Aap

Creato il 14 maggio 2014 da Ninapennacchi
Qualche piccola riflessione che interesserà solo me. Ma così mi gira, e allora la scrivo.Tutte voi sapete come la penso sulla pirateria digitale: ne ho scritto in più occasioni (qui e qui), perciò non starò a ripetere per la millesima volta i motivi buonisti che non me la fanno condannare.
In verità, oggi mi va di parlare di pirateria in riferimento a una categoria particolare di autori, cioè gli AAP (Autori Autopubblicati Piratati); visto che anch'io, a buon titolo, sono una AAP, mi preme anzichenò mettere i puntini sulle "i".
Mentre fino a un certo punto posso capire gli autori pubblicati da CE che si lamentano per i mancati guadagni dal digitale (cercherò poi di spiegare il perché), che si lamentino quelli come me lo ritengo un po' illogico.
Per vari motivi.  1) La digitalizzazione porta con sé la pirateria; trasformando i libri (e la musica prima, e i film ancora prima, eccetera) in oggetti digitali, i pirati troveranno sempre modi per condividerli. Sempre, mettetevelo in testa.
  2) Eppure, è proprio la digitalizzazione della cultura che ha permesso a noi AAP di poter autopubblicare i libri e di raggiungere un pubblico relativamente ampio. Se criticate la pirateria, criticate la digitalizzazione; ma l'alternativa è non pubblicare affatto.
 

Sputarci dentro, anche no

 
3) L'influenza della pirateria sulle vendite è sopravvalutata. Se il prezzo è basso e l'acquisto è semplice (come con Amazon, che fai tutto con un click) molti, semplicemente, preferiscono comprare. A parte l'onestà, è anche una questione di pigrizia: se compri un e-book da una libreria on-line, quello che leggerai sarà ovviamente il file più aggiornato, più corretto, senza parti mancanti. Se cerchi una copia pirata, devi sbatterti per trovarne una che non sia fake, che sia formattata bene, che sia l'ultima versione in commercio, che non porti con sé qualche virus dai siti di origine. Una bella faticaccia, no?
 

L'adorabile e tipico cliente Amazon.
(Che mi assomiglia alquanto...)

 
4) C'è un segreto che nessun AAP di un certo successo dice: ed è che con l'autopubblicazione si guadagna. Un po', almeno. Per rimanere alla mia esperienza personale, diciamo che, se scrivessi un libro ogni quattro mesi e il trend di vendite eguagliasse i miei precedenti libri, potrei vivere di scrittura. Se avessi un po' di coraggio mollerei il lavoro (ma il mutuo da pagare, la codardia eccetera eccetera, voi mi capite). 
5) In aggiunta a sopra, sottolineo (anche se forse non ce ne sarebbe bisogno) che sono proprio gli autori che vendono abbastanza quelli che vengono piratati. E quindi, considerando che un AAP ottiene una percentuale molto alta del prezzo di copertina, fino al 70% di royalty (contro il guadagno di un autore di CE che in genere guadagna sull'8%), che importa se, su 1000 copie, 100 vengono piratate? Il digitale dà non solo la possibilità di far conoscere i propri scritti, ma addirittura di guadagnarci... insomma, non è mica una cosa così brutta.
 

Dai, che poteva andarci peggio

 
Tutto ciò per dire che, al di là dei motivi più o meno etici che possono spingermi a non condannare la pirateria, proprio dal punto di vista personale mi, ehm... "parrebbe brutto", ecco, sparare contro un sistema che mi ha dato la possibilità di scrivere, condividere, addirittura guadagnare qualcosina.
Ecco il mio (millemillesimo) cent sulla questione!

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