Esce in cd e su doppio vinile, grazie a una cordata di label, la compilation realizzata per raccogliere fondi in supporto dei punk indonesiani arrestati e sottoposti a una ri-educazione forzata ad Aceh lo scorso dicembre. Molti ricorderanno le foto che giravano in rete: ragazzi spogliati e costretti a fare il bagno nelle fredde acque di un lago (o stagno, poco conta), rasati e messi in riga quasi si trattasse di un campo di concentramento. Proprio questa similitudine e l’odiosa natura repressiva dell’operazione ha spinto un nutrito manipolo di punk da tutto il mondo a coalizzarsi per realizzare una prova tangibile della propria solidarietà e del proprio dissenso all’atto coercitivo. A partire dagli storici Oi Polloi e GBH per arrivare agli Attentat Sonore (già ospiti delle nostre pagine virtuali), sono davvero tanti i nomi scesi in campo per aderire all’iniziativa, così come i generi e gli stili chiamati in causa, dal punk-rock all’hardcore vecchia scuola, fino a forme più brutali e contaminate di mutazioni in salsa “-core”. Difficile ritrovare un bandolo della matassa geografico o stilistico che non sia la fiera rivendicazione della più piena libertà di esprimersi e dissentire, perché come scritto a chiare lettere nel libretto: can’t shave the mohawk, we’ve got in the head! Una bella dichiarazioni di intenti e di caparbia volontà di sostenersi a vicenda, fieri delle proprie radici e convinti che la guerra contro il sistema sia lungi dall’essere finita. Che la repressione sia portata in maniera sottile sotto mentite spoglie di civile emarginazione o in modo più marcato, come vera e propria imposizione di atteggiamenti consoni e consentiti, poco importa, ciò che conta è la necessità di non far passare simili tentativi di limitare le scelte individuali, non solo a livello superficiale, ma (ben più pericolosamente) a livello ideologico. Fosse solo per questa sua funzione e per la natura dell’iniziativa, questa compilation merita l’acquisto, oltre a rappresentare un interessante spaccato della scena punk attuale.