Bolle d’aria satura scolorano e si ripiegano improvvise verso il basso. Sfuggono gambe, braccia oscillano scomposte, filtrano umori dall’epidermide, un passo falso.Dal lucernario il crepuscolo a sedimentare sulla fronte, a scavare la ruga del leone, a sigillare labbra e palpebre. Le pupille, fase Rem, rapidi movimenti, un tasto dopo l’altro, la sinfonia sbavata, il ritmo imprevedibile.Dimenticare strade, voli, volti, non si corrono rischi, il trapezista senza rete, il funambolo senza corda. Inconsistenze tattili, il mare non annega, la gravità non precipita.In dissolvenza le ultime scene verso sistemi di attrazione ovattata. Dimenticare quando l’iride si riaffaccia al volto, quando il passaggio senza cataratta snida anche il più pigro dal suo luogo segreto.Sete, bere, perdere, come acqua che scivola nel buco di un lavandino. Bisognerebbe, forse, inchiodare le farfalle dei collezionisti.
Un panno su di un vetro appannato, via, colpo netto, torna il ricordo. Adele Musso