un filo d’inquietudine, certo, ma con grande misura – della visita notturna ricevuta da Euterpe. In “Muse” troviamo un’atmosfera tesissima, battiti elettrificati di Vainio, O’Malley in zona Clean Hands Go Foul, archi (in chiusura) come unghie sulla lavagna e in mezzo il capo degli Gnaw che trasforma frammenti di quei versi in ferite agli organi interni. A ciascuno la sua ispirazione.
La seconda traccia, solo strumentale, è industrial metal. Non ha molto senso definire così “Toward All Thresholds” se poi la gente pensa ai Mudvayne, ma questo brano è forse un possibile sviluppo – alla moviola – di quanto negli anni hanno suggerito Suicide, Killing Joke, Ministry e pionieri vari. Forse addirittura questi signori pensavano ai Godflesh, forse agli Swans. Siamo lì intorno, insomma. Qualcosa del genere O’Malley aveva provato a farlo anche con Rehberg e Atsuo dei Boris in un disco dei KTL: mi sa che vince questa, però.
In “Mirror Of Mirror Dreams” si sente il lavoro di Kang: la traccia acquisisce una sua compostezza tutto sommato rilassante dopo il primo vinile. Impeccabile, ma non c’è l’emozione di prima.
La doppia “Watch Over Stillness / Matters Principle” vede ricomparire – quasi specularmente – Dubin, probabilmente sempre alle prese con l’Achmatova. In realtà qui la faccenda si contorce spesso, si quasi auto-fagocita e si sposta anche su territori astratti e insoliti per entrambi, almeno prima di far riemergere dal profondo un Dubin ancora più satanico e un SOMA pesantissimo e storto come piace al grosso del suo seguito.
Dovremmo aver recensito quasi tutto quello che quest’anno – ciascuno per conto proprio – O’Malley e Vainio hanno pubblicato. Se fossi costretto a scegliere una cosa sola, prenderei proprio questa collaborazione. E almeno il primo vinile lo terrei bene in mostra sui miei scaffali.
P.S.: sono quasi certo che Äänipää, che era già il titolo di un pezzo dei Pan Sonic, voglia dire “testina del giradischi”. Mi piace pensare che tutte le umlaut siano un tributo alla cattiveria metal, ma probabilmente è solo finlandese.
P.P.S.: l’artwork della svizzera Emilie Ding, artista in possesso di un’estetica scabra, seriale e materica, la dice lunga con poco su Pan Sonic, Khanate e questa collaborazione.
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