Uno dei luoghi comuni che ogni due per tre si sente dire in giro è che “non c’è più una scena in Italia”, spesso diffuso anche in versione “la scena è morta”. Frasi del genere sono tanto tristi quanto le varie “quando c’era lui” e “si stava meglio quando si stava peggio”: asserzioni che, oltre ad essere penose, sono anche false.
Per ricordare a tutti gli scettici che una scena “veloce” in Italia esiste, verso la fine dell’anno scorso è uscita Crash Mandolino 2.0 aka Italia Violenta, la compilation che raggruppa (quasi) tutti i progetti di ambito grindcore, powerviolence e hardcore sparato nel nostro Bel Paese. Il titolo parla chiaro e il riferimento ai grandi classici del nostro cinema poliziottesco è più che palese (il che, seppur ormai scontato, non fa che riscaldare i nostri cuori). Una cooperazione DIY che coinvolge ZAS Autoproduzioni, Evil Distro, Rebound Action e Toxic Sele Crew e che ci offre 38 band, ognuna con un brano. Alcune sono attive da più di dieci anni (Repulsione, Tsubo, Jesus Ain’t in Poland, Grumo, Diorrhea, Dysmorfic), altre sono invece delle entrate più recenti (la maggior parte).
Con un solo pezzo a testa è difficile dare un giudizio qualitativo, le preferenze sono molto soggettive ed è giusto che sia così. Esprimere un parere oggettivo su una realtà così variegata è molto difficile, nonché un po’ pretenzioso: gli ascoltatori trarranno le somme, positive o negative che siano. Come spesso succede con le compilation, fanno bene i gruppi che anche nei loro dischi dimostrano di valere, e una cosa è sicura: se quindici o venti di questi act vi incuriosiscono e non li stavate già seguendo in precedenza, è il caso di iniziare a farlo. Una pubblicazione del genere è quanto di meglio per riassumere l’attività di una scena che va avanti da molti anni (tra alti e bassi, come logico) e che ha ancora qualcosa da dire, pur portando avanti un discorso che affonda le sue radici nel sangue, nel sudore e nelle lacrime di più di trent’anni fa. Un’uscita così serve a dimostrare ai personaggi che non ne sono a conoscenza (o che, nella maggior parte dei casi, fanno di tutto per fingere di non esserlo) che una c’è ed è viva e vegeta: ogni tanto perde qualche pezzo e qualche spazio per esprimersi, ma grazie alla perseveranza di tutti continua a esserci. Alcuni di questi nomi (Terror Firmer, Repulsione, xKatexMoshx, Restos Humanos, Stanley Ipkiss, Double Me, xHanSolox, Ape Unit) stanno facendo passi da gigante e la loro presenza in Europa si fa sentire, altri fanno un po’ più fatica, ma ci provano. Questa è una realtà nella quale gli obiettivi si raggiungono suonando e sbattendosi con criterio e passione (perché niente è regalato) e il cui pubblico di riferimento è sempre più pigro e spesso disattento e disinteressato anche ai concerti (non che altrove sia poi tanto meglio…). Oltretutto gli osservatori esterni sono praticamente inesistenti.
Se questi 38 gruppi sono attivi è perché la voglia di fare non si è fermata ai “leggendari” anni Novanta, così come la qualità delle proposte (che ai tempi non era in tutti i casi così competitiva con l’estero quanto si vuole far credere). Quindi, se non avete mai sentito parlare di nessuno di loro e cercate qualcosa di nuovo e interessante, comprate questa compilation a scatola chiusa e poi procuratevi le altre uscite dei coinvolti. Se invece fate parte da anni in questo giro, sbattetela davanti agli occhi di chi continua a negare l’evidenza: vediamo poi quali sono le reazioni.
Qui il sito ufficiale di Italia Violenta.
Dischi 2015, aa.vv., evil rec., rebound action, toxic sele crew, zas autoproduzioni